Recensione This is England

Shane Meadows ci racconta il mondo skinhead in un film vibrante e privo di retorica

Recensione This is England
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Cinque anni. Tanto è durata l'attesa per poter vedere nei cinema del Belpaese This is England, film di Shane Meadows che ha ottenuto il Premio della Giuria al Festival di Roma nel 2006. Grazie a Officine Ubu, ora finalmente anche il pubblico italiano può godere di un'opera forte e spiazzante, il cui successo in patria ha portato anche alla realizzazione, nel 2010, di una miniserie tv in quattro parti. Non è difficile comprendere i meriti di una pellicola che riesce a trattare, con una folgorante lucidità, i motivi che spingono in giovani menti ideali di violenza ed estremismo. Il tutto, ambientato in un periodo storico controverso per l'impero britannico, durante il conflitto con l'Argentina per le Folklands, e che vedeva "in comando" la lady di ferro Margaret Thatcher.

Agnello tra leoni

Il dodicenne Shaun ha perso il padre, mandato a combattere per il predominio delle Falklands. Preso in giro dai coetanei per il suo carattere schivo e controverso, troverà comprensione e amicizia in un gruppo di giovani skinhead. L'apparente tranquillità viene però messa a repentaglio quando Combo (Stephen Graham), ex leader della banda uscito di galera dopo aver scontato tre anni, torna a comandare inculcando nei giovani idee razziste e violente. Affascinato, complice anche la giovane età, dalle idee di Combo, Shaun si trova suo malgrado in un gioco violento dove non tarderà ad arrivare la tragedia.

Questa è l'Inghilterra

Cinema sociale raccontato con una disarmante lucidità, dovuta anche ad esperienze passate dello stesso regista che ha dichiarato come i suoi film siano in qualche modo basati sulla sua stessa vita. Non era semplice iniettare un racconto di crescita di un giovane adolescente (bravissimo l'esordiente Thomas Turgoose, all'epoca quattordicenne, ma che dimostra molto meno della sua età reale) all'interno di un contesto apparentemente aspro come quello del mondo skinhead. Quest'ultimo, raccontato senza pregiudizi di sorta, in grado di mostrare sia i lati più "positivi" e pacifici, raffigurati da alcuni personaggi chiave, che quelli più estremi e spaventosi nella loro folle brutalità. Schivando totalmente il rischio della retorica, e anzi affondando a pieni mani da pagine che sembrano più reali della realtà, This is England non evita di mostrare la violenza, verbale e anche fisica, indotta dai suoi protagonisti, ma cerca di raccontare dove nasca il disagio che conduce a certe scelte di vita, considerando anche il periodo storico soventemente edulcorato e nascosto dai media del tempo. Pur non essendo privo dunque di scene forti, il film riesce a catturare per un'inaspettata e insolita delicatezza, nel racconto di (s)formazione di un bambino-ragazzino vessato duramente dal destino che cerca di trovare un nuovo gruppo di appartenenza, un branco che ben presto scoprirà nasconde dietro di sé più incognite che certezze. "Questa è l'Inghilterra", motto che si ripercuote potentemente a più riprese durante la visione, è l'essenza da cui scardinare i punti cardine di una società multietnica, e che spinge la via del sangue a divenire l'unica percorribile in queste psiche facilmente influenzabili. Senza entrare in analisi politiche di sorta, non possiamo far altro che ammirare la convincente sobrietà e malinconia con cui vengono caratterizzate le pedine di questo racconto sociale, in parte figlio del cinema di Ken Loach, in parte fresco e originale come solo piccoli, grandi, film sanno essere. Accompagnato da una colonna sonora con classici del periodo, e partiture originali composte dal nostro Ludovico Einaudi, This is England è una visione che lascia profondamente il segno.

This is England Shane Meadows dirige la prima parte di un progetto più ampio che si è evoluto nel corso degli anni anche nel format televisivo. This is England analizza, osserva, senza giudicare, un fenomeno controverso come quello del razzismo e delle bande skinhead, attraverso gli occhi di un adolescente ancora incapace di discernere il bene dal male. Il tutto in maniera non retorica e, a più riprese, in grado di emozionare lo spettatore.

7.5

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