Recensione Truman - Un vero amico è per sempre

Ricardo Darín e Javier Cámara sono i protagonisti di Truman, ironica e commovente storia d’amicizia firmata dal regista spagnolo Cesc Gay e ricompensata in patria con ben cinque premi Goya.

Recensione Truman - Un vero amico è per sempre
Articolo a cura di

Tomás (Javier Cámara) vive da moltissimi anni in Canada, dove si è costruito una famiglia e ha un impiego come docente universitario; ma per la prima volta dopo parecchio tempo si risolve a lasciare la sua casa fra i paesaggi innevati del Nord America, salire a bordo di un aereo e tornare nella sua città natale, Madrid. Giunto nella capitale spagnola, Tomás bussa alla porta di Julián (Ricardo Darín), suo grande amico fin dai tempi dell'adolescenza, il quale è felicissimo di riabbracciarlo. Julián, un divorzio alle spalle e un figlio ormai adulto che studia ad Amsterdam, lavora a teatro in qualità di attore e abita in un appartamento da scapolo insieme al suo inseparabile cane, un bullmastiff di nome Truman. Ma dietro la visita a sorpresa di Tomás si cela un motivo ben preciso, che Julián non tarda a individuare; e forse, per i due uomini, questi pochi giorni insieme rappresenteranno il loro ultimo incontro...

Preparandosi al viaggio

Pur sforzandoci di limitare al minimo le informazioni sulla trama, invitiamo chi non volesse conoscere alcun dettaglio a proposito della vicenda raccontata in Truman a passare direttamente al paragrafo successivo. Impossibile, del resto, analizzare le tematiche al centro del film senza prendere in considerazione il nucleo della storia, illustrato allo spettatore a pochi minuti dall'inizio della visione: la malattia di Julián. Come infatti la pellicola lascia intuire quasi da subito, e come ci verrà confermato entro breve tempo, il personaggio interpretato da Ricardo Darín è affetto da un grave tumore ai polmoni, che per mesi ha tentato di combattere con logoranti sedute di chemioterapia e di fronte al quale, ormai, non gli restano più armi in grado di garantirgli una piena guarigione. La decisione di Julián, pertanto, consiste in un'accettazione quanto più serena possibile della propria mortalità, e nell'esigenza di sfruttare il tempo che gli rimane allo scopo di "preparare il terreno" per quando non ci sarà più. L'intera costruzione del film consiste dunque in un percorso di "congedo", da parte di Julián, dai vari aspetti della sua esistenza: i rapporti familiari, a partire da quelli con la premurosa sorella Paula (Dolores Fonzi) e con il figlio ventenne Nico (Oriol Pla), la vocazione e il mestiere di attore (ogni sera l'uomo si esibisce nel ruolo del Visconte di Valmont in un allestimento de Le relazioni pericolose di Laclos), ma anche i dettagli pragmatici per il "dopo" (malinconica e bizzarra al contempo la visita all'agenzia di pompe funebri), la naturale angoscia per l'aldilà e, non ultimo, il destino del suo amato Truman, al quale andrà trovata una nuova dimora e qualcuno che possa garantirgli l'amore di cui ha bisogno.

Il valore dell'amicizia

Fulcro narrativo e pietra angolare del film sceneggiato e diretto da Cesc Gay è però la descrizione dell'amicizia fra Julián e Tomás: quest'ultimo, infatti, non si limita al compito di ‘testimone' della parabola del protagonista, ma si pone come elemento di focalizzazione per il pubblico, nonché come costante punto di riferimento per Julián e la sua dolorosa battaglia personale. Ed è appunto nella naturalezza di tale rapporto, nella spontaneità e nel calore delle interazioni fra i due comprimari, che Truman rivela appieno le proprie virtù: un'encomiabile solidità di scrittura, con un realismo che non scade mai nel patetico e un'ironia di fondo che non sfocia, neppure per un attimo, nel farsesco o nel macchiettistico; un senso di profondità del tutto privo di didascalismi - basti ammirare la semplicità dell'incontro fra Julián e il suo ex collega Luis (Eduard Fernández); ed un pathos che punta dritto al cuore allo spettatore, senza dover ricorrere al campionario di scene ricattatorie o strappalacrime tipiche del genere di riferimento. Ovviamente, non si può sottovalutare il contributo quanto mai essenziale di due fra i più apprezzati interpeti di lingua spagnola degli ultimi anni, ovvero Ricardo Darín (Il segreto dei suoi occhi, Storie pazzesche) e Javier Cámara (Parla con lei, La vita è facile ad occhi chiusi), autori di due performance misurate e perfettamente complementari. Mentre il ‘personaggio' del titolo, l'amico a quattro zampe di Julián, non è adoperato affatto come puro riempitivo comico (la sorte canonica di quasi tutti gli animali al cinema), ma diventa piuttosto il simbolo di un legame talmente forte da poter resistere indenne al tempo e alla distanza.

Truman Ricompensato in patria con cinque premi Goya per miglior film, regia, sceneggiatura e per i due ottimi interpreti, Ricardo Darín e Javier Cámara, Truman è una pellicola che riesce a coinvolgere e a commuovere senza ricorrere a cliché e patetismi, grazie a una delicatezza di toni e a un sobrio realismo in cui si fondono nostalgia e humor, sofferenza e sentimento, con un equilibrio davvero lodevole.

8

Che voto dai a: Truman

Media Voto Utenti
Voti: 1
6
nd