Recensione Tristano e Isotta

Il noto film di Kevin Reynolds ispirato al famoso mito romantico

Recensione Tristano e Isotta
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"E' cosa certa come la morte e da questo stesso dolore lo riconosco, che il vero amatore ama le novelle amorose. Perciò chi desidera racconti d'amore non vada oltre, ma si fermi qui che io gli narrerò di nobili amanti che professarono puro amore; di due innamorati, un uomo e una donna, una donna e un uomo, Tristano, Isotta; Isotta, Tristano."Così scriveva Goffredo di Strasburgo nel 1210 d.C. nel poema cavalleresco Tristan, rimasto poi incompiuto, a sua volta rielaborazione della leggenda bretone raccontata dall'anglo-normanno Thomas. Un mito romantico, di origine inizialmente celtica, tra i più famosi delle epoche antiche, che ha affascinato sia scrittori più o meno contemparanei che il mondo del Cinema, seppur in maniera più esigua rispetto ad altre leggende classiche. L'ultima trasposizione su celluloide della romantica storia di Tristano e Isotta è stata realizzata nel 2006 e vedeva alla regia Kevin Reynolds, da sempre specializzato in avventure di ogni tipo spesso diventate cult (Robin Hood - Il principe dei ladri, Waterworld), accolta con una disparità di vedute oltreoceano e con una maggiore severità dalla critica del Vecchio Continente.

Un amore impossibile

Il mito ci narra della ribellione di un gruppo di tribù britanniche (a quei tempi l'Inghilterra non era un vero e proprio regno) che decide di opporsi alla spietata dominazione irlandese. Ma durante un convegno di guerra, cui a capo vi era il padre di un Tristano ancora bambino, i leader delle tribù vengono sterminati da una sortita degli irlandesi. Il fanciullo, nascosto dal genitore, vede così impotente morire tutti i propri cari, e viene adottato da uno dei pochi sopravvissuti, Lord Mark. Nove anni dopo Tristano è cresciuto, ed è divenuto un vero e proprio leader della ribellione. Ordisce perciò con altri suoi compagni una missione di salvataggio di alcuni prigionieri, caduti in mano dell'esercito nemico, ma viene ferito gravemente da una lama avvelenata. Ritenuto morto dai suoi amici, viene lasciato alla deriva su una barca che lo conduce miracolosamente sulle coste irlandesi. Qui viene ritrovato dalla bella Isotta (figlia del re nemico e promessa sposa di un crudele generale, in realtà ucciso proprio da Tristano nel precedente scontro), che decide di prendersi cura di lui, finendo per innamorarsene, ricambiata, mentendogli però sulla sua reale identità. Ma ben presto il ragazzo sarà costretto a fuggire e fare ritorno a casa, venendo onorato come un eroe, ma incapace di dimenticare l'oggetto del suo amore. Quando il re d'Irlanda organizza, per ingannare i britanni, un torneo in cui promette come premio la mano di sua figlia, Tristano (ignaro appunto che questa fosse Isotta) sceglie di parteciparvi combattendo in vece di Lord Mark. Il giovane vince, ma rimane straziato dal dolore quando scopre che la promessa sposa è proprio Isotta, e insieme i due giovani dovranno lottare tra l'amore e l'onore mettendo a rischio la solidità di un regno.

Cuori nella tempesta

In bilico tra lo stile avventuroso classico e un occhio di riguardo al pubblico dei teenager, Tristano e Isotta si rivela visione piacevole seppur non esente da difetti. Reynolds infatti riesce a dare il meglio di sé nelle fasi più action, riuscendo a creare battaglie di un certo fascino e momenti che sfiorano l'epica (senza però mai scatenarla pienamente) in grado di avvincere in diverse occasioni, soprattutto nell'intenso finale, complice anche l'avvolgente accompagnamento sonoro. Il mito romantico che ha fatto sognare per secoli fuoriesce in una versione forse troppo patinata, e anche alcune reazioni dei due innamorati non risultano sempre credibili, nonostante la forza del loro rapporto sia ben messa in scena, grazie anche alla discrete performance di James Franco, pur ancora lontano dalle ottime prove degli ultimi anni, e della bella Sophya Myles (il dittico di Underworld, Outlander - L'ultimo vichingo). Il più grande rimpianto del titolo però è quella di essere un kolossal mancato: con la produzione dei fratelli Scott (Tony e Ridley) infatti si sarebbe potuto osare molto di più, mettendo in scena un potenziale nuovo caposaldo del genere, ma invece Reynolds ha inspiegabilmente scelto di trattenersi, affidandosi ad una sceneggiatura (scritta da Dean Georgaris, autore dello scempio di Tomb Raider - La culla della vita) che in parte stravolge la fonte originaria, mettendo sin troppo in risalto gli intrighi politici rispetto alla dirompente forza di questa love-story antelitteram. Dal lato tecnico si può ancora sottolineare l'ottima fotografia, capace di mettere in risalto gli splendidi paesaggi che fanno da sfondo alla vicenda, così come una nota di apprezzamento va sicuramente riservata ai costumi e agli ambienti, credibili e affascinanti. Azzeccata anche la scelta dei comprimari: da Rufus Sewell (Dark City, Il destino di un cavaliere) a Mark Strong (Sherlock Holmes, Zero dark thirty) fino ad un giovane Henry Cavill pre-Superman, il cast si rivela di assoluto valore.

Tristano e Isotta Tra avventura e romanticismo Kevin Reynolds dirige un film godibile ma che con qualche sforzo in più sarebbe potuto diventare un nuovo classico del filone. Se infatti dal punto di vista scenografico, così come da quello delle battaglie, Tristano e Isotta si difende assai bene, è nella sceneggiatura che in parte tradisce la fonte originaria che si trovano alcuni evidenti difetti narrativi. Per fortuna il cast, guidato da James Franco e Sophya Miles, svolge il suo lavoro in maniera più che discreta, così come il lato tecnico nel quale sono da segnalare una coinvolgente colonna sonora e un'ottima fotografia.

6.5

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