Recensione The Rum Diary - Cronache di una passione

Johnny Depp a Portorico tra rum, donne e droghe

Recensione The Rum Diary - Cronache di una passione
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Anni 60, San Juan, Portorico. Paul Kemp (Johnny Depp) è uno scrittore fallito, giornalista a tempo perso, perennemente alcolizzato. Fuggito da un'America che non sentiva più sua, trova lavoro presso un giornale locale, prossimo al fallimento, diretto dal nevrotico Lotterman (Paul Jenkins). Mentre la città è scossa da moti di protesta verso gli americani, colpevoli di una destabilizzazione sociale che rende i poveri sempre più poveri, Kemp si imbatte in Sanderson (Aaron Eckhart) un facoltoso miliardario, che ha intenzione di costruire diversi alberghi in una riserva naturale. Infatuato di Chenault (Amber Heard),  splendida compagna di quest'ultimo, Kemp si troverà coinvolto in un giro di illegalità e corruzione, che cercherà a modo suo di contrastare con l'aiuto del simpatico collega Sala (Michael Rispoli) e dello schizzato Moberg (Giovanni Ribisi).Il colpevole torna sempre sul luogo del delitto. Ed ecco così che dopo lo straordinario successo, di pubblico e di critica, di un cult come Paura e delirio a Las Vegas, Johnny Depp veste nuovamente i panni di un personaggio creato dalla penna di Hunter S. Thompson, geniale e controverso scrittore scomparso nel 2005. Questa volta al posto del funambolico e visionario Terry Gilliam troviamo il più "canonico" Bruce Robinson, a quasi vent'anni dalla sua ultima regia, Gli occhi del delitto (1992). Il film è stato fortemente voluto dallo stesso Depp, che figura anche tra i produttori, e che fu un grande amico dell'autore scomparso. Della trasposizione del romanzo, in Italia conosciuto anche come Il diario del desiderio, se ne parlava da diversi anni, e per la fine di aprile anche il pubblico italiano potrà goderne l'uscita in sala grazie alla sempre attenta 01 Distribution.

Cocktail annacquato

Chi si attendeva, almeno in parte, una sorta di sequel spirituale di Paura e delirio a Las Vegas, rimarrà in parte deluso. Se in parte è certamente dovuto all'atmosfera dell'opera originaria, non si può fare a meno di notare come Robinson, onesto mestierante e nulla più, abbia voluto strizzare sin troppo l'occhio al grande pubblico, rendendo la potenziale carica visionaria un semplice excursus narrativo, una sorta di compendio solamente accennato, e anche una sequenza teoricamente delirante come quella di Kemp e Sala sotto l'effetto di una potente droga, perde tutto il fascino visionario. Al regista infatti pare importare soltanto di concentrarsi sulla storia, da lui stesso adattata per il grande schermo, e lasciare per strada qualsiasi velleità che esuli da una canonica narrazione. Fortunatamente non mancano comunque alcune scene divertenti, e il personaggio di Moberg, interpretato da un Giovanni Ribisi totalmente sopra le righe, può definirsi tranquillamente già cult. Il problema principale di The Rum Diary quindi non risiede di certo nelle interpretazioni (anche se lo stesso Depp pare agire a corrente alternata), quanto in una costruzione che finisce per rendere l'evoluzione degli eventi quasi un fatto scontato, e solo l'epilogo "aperto" può dirsi meno previsto del sospettato. Tecnicamente il film se la cava egregiamente, con una discreta ricostruzione della Portorico di cinquant'anni fa, una buona resa della fotografia abile nel riprendere paesaggi sconfinati, e una colonna sonora che tra il classico italico Volare -rifatto in più versioni- e pezzi di Patti Smith, svolge più che degnamente il suo compito di accompagnamento. Valore aggiunto, ma soltanto per il pubblico maschile, è inoltre la folgorante bellezza di Amber Heard, che dai fantasmi del The Ward a femme fatale di Johnny Depp ne ha fatta di strada, proponendosi tra le attrici da tenere d'occhio nell'immediato futuro. Se solo si fosse osato qualcosa in più, probabilmente saremmo qui a parlare di un piccolo capolavoro; a conti fatti comunque ci troviamo dinanzi a un onesto prodotto in grado di garantire circa due ore di divertimento "classico" che tanto piace al grande pubblico.

The Rum Diary - Cronache di una passione Niente eccessi visionari, né scene culto degne di essere ricordate. Se è vero che l'opera di Thompson avrebbe forse meritato maggiore attenzione, il risultato non può comunque dirsi un totale fallimento, proponendosi come l'ideale per una serata senza troppi pensieri. Un cast in discreta forma, su cui spiccano la Amber e Ribisi a dispetto di un Depp convincente solo a tratti, e una realizzazione tecnica più che onesta rendono questa trasposizione, voluta dallo stesso interprete di Paura e delirio a Las Vegas, un carino omaggio alla memoria dello scrittore, ma le aspettative per un nuovo cult sono purtroppo andate disattese.

6.5

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