Recensione The Wall

Da un incipit di derivazione fantastica un intenso e amaro dramma sulla solitudine e il rapporto con la natura

Recensione The Wall
Articolo a cura di

Frau, una donna di mezz'età, si reca in vacanza con una coppia di amici in una baita, immersa nella natura, al confine con l'Austria. Poco dopo l'arrivo, i suoi compagni si incamminano al vicino paese per fare provviste, ma non fanno ritorno. Preoccupata, il giorno dopo Frau decide di raggiungerli, ma nel tragitto verso la cittadina si imbatte in uno strano fenomeno: un muro invisibile le blocca letteralmente la strada, racchiudendola in una sorta di limbo dal quale è impossibilitata ad uscire. Con la sola compagnia di un cane, di una mucca dispersa rinvenuta nel bosco e di due gatti, la donna dovrà affrontare la sua forzata solitudine adattandosi all'ambiente circostante per cercare di sopravvivere. Esordio su grande schermo, dopo tanta gavetta televisiva, per il regista austriaco Julian Pölsler. Un'opera prima in grado di attirare l'attenzione della critica, vincendo anche numerosi premi e candidature in giro per i vari festival cinematografici, grazie alla sua perfetta commistione tra dramma e influenze fantastiche, potendo contare inoltre su un'attrice di razza come Martina Gedeck (Le vite degli altri, La banda Baader Meinhof).

Sola contro tutto

Un film dalle molteplici sfaccettature questo The Wall (Die Wande in originale), capace nei suoi 108 minuti di offrire diversi spunti di riflessione usando con intelligenza un incipit da sci-fi (il muro invisibile la cui causa è, e rimane, sconosciuta) per iniziare un'approfondita indagine nell'animo umano messo a dura prova da eventi inspiegabili. Dall'inizio alla fine regna infatti un'inquietudine che da sottile si fa sempre più pressante, un viaggio nella solitudine senza ritorno che trova negli sforzi e nelle sofferenze della sua protagonista la sua forza, una figura volutamente astratta per favorirne l'immedesimazione da parte del pubblico. Non conosciamo nulla della vita di Frau prima del suo sfortunato soggiorno nella baita, e il film inizia già sotto forma di flashback narrato dal voice over della stessa donna, ormai racchiusa gioco-forza da chissà quanto sotto il giogo di un mistero incredibile. Il regista si concentra perciò sulle reazioni emotive e fisiche dell'unico personaggio (fugaci comprimari appaiono, per pochi secondi, solo nei minuti iniziali) presente nella pellicola, e si finisce in fretta ad appassionarsi al suo destino. La presenza degli animali, unici compagni, privi di parola ma non di emozioni, è il veicolo perfetto per rappresentare il senso di spaesatezza di Frau, che trova proprio in loro (soprattutto nel cane) uno dei pochi motivi per andare avanti e continuare a sopravvivere. La bellezza dei paesaggi, la presenza di un unico essere umano in mezzo alla magnificenza, ma anche alla forza (talvolta benevola, altrove spaventosa) della natura più selvaggia, permette di inserire il dilemma del rispetto per essa troppo spesso dimenticato dalla razza umana, e di un ritorno alle cose semplici come l'estasi di un tramonto osservato dalla montagna. In questo assolo attoriale è straordinaria la performance di Martina Gedeck, la cui voce fuori campo è una costante che non infastidisce ma anzi immerge ancor più nella psiche di una donna alla prese con qualcosa più grande di lei.

The Wall Un muro invisibile blocca una donna all'interno di una valle, tagliandola forse per sempre fuori dal mondo. Julian Polsler esordisce su grande schermo con un'opera autoriale di primo piano che, sfruttando un incipit di derivazione fantastica, ricava un'avvolgente dramma in grado di far riflettere e capace di emozionare a più riprese. La lotta di una donna contro la bellezza ma anche contro i pericoli di una natura selvaggia della quale la società moderna ha troppo spesso dimenticato l'importanza.

7.5

Quanto attendi: The Wall

Hype
Hype totali: 0
ND.
nd