Recensione The Next Three Days

Russell Crowe torna al thriller diretto da Paul Haggis

Recensione The Next Three Days
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Che cosa faresti se la persona che ami fosse arrestata improvvisamente e portata via, lontano da te, forse per sempre? E se l'ultima opportunità di trascinare la tua famiglia lontano dal baratro fosse quella di mettere a segno un reato potenzialmente mortale con scarse possibilità di successo? E se riuscissi nell'impresa, che cosa accadrebbe dopo?
Parte da questi tre interrogativi il terzo lungometraggio cinematografico diretto dal canadese Paul Haggis, regista di Crash-Contatto fisico (2004) - che gli valse il premio Oscar - e di Nella valle di Elah (2007), nonché sceneggiatore di Million dollar baby (2004) di Clint Eastwood e delle avventure bondiane Casino Royale (2006) e Quantum of solace (2008), rispettivamente a firma di Martin Campbell e Marc Forster.
Terzo lungometraggio che è, in realtà, il rifacimento del francese Pour elle (2008) di Fred Cavayé, internazionalmente conosciuto come Anything for her; infatti, Haggis spiega: "Ho sempre voluto fare un thriller, specie uno di quelli in cui la storia d'amore gioca un ruolo centrale. Qui avevamo uno scenario classico alla Hitchcock, un uomo assolutamente comune che, all'occorrenza, si caccia in situazioni straordinarie. Non può sopportare di vedere la moglie e il figlio soffrire tanto per essere separati l'uno dall'altra. Ma quando scopre ciò che occorre per tirarla fuori di lì deve porsi un difficile quesito: ‘Salveresti la donna che ami sapendo che nel farlo ti trasformeresti in qualcuno che lei potrebbe non amare più?'".

Pour elle made in USA

Ed è Russell Crowe - anch'egli vincitore dell'ambita statuetta - a vestire i panni dell'insegnante in un college pubblico John Brennan, la cui vita sembra perfetta solo fino a quando la moglie Lara, interpretata dalla Elizabeth Banks di The uninvited (2009), viene arrestata e condannata per un omicidio che sostiene di non aver commesso.
A tre anni dalla condanna, infatti, John continua a crescere il suo unico figlio Luke alias Ty"Revolutionary road"Simpkins e a battersi per tenere unita la famiglia, tentando sempre di dimostrare l'innocenza della moglie con ogni mezzo a disposizione; però, quando la Corte Suprema respinge il loro ultimo appello e la donna tenta il suicidio, decide che gli è rimasta una sola soluzione possibile: escogitare un elaborato piano di fuga di Lara, rifiutando di lasciarsi scoraggiare dalle scarse probabilità di successo o dalla propria inesperienza ed immergendosi lui stesso in un mondo pericoloso e sconosciuto fino a quel momento.

Io, loro e Lara

Quindi, giusto il tempo di fare conoscenza con i due protagonisti che assistiamo all'arresto della donna, per poi seguire, nell'ordine, gli ultimi tre anni, gli ultimi tre mesi e gli ultimi tre giorni trascorsi da John alla ricerca del modo per poter permettere alla moglie di evadere dal carcere.
Un periodo di tempo in cui l'uomo incontra non pochi personaggi, dal procuratore legale Meyer Fisk, con le fattezze del Daniel Stern di Mamma, ho perso l'aereo (1990), allo spacciatore Mouss, interpretato dal rapper "RZA" Robert Diggs, passando per Nicole alias Olivia"TRON Legacy"Wilde e il Damon Pennington cui concede anima e corpo il mai disprezzabile Liam"Darkman"Neeson, ex-detenuto che ha pubblicato i racconti delle sue molteplici evasioni.
Ma, se la prima parte dei circa 122 minuti di visione procede in maniera piuttosto fiacca su lenti ritmi di narrazione, il tenore generale della pellicola non sembra migliorare neanche nel corso della seconda, quando la tensione - almeno sulla carta - comincia a salire e, al di là della serrata corsa all'epilogo, anche qualche pallottola fa la sua entrata in scena.
L'insieme, infatti, caratterizzato in ogni caso da uno script tutto sommato apprezzabile volto ad affrontare la natura e il potere della fiducia, finisce per reggersi in particolar modo sulle spalle di Crowe, qui neanche in una delle sue prove migliori.
Oltre a risultare decisamente prolisso e ad approdare ad una banale soluzione finale volta a spiegare chiaramente cosa avvenne la sera del delitto.

The Next Three Days Vincitore del premio Oscar per Crash-Contatto fisico (2004), il canadese Paul Haggis torna al grande schermo, dopo Nella valle di Elah (2007), per dedicarsi al rifacimento del thriller francese Anything for her (2008) di Fred Cavayé, interpretato da Vincent Lindon e Diane Kruger. Sostituiti i due attori protagonisti con Russell Crowe ed Elizabeth Banks, il risultato sono circa 122 minuti di visione che, pur essendo costruiti su uno script che prevede tensione nella maggior parte delle situazioni che lo compongono, non sembra riuscire a trasmettere in maniera efficace l’adrenalina allo spettatore, il quale finisce soltanto per provare tanta noia. Pur lasciando tranquillamente trasparire il fondamentale messaggio relativo all’importanza dell’unione familiare e agli estremi sacrifici che si affrontano per l’amore dei propri cari.

5.5

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