Recensione Tombstone

Kurt Russell e Val Kilmer sono rispettivamente Wyatt Earp e Doc Holliday in Tombstone, nuova versione dal cast all-star di un classico della mitologia di frontiera diretta nel 1993 da George P. Cosmatos.

Recensione Tombstone
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Wyatt Earp, ex sceriffo dal glorioso passato, ha appeso la stella al chiodo per trascorrere un'esistenza tranquilla insieme alla compagna Mattie e ai suoi due fratelli Virgil e Morgan. Si trasferisce così insieme ai consanguinei e alla rispettive compagne di questi nella cittadina di Tombstone, nella quale ogni attività è controllata da una banda di fuorilegge conosciuta come i Cowboys, capeggiata da "Curly Bill" Brocious e dal suo braccio destro Ringo. Nel paesino sono intanto arrivati anche Doc Hollyday, rinomato pistolero dedito al gioco e gravemente malato nonché vecchio amico di Wyatt, e la bella attrice di teatro Josephine che diventa ben presto platonica amante dell'ex tutore dell'ordine. Quando l'anziano sceriffo del posto viene ucciso dal capo dei banditi, Wyatt e i suoi fratelli comprendono come la cittadina abbia bisogno di giustizia e, con l'aiuto di Doc, decideranno di impegnarsi in prima persona per far rispettare la legge.

Io sono la legge

Wyatt Earp, vera e propria icona (realmente esistita) dell'epopea western, ha segnato il cinema di genere, trovandosi protagonista di alcuni veri e propri capolavori immortali come Sfida infernale (1946) di John Ford e Sfida all'O. K. Corral (1957) di John Sturges. Gli anni '90 anno visto un ritorno alla ribalta del personaggio, con ben due produzioni uscite a pochissimi mesi di distanza: il Wyatt Earp (1994) con Kevin Costner e Tombstone (1993). Proprio il regista di Balla coi lupi (1990) doveva essere il protagonista di quest'ultimo prima che incomprensioni produttive sancirono la sua sostituzione con Kurt Russell, solo uno dei tanti nomi di lusso in un cast all-star. Dal co-protagonista Val Kilmer a comprimari fondamentali come Sam Elliott e Bill Paxton, da nemesi d'eccezione quali Michael Biehn e Powers Boothe, da figure secondarie coi volti di Michael Rooker, Billy Zane, Stephen Lang e Thomas Haden Church fino a camei di vecchie glorie del calibro di Charlton Heston e Harry Carey, Jr. (e con Robert Mitchum come voce narrante) l'assemblamento attoriale è di quelli da leccarsi i baffi. Proprio per il gran numero di personaggi in gioco la prima ora di visione suggerisce troppe storyline poi solo abbozzate, rendendo la narrazione un po' confusionaria e non sempre centrata. Ma col procedere dei minuti la storia assume una sua coerenza che riporta il tutto sui binari di classicismo del filone, trovando nelle coinvolgenti sparatorie dei ruggiti d'azione avvincenti e vagamente epici. Tralasciando infatti la forzata love-story e una mezzora finale al fulmicotone, forse un po' troppo sbrigativa, il racconto gioco bene le sue carte nel suo mix tra dramma e ironia, con quel pizzico di decadente romanticismo incarnato dalla magnetica performance di Kilmer, degno successore nel ruolo dell'indimenticabile Kirk Douglas. Complice un'azzeccata colonna sonora e un'atmosfera generale che guarda, aggiornandola, a quella del western americano degli anni '50 e '60 (con una spruzzatina di influenze peckinpahiane) i centoventi minuti scorrono veloci tra emozioni e violenza, tanto che vien facile dimenticare le già citate imperfezioni di sceneggiatura.

Tombstone Kurt Russell come Wyatt Earp e Val Kilmer nei panni di Doc Holliday non fanno rimpiangere i loro grandi predecessori in questa nuova versione della sfida all'O. K. Corral, che qui approfondisce anche il prima e il dopo della leggendaria sparatoria, rendendo le figure dell'ex-sceriffo e del tisico pistolero assolute protagoniste. Un western che guarda con lucido citazionismo ai classici del filone e trova nella robusta regia dI un onesto artigiano quale George P. Cosmatos il mezzo per nascondere una sceneggiatura sin troppo popolosa di figure secondarie e side-story soltanto accennate. Poco importa perché, soprattutto nella seconda metà, in Tombstone le emozioni di genere non mancano di certo, con un'avvincente sete di vendetta a innescare un'arrembante svolta d'azione che regala sequenze di buon impatto spettacolare senza dimenticare una discreta verve drammatica.

7

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