Recensione Ti Ho Cercata in Tutti i Necrologi

La seconda prova registica di Giancarlo Giannini: una pericolosa caccia all'uomo dai risvolti imprevedibili

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"E' una storia difficile, certo. Di un uomo dal destino sofferto ed epico, che corre su un margine scivoloso della nostra società e su cui si inerba un sentimento di amore disperato e bizzarro, che va un po' oltre la nostra esperienza di tutti i giorni, ma è su tutto questo che sinceramente ho voglia di mettermi alla prova, convinto che il mezzo cinematografico si presti bene a questo genere di racconto e fiducioso che il pubblico voglia seguirmi in questa strana favola, come mi è già capitato in passato. Sono stato, inoltre, felice di mettere a frutto la mia esperienza, dirigendo gli altri attori del cast".
Con queste parole, a ventisei anni dall'opera prima Ternosecco (1987), il grandissimo Giancarlo Giannini - interprete, tra l'altro, di Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di Agosto (1974) e Pasqualino Settebellezze (1975) - sintetizza la sua seconda prova dietro la macchina da presa, della quale, affiancato dal vincitore del premio Oscar F. Murray Abraham, è anche protagonista nei panni di Nikita, coinvolto in una partita a poker in una villa fuori Toronto destinata a cambiare per sempre il suo destino.
Perché, per poter estinguere il suo debito di gioco, gli viene proposta una caccia all'uomo: venti minuti lo separano dai creditori che, armati di fucili, hanno il lasso di tempo per stanarlo e ucciderlo.

La pericolosa partita di Giannini

Quindi, un soggetto che non può fare a meno di richiamare alla memoria quello sfruttato sia ne La pericolosa partita (1932) di Irving Pichel ed Ernest B. Schoedsack che nei suoi diversi - più o meno dichiarati - derivati, da La notte del licantropo (1974) di Paul Annett a Senza tregua (1993) di John Woo; man mano che l'uomo, sopravvissuto, si trova ad entrare in una nuova intima dimensione dove il terrore e la follia si insinuano lentamente nella propria vita, a tal punto da non desistere dal desiderio di essere cacciato.
Del resto, la tesa, suggestiva prima parte dei circa novanta minuti di visione, per merito anche dell'ottima fotografia a cura di Giovanni Fiore Coltellacci (Tre uomini e una gamba e Transporter 3 nel ricco curriculum), fornisce un avvincente elaborato di genere caratterizzato da una confezione tecnica tutt'altro che distante da quella di molte simili produzioni internazionali.
Purtroppo, però, mentre, al fine di complicare lo sviluppo della trama, fa la sua entrata in scena una misteriosa, giovane e bella donna con le fattezze della Silvia De Santis della serie televisiva Distretto di polizia, la seconda metà del film limita in buona parte il giudizio positivo sul risultato; rivelandosi altamente fiacca e, soprattutto, penalizzata dalla scelta di allacciare il tutto a una tipologia di cinema d'autore (se così vogliamo definirlo) infarcita di poco comprensibili allegorie.
Un'occasione sprecata, insomma.

Ti Ho Cercata in Tutti i Necrologi Ventisei anni dopo Ternosecco (1987), che segnò il suo debutto dietro la macchina da presa, Giancarlo Giannini torna alla regia con un dramma a tinte thriller la cui idea di fondo, basata sulla caccia all’uomo, ricorda non poco quella su cui venne costruito il super classico della Settima arte La pericolosa partita (1932), diretto da Irving Pichel ed Ernest B. Schoedsack. Ma, man mano che la vicenda trova coinvolta anche una misteriosa donna cui concede anima e corpo Silvia De Santis, quello che era partito come un interessante prodotto di genere caratterizzato da una lodevole confezione tecnica finisce per trasformarsi in un’operazione eccessivamente pretenziosa che, nel probabile tentativo di assumere un colto taglio letterario, non riesce nell’impresa di lasciare bene intendere dove voglia andare a parare.

5.5

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