Recensione Ti Sposo Ma Non Troppo

L'amore (e gli equivoci) ai tempi della chat!

Recensione Ti Sposo Ma Non Troppo
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"Ho cercato di raccontare l'Amore 2.0 ai tempi dei social network con una commedia degli equivoci che avesse tra le pieghe del divertimento una traccia emotiva riconoscibile ed un romanticismo mai sdolcinato. In fondo, una favola vera. I personaggi che ho disegnato sono infallibili ma sono dei puri. Anche quando arrivano ad essere disposti a tutto per la conquista dell'altro, non c'è mai malizia ma un'ingenuità che provoca tenerezza e immedesimazione".
Attore ed autore televisivo e teatrale, nonché co-sceneggiatore di Sotto una buona stella di Carlo Verdone, Gabriele Pignotta sintetizza così le intenzioni del suo primo lungometraggio cinematografico da regista; al cui interno veste anche i panni del fisioterapista single Luca, il quale si finge psicologo per sedurre Andrea alias Vanessa Incontrada, delusa dall'amore dal giorno in cui è stata piantata sull'altare da colui che sarebbe dovuto diventarne il marito.
Una vicenda sentimentale, la sua, che, a causa di uno scambio d'identità in chat, finisce accidentalmente per intrecciarsi con quella del collega Andrea, ovvero il Fabio Avaro visto in Colpi di fulmine, prossimo alle nozze insieme alla compagna Carlotta detta Lotty, cui concede anima e corpo la Chiara Francini di Maschi contro femmine.

L'amore si fa in 2.0

Quindi, se l'idea dell'innamorato che arriva a sostituirsi al terapista può richiamarvi alla memoria sia il poco conosciuto Vorrei vederti ballare di Nicola Deorsola che l'episodio interpretato da Ricky Memphis e Gabriella Pession in Ex - Amici come prima! Di Carlo Vanzina, rispettivamente datati 2010 e 2011, sappiate che la pellicola di Pignotta prende le mosse dal suo omonimo spettacolo risalente al 2007, di conseguenza precedente ai due citati modelli.
Spettacolo che coinvolge sul grande schermo anche Francesco"Baarìa"Foti nel ruolo del fratello paraplegico di Luca e l'inedita accoppiata Paolo Triestino-Paola Tiziana Cruciani quali esilaranti genitori di Carlotta, destinati a regalare più di un momento divertente nel corso della oltre ora e mezza di visione.
Oltre ora e mezza di visione forse non particolarmente originale per quanto riguarda il soggetto di partenza, ma costruita in maniera non banale sui grossi equivoci che, nell'universo tecnologico d'inizio terzo millennio, si generano inevitabilmente nell'intrattenere via computer conversazioni con persone spesso nascoste dietro falso nome.
E, tra chi si spaccia per la focosa Sharon e chi, dall'altra parte, si improvvisa il disponibile Dylan, è proprio la tensione accesa da questo "gioco" a stimolare la curiosità nei confronti di ciò che dovrà accadere, man mano che lo spettatore individua più di un'occasione per (sor)ridere.
Fino all'epilogo proto-commedia americana - sulle note di Whatever you want degli Status Quo - di un'operazione che, pur portandosi dietro buona parte della matrice teatrale e lasciando avvertire che Michela Andreozzi e la veterana Catherine Spaak - presenti all'interno del cast - avrebbero forse meritato maggiore spazio, rimane gradevole e capace di non far rimpiangere il biglietto pagato.

Ti Sposo Ma Non Troppo Già tra gli sceneggiatori di Sotto una buona stella (2014) di Carlo Verdone, Gabriele Pignotta dirige il suo primo lungometraggio cinematografico partendo da un proprio spettacolo portato a teatro. Le vicende sentimentali di due uomini e due donne complicate dall’infinità di equivoci dettati da continui scambi di identità in chat finiscono per rivelarsi gli ingredienti di base di una commedia che, nonostante la non eccessivamente originale idea di base ed un ritmo narrativo non sempre convincente, riesce nell’impresa di regalare una piacevole serata senza pretese seduti davanti al grande schermo. Con un cast in ottima forma.

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