Recensione The Lovers

Roland Jaffé è dietro la macchina presa di questa insolita produzione tra India, Australia e Belgio: un film improbabile che viaggia nel tempo per spiegarci il vero significato dell'amore.

Recensione The Lovers
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Non sono rari i casi di love-story che giocano, sul grande schermo, coi viaggi temporali. Per ovviare alla banalità imperante di buona parte delle produzioni a tema il regista Roland Joffé, autore in passato di capolavori come Urla del silenzio e Mission, ha deciso di addentrarsi in una via più ardua e difficile. The Lovers, co-produzione tra India, Australia e Belgio, ha avuto un arduo percorso gestazionale: girato addirittura nel 2010, in seguito a problemi finanziari il titolo ha avuto un lungo periodo di letargo finché i diritti non sono stati acquisiti da Corsan Films, che lo ha distribuito oltreoceano nel marzo del 2015 dopo la discussa presentazione al festival di Cannes dell'anno precedente. Come spesso in queste occasioni, i ritardi troppo lunghi sono sinonimo che qualcosa non è andato per il verso giusto, e a visione avvenuta non possiamo che confermare questa regola non scritta.

L'amore che non muore

Nel 2020 Jay Fennel e la sua fidanzata sono degli studiosi di antichi reperti sepolti nelle profondità oceaniche. Durante un'immersione andata a male la vita della ragazza è in serio pericolo e Jay si getta in mare senza il necessario equipaggiamento: riesce a salvare l'amata, ma rimane in uno stato di coma permanente. Duranteil giovane comincia a sognare di James Stewart, un soldato della marina britannica (con le sue stesse sembianze) che è pronto, nel 1778, a partire per una pericolosa missione. Lungo la via, dopo essersi trovato in mezzo a complotti e intrighi di potere alla corte dei principi indiani, James si imbatte nella bella guerriera / profetessa Tulaja, della quale si innamora, ricambiato dalla donna.

Mission failed

Un pasticcio di rara ingenuità, tra connessioni temporali che sfiorano i limiti dell'assurdo e forzatissimi sviluppi sentimentali. The Lovers fallisce in pieno tutte le sue carte: dal lato fantastico è infatti incapace di creare una narrazione degna, mentre si attorciglia su una sciatta love-story priva di passione. Sembrerebbe quasi uno scherzo di cattivo gusto se non si conoscessero le qualità, umane e artistiche, del regista (a dire il vero un po' appannate negli ultimi tempi) che probabilmente deve avere ben più che risentito dei problemi economici che ebbero luogo durante le riprese. Le due ore si dipanano per la loro quasi interezza (esclusi il prologo e il ridicolo epilogo) nel sogno / passato, in quell'India tanto stupenda quanto mal sfruttata dall'evoluzione degli eventi. Frettolose battaglie, all'arma bianca e non, fughe romantiche e intrighi di palazzo rasentano già la fiera dell'improbabile, aumentata ancor più da quell'aura fantastica che, anziché dare il giusto risalto all'affascinante mitologia indiana, si perde in stucchevoli profezie sull'amore che non muore e perdura nei secoli. La co-produzione bollywoodiana assicura un gran numero di interpreti esotici, a cominciare dalla bella (e basta, almeno in questo caso) protagonista Bipasha Basu, mentre il doppio Josh Hartnett sembra costantemente chiedersi "chi me l'ha fatto fare".

The Lovers Filosofia indiana, profezie, love-story che si collegano tra passato e futuro. The Lovers è il punto più basso nella carriera di un grande cineasta come Roland Joffé, un film sconclusionato e fastidiosamente ambizioso che si perde noiosamente in un quasi totalizzante "flashback" in costume per arrivare a spiegarci, in quasi due ore di supplizio, che l'amore vero dura per l'eternità. E sai che scoperta.

3.5

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