Recensione The stalker

Già autore di Circuito Chiuso, il sardo Giorgio Amato sceglie per la sua opera seconda la tematica dello stalking

Recensione The stalker
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Con le fattezze del Victor Alfieri visto, tra l'altro, in Angeli e demoni (2009), Lucio Melillo lavora alla centrale operativa di un istituto di vigilanza privata ed è ossessionato dalla paura di perdere per sempre la sua ex compagna Nadia alias Cosetta"E io non pago"Turco, l'appartamento di cui sta ancora pagando il mutuo e, soprattutto, la figlia di otto anni Adele, ovvero la esordiente Alessia Moore.
E, mentre seguiamo i suoi tentativi per convincere la donna a concedergli un'altra possibilità, a incarnare il nuovo uomo con cui quest'ultima ha iniziato una relazione è lo stesso regista Giorgio Amato, il quale, già autore di Circuito chiuso (2012), spiega: "Il tema dello stalking e, più in generale, della violenza contro le donne, è tornato di grande attualità per via dei fatti di cronaca nera che nell'ultimo periodo si sono ripetuti. Affrontare questa tematica è stata un'operazione molto delicata, soprattutto perché la fenomenologia dello stalking abbraccia un ampio spettro di modalità e tipologie di sex offender talmente differenti tra loro che diventa impossibile riuscire a fare una sintesi rappresentativa del fenomeno. Più in generale, come autore, mi sono sempre posto la domanda di cosa spinga un uomo - ma anche una donna, beninteso - a rimanere ancorato al proprio passato, al punto di perseguitare fino alle estreme conseguenze un'altra persona".

Amato... per la seconda volta

Infatti, è concentrandosi esclusivamente sul punto di vista del persecutore, piuttosto che della vittima, che ha messo in piedi i circa novanta minuti di visione destinati a tirare in ballo, tra gli altri, il Marco Bonini di Diciotto anni dopo (2010) nei panni di un avvocato e il Vincenzo Peluso di Itaker - Vietato agli italiani (2012) in quelli di un collega di lavoro del protagonista; il quale non solo si trova alle prese con l'udienza per l'affidamento della figlia, ma decide anche di prendere parte a una rapina il cui bottino prevede svariati milioni di euro.
Ma provvede anche l'incontro con una prostituta a movimentare l'esistenza del non troppo raccomandabile individuo, rappresentato, comunque, in maniera tale che lo spettatore non provi eccessiva antipatia nei propri confronti; anzi, arriva quasi sempre a schierarsi dalla sua parte, complice in particolar modo l'odiosissimo comportamento sfoggiato dalla dolce metà perduta.
Man mano che la curiosità per ciò che dovrà accadere sale fotogramma dopo fotogramma, a partire dal quarto d'ora iniziale, tutto girato senza alcuna parola e interamente giocato sull'efficace montaggio di Luna Gualano.
Per approdare al tutt'altro che banale finale aperto di un'operazione indipendente non eccelsa ma capace di sfruttare con mestiere i pochi mezzi a disposizione; alla quale, al massimo, potremmo giusto rimproverare la mancanza di coraggio di spingere maggiormente sul pedale del genere, considerando che sfiora i connotati del noir a tinte thriller rimanendo chiaramente, però, nei binari di un dramma riguardante, appunto, il tanto chiacchierato stalking.

The stalker Autore del Circuito chiuso interpretato nel 2012 da Guglielmo”Eaters”Favilla, Francesca”Paura”Cuttica e Stefano”Amore liquido”Fregni, il sardo Giorgio Amato sceglie per la sua opera seconda la tematica dello stalking, concentrandosi sulla persecuzione attuata da un padre separato nei confronti della propria ex compagna. Ed è sfruttando un ottimo Victor Alfieri nel ruolo del protagonista che riesce nell’impresa di costruire su lenti ritmi di narrazione un sufficientemente coinvolgente dramma sociale a tinte thriller, tutt’altro che sciatto dal punto di vista tecnico e caratterizzato da un epilogo piuttosto originale e dal respiro di genere.

6

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