Recensione The way he looks

Un film che racconta con semplicità e delicatezza le sfaccettature dell'amore giovanile

Recensione The way he looks
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Eccolo! Ecco uno di quei film per cui la sezione Panorama di Berlino si fa adorare: l’opera prima di Daniel Ribeiro è una delle sorprese della rassegna 2014! Il regista aveva precedentemente diretto dei cortometraggi, tra cui Café com Leite che aveva vinto l’Orso di Cristallo a Berlino 2008. Si torna nella metropoli degli orsi con ottime premesse, dunque. E con un film molto apprezzabile, dalla storia affascinante e ben scritta e dalla regia danzante, mai esibizionista ma sempre colorata e vivace, tenendo il ritmo della storia costantemente secondo un’andatura vivace. Il film rafforza l’idea che Ribeiro stia crescendo in direzione di un’autorialità facilmente vendibile nei circuiti esteri, oltre a confermare il suo talento, non solo come regista ma anche come sceneggiatore del film. Film come The way he looks (titolo originale: Hoje Eu Quero Voltar Sozinho, letteralmente “Oggi voglio tornare da solo”) ti infondono l’amarezza e il rammarico per le difficoltà di distribuzione che tengono i mercati più lontani quasi completamente divisi: questo prodotto brasiliano è perfetto per essere distribuito quasi ovunque in Europa, Asia e America, ma difficilmente girerà molto. I festival dovrebbero anche essere rampe di lancio, luogo per scoprire talenti e importare i loro film nel nostro paese. Ma purtroppo non è così.

Voltar Sozinho

Leonardo (il bravissimo Ghilherme Lobo) è un giovane ragazzo nel pieno dell’adolescenza. Ha un’amicizia molto stretta con Giovana (Tess Amorim), coetanea e compagna di classe: con lei fa qualsiasi cosa, dal tornare a casa insieme dopo scuola allo sguazzare nella sua piscina per tutto il tempo. Leonardo è cieco, vive in un mondo sonoro e tattile, con il costante aiuto di Giovana in molte attività, tra cui tornare a casa da scuola. Il titolo prende spunto proprio da questo: Leonardo è nella sua adolescenza, e come ogni ragazzo nell’adolescenza vuole cambiare, crescere, essere più libero e indipendente. I suoi limiti gli stanno sempre più stretti e sente il bisogno di cominciare ad approcciarsi alla sessualità. Hoje Eu Quero Voltar Sozinho è letteralmente Oggi voglio tornare da solo, senza un aiuto: la prima sfida che Leo comincia a porsi. Ma a cambiare la sua routine fatta di bulli scolastici, nuotate con Giovana e fantasticherie su un programma di scambio all’estero, è principalmente l’arrivo di un nuovo compagno: Gabriel (Fabio Audi), semplice e spontaneo, che lega immediatamente col duo Leo-Giovana. Gli intrighi inevitabilmente si complicano: nel delicato evolversi delle relazioni adolescenziali, Leo comincerà a provare dei sentimenti per Gabriel. Ma le cose non sono affatto semplici.

La genialità di essere semplici

Ciò che contraddistingue il film è la semplicità e bellezza della storia e di come viene raccontata, i dettagli apparentemente trascurabili ma fondamentali, la fortissima empatia non solo verso il protagonista Leo, ma anche verso i due co-protagonisti Gabriel e Giovana. E’ apprezzabile che Ribeiro abbia scelto di raccontarci il film con un registro da commedia (a tratti più amara, a tratti divertente, ma spesso toccante e commovente): gli step del cammino di Leo verso una consapevolezza sessuale sono paralleli al suo bisogno di maggiori spazi e sono contrassegnati da scene molto semplici, in cui il rapporto tra i due ragazzi si intensifica attraverso le continue ingenuità di Gabriel. Per fare un esempio, Gabriel spontaneamente propone di andare al cinema, per poi sentirsi stupido nel ricordare la condizione di Leo - ma i due effettivamente vanno al cinema! Gabriel propone di vedere l’eclisse, e Leo accetta. Gabriel rappresenta per Leo non solo l’amore e la consapevolezza della propria sessualità, ma anche tutta una fetta di mondo che gli è esclusa, così come Leo porta Gabriel nel suo mondo, tra musica classica, comunicazione tattile, alfabeto Braille e tutto un macrocosmo assai differente dal mondo in cui Gabriel è abituato a vivere. Ma non mancano i problemi: l’accettazione di Gabriel, i bulli della scuola, Giovana che si invaghisce di Gabriel così come Karina, famosa a scuola perché “ci prova con tutti”. Il tutto a dipingere un quadro dai colori caldi, che racconta altri mondi e altre storie, cercando la felicità e il sorriso ovunque.

The way he looks Non c’è dubbio che la sezione Panorama di quest’anno sia particolarmente agguerrita. E’ però certo che il film di Ribeiro è tra i più validi, e che l’interpretazione di Ghilherme Lobo merita assolutamente un premio. Il vero premio, però, è venire distribuito anche in Europa. La speranza di vederlo in Italia non è mai sprecata. Nel frattempo, possiamo sperare di vederlo a qualche festival nostrano, come il Mixx di Milano, il Torino LGBT e il Festival di cinema africano, d’Asia e d’America Latina.

8

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