Recensione The Salvation

Il regista danese Kristian Levring, tra i fondatori del Dogma 95, dirige un western teso, drammatico ed ironico, sul tema della vendetta, con protagonisti un intenso Mads Mikkelsen e la bella Eva Green.

Recensione The Salvation
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"He's the guy who's the talk of the town": attacca così l'iconico motivetto di Lo chiamavano Trinità, poi recuperato anche da Tarantino nel recente Django Unchained. Ma la nomea descritta nell'incipit della canzone si può ben adattare alla maggior parte dei western, non importa di quale provenienza geografica. Ed è proprio su un uomo "conosciuto" dagli abitanti più per le sue origini che per la sua abilità con la pistola che si concentra The Salvation, western danese prodotto dalla Zentropa di Lars von Trier e diretto da un'altro dei fondatori del Dogma 95, quel Kristian Levring autore di un piccolo grande cult d'autore quale Il re è vivo. Presentato fuori concorso alla 65°esima edizione del Festival di Cannes, il film vanta un cast internazionale che vede affiancarsi all'ormai onnipresente protagonista Mads Mikkelsen, nomi ben conosciuti del calibro di Eva Green e Jeffrey Dean Morgan, dell'ex calciatore Eric Cantona e del grande Jonathan Pryce, in una storia dallo svolgimento assai canonico ma comunque non priva di spunti d'interesse.

Il giorno della vendetta

Nel 1870 Jon è un colono danese che già da qualche anno vive negli Stati Uniti, aspettando prima o poi che la moglie e il figlio lo raggiungano dalla lontana Scandinavia. Quando infine il lauto giorno arriva, la loro reunion si trasforma però in una tragedia: mentre è in viaggio su una carrozza, la ricomposta famigliola viene aggredita da due banditi che uccidono il bambino e la donna, questa anche violentata. In preda ad una comprensibile furia Jon uccide i due uomini e fa ritorno alla fattoria dove viveva col fratello. Ma uno degli uomini che ha freddato era il consanguineo del crudele bandito Delarue, che da anni spadroneggia nella vicina cittadina ed ora è pronto a tutto pur di avere vendetta. Jon dovrà così imbracciare il fucile per la propria sopravvivenza e per ridare speranza agli abitanti del posto.

Sfida infernale

Classico e moderno, istinti di genere e acuti autoriali convivono più che degnamente in The Salvation, western che guardia sia ai capisaldi americani che agli nostrani "spaghetti". Violento ma mai gratuito (la scena dell'omicidio della famiglia di Jon è saggiamente lasciato fuori campo), con una certa cura nella caratterizzazione dei vari personaggi (la "muta" di Eva Green è una bad-girl coi fiocchi), il film ha più di uno spunto interessante per gli amanti del filone che, a dispetto di una storyline prevedibile, si appassioneranno facilmente a questo revenge-movie in salsa cowboy. Le atmosfere crepuscolari e melanconiche della prima parte lasciano spazio nella seconda ad un'escalation d'azione realizzata con tutti i crismi del genere, e il registra dimostra una certosina attenzione alla logistica delle sparatorie, mai banali e scevre da artifizi meramente spettacolari, infondendo agli eventi la giusta dose di concretezza condita da una velata e macabra ironia. Tecnicamente il titolo si difende benissimo, con un plauso particolare all'ispirata fotografia di Jens Schlosser, capace di trasmettere in pieno le turbolenze emotive del protagonista, uomo distrutto nell'anima costretto suo malgrado a trasformarsi in giustiziere, interpretato magnificamente da un ormai quasi infallibile Mikkelsen. "Abbiamo pregato invano affinché venisse uno (straniero, sottinteso) come te per sollevarci dalle nostre pene": è nella frase pre-finale pronunciata dall'inerme sceriffo che si rispecchiano anche risvolti contemporanei che donano all'operazione un fascino ancora maggiore.

The Salvation Il regista Levring guarda al genere con uno sguardo personale che infonde al film una certa originalità, pur reggendosi su una storia dal sapore prettamente classicheggiante. The Salvation è un revenge-western che gioca tra dramma ed ironia, con due nemesi ottimanente tratteggiate (Mikkelsen e Morgan ottimamente in parte) e un bel roster di figure secondarie, tecnicamente affascinante e più che coinvolgente nelle parti prettamente "action". In un mercato "limitato" ma mai morto che concede sempre e comunque nuove avventure ambientate nelle iconiche praterie dell'ovest (anche se le riprese hanno avuto luogo in SudAfrica), un titolo che gli appassionati non possono di certo lasciarsi sfuggire.

7

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