Recensione The Soloist

Un'amicizia improbabile tra due mondi agli antipodi

Recensione The Soloist
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Il genio è sempre ammantato di follia, regola che segue il percorso umano dall'inizio dei tempi. Non fa eccezione anche la storia, ispirata alla realtà, di Nathaniel Ayers, vagabondo con un grande talento per la musica. E non poteva esserci regista migliore quale Joe Wright (Orgoglio e pregiudizio, Espiazione) per portare su grande schermo una vicenda dal sapore quasi teatrale nella sua terrena tragicità. Abbandonata momentaneamente la sua musa Keira Knightley, Wright ha selezionato un duo di veri e propri assi come Robert Downey Jr. (Iron Man) e Jamie Foxx (Collateral), tra i migliori interpreti dell'attuale cinema americano.


Un giorno, per caso

Il giornalista del Los Angeles Times Steve Lopez (Robert Downey Jr.), reduce da un non grave incidente al volto è a caccia di una nuova storia da raccontare. Un giorno per puro caso incontra il vagabondo di colore Nathaniel Ayers (Jamie Foxx), e pensa di aver trovato una nuova gallina dalle uova d'oro. Infatti il senzatetto è dotato di un grande talento per la musica, e passa le sue giornate a suonare il suo vecchio violino (a cui son rimaste solo due corde) ai bordi delle strade, cercando di portare la felicità al mondo. Steve cerca di portare questa scoperta agli onori delle cronache, provando allo stesso tempo di aiutarlo a reinserirsi nella società. Ma Nathaniel, la cui instabile mente è ossessionata da voci ricorrenti che lo rimandano a traumi del passato, non ne vuole sapere di tornare a vivere tra quattro mura, e non riesce ad abituarsi a una normale esistenza. Ora Steve dovrà capire se il rapporto che lo lega al suo nuovo amico è sincero oppure legato solo all'interesse personale. E nel caso, cosa fare per rendere migliore la sua vita.


La strada come casa

The Soloist tratta un tema difficile e racconta attraverso il percorso del protagonista il disagio in cui, nella sola Los Angeles, 90.000 senzatetto lottano ogni giorno per sopravvivere, in mezzo al pericolo e con l'incognita di arrivare al giorno dopo. Ci mostra anche il grande impegno con cui i volontari, in questo caso dell'associazione LAMP, si battono ogni giorno per cercare di salvare questi poveri disperati dalle strade e ricondurli a una parvenza di vita. Non è un caso se, escluso il personaggio di Foxx, tutti gli altri vagabondi siano attori "per caso", che interpretano se stessi e trasmettono una grande forza interiore che ha il pregio di non generare compassione nello spettatore. E proprio uno dei grandi meriti che va dati al film è quello di non rendere il tutto patetico, ma mostrandoci invece l'immensa voglia di vivere, pur tra mille difficoltà, di queste persone con cui il destino non è stato clemente. E' in mezzo a loro che si muove il protagonista, un talento innato perso nell'instabilità della sua psiche che gli ha impedito di realizzare il sogno di diventare un grande musicista. Una passione coltivata fin da bambino: la schizofrenia però ha finito per portarlo a vivere in strada, un Beethoven (punto di riferimento nelle sue citazioni, musicali e non) solitario che si appresta a portare la felicità alla gente con la sua arte. La paura, il terrore dovuto a uno shock passato, le voci che continuano a perseguitarlo erigono una barriera tra lui e il mondo "normale", laddove trascorrere la sua intera esistenza ai bordi dei marciapiedi è meglio della sicurezza di quattro solide e calde mura. Nemmeno l'intervento di Steve Lopez, giornalista del Los Angeles Times, riesce a fargli cambiare idea. Un rapporto tra due uomini agli antipodi, Nathaniel intendo a godere delle piccole cose, Steve diviso tra la ricerca dello scoop e l'ambizione di ergersi a salvatore del nuovo, improvvisato amico. Ma quanto è veramente legato all'amicizia e non al mero interesse economico, alla speranza di aver trovato un nuovo personaggio da incoronare sui giornali? Steve. capirà molte cose sui rapporti che legano gli esseri umani, e avrà anche modo di comprendere meglio il rapporto con la ex-moglie Mary(Catherine Keener), in crisi da diverso tempo. Un dare e ricevere che renderà più ricchi entrambi, e saranno proprio le diversità a rendere ancora più profondo il legame.

Concerto di emozioni

Due ore che scorrono magnetiche, dove la musica ha sicuramente un significato importante e si trasforma in veicolo di unione, unica catena che permette a Nathaniel di rimanere attaccato alla vita. Wright dirige con mano sicura, un direttore d'orchestra che giostra perfettamente due mostri di bravura come Foxx e Downey Jr. Il primo è magnifico nel tratteggiare con una insperata sobrietà una figura atipica e inquieta, con una parlantina tra il psicopatico e il sormione che caratterizza le diverse personalità del personaggio. Downey Jr., visivamente e volutamente sciupato, barba incolta e sguardo deciso ma ricolmo di malinconia, è il perfetto "avversario-amico", e mostra tutti i lati di un uomo diviso tra il lato più materiale e quello più umano. Ma come ci si deve porre dinanzi a un film che è un inno di gioia alla vita, nonostante le difficoltà che questa pone davanti? Col semplice occhio disincantato e magico di un bambino, ancora capace di credere alle favole e che il cinismo che regna imperante non possa sconfiggere anche la più improbabile delle amicizie.


The Soloist Tratto da una storia vera, The Soloist è un film di sentimenti e di percorsi umani, di persone che incrociano i loro destini apparentemente agli opposti, ma capaci di unirsi in una solida amicizia. Un rapporto non facile, ma carico di emozioni che commuovono lo spettatore per due ore intense, accompagnati in questo viaggio da due interpreti strepitosi come Jamie Foxx e Robert Downey Jr. Wright ci offre lo spaccato di una realtà difficile, che spesso è più facile far finta di non vedere, ma che invece scavando sulla superficie è in grado di offrirci personaggi stravaganti e memorabili nella loro disincantata ingenuità. La musica in questo caso è il mezzo per raccontare una storia di un talento disperso nei meandri della vita, cui la sfortuna ha negato un'esistenza migliore ma non per questo la felicità di viverla.

8

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