A situazioni estreme corrispondono azioni disperate?
Ci rispondono i bulgari Kristina Grozeva e Petar Valchanov tramite The lesson - Scuola di vita, loro primo lungometraggio cinematografico, della cui origine precisano: "Alcuni anni fa venne riportato in televisione che, in una cittadina bulgara, una donna aveva rapinato una banca. Tutti sospettavano che fosse stata una tossicomane, una criminale... Nessuno poteva immaginare che la rapinatrice della banca fosse in realtà una rispettabile insegnante con due lauree. La frase ‘Insegnante rapina una banca!!!' era una contraddizione in sé, e per questo volevamo saperne di più. Questo evento, accaduto nella nostra realtà, ci aveva lasciato una profonda traccia e aveva fatto sì che ci chiedessimo quale è la ragione che spinge una persona rispettabile a diventare una criminale".
Non a caso, Margita Gosheva concede nel film anima e corpo alla professoressa di inglese Nadia, fermamente decisa ad insegnare ai suoi studenti l'onestà e il rigore morale ancor prima della lingua e letteratura; fino al momento in cui, però, si vede costretta a cambiare prospettiva.
Giustizia in... crisi!
Periodo che i due cineasti affrontano scavando a fondo il mondo interiore della donna e smuovendone i conflitti nel tentativo di lasciar emergere la lotta con la sua stessa moralità; man mano che, obbligata a saldare immediatamente l'intero debito, finisce per non avere altra soluzione che chiedere un ulteriore prestito a un usuraio, progettando di ripagarlo proprio attraverso la vendita del veicolo.
Usuraio che, ovviamente, non tarda a minacciare addirittura di prendersela con la figlia; mentre il confine tra il giusto e l'ingiusto si rivela sempre meno netto di quanto possa credere sia lo spettatore che la protagonista, disposta a tutto pur di ottenere i soldi di cui ha bisogno.
E, con la brutale realtà economica d'inizio XXI secolo a fare da imponente sfondo, dinanzi alla progressiva disperazione vissuta dall'eroina in questione Grozeva e Valchanov ricorrono ad uno stile narrativo distaccato, pulito e preciso, mantenendo in superficie un atteggiamento freddo e imparziale.
Uno stile mirato a fornire una visione obiettiva che agli occhi dell'osservatore amplifica l'impatto emotivo della vicenda narrata; il cui maggiore pregio è senza dubbio rappresentato dal notevole realismo trapelante dal tutto, ma che si trova in (buona) parte a dover fare inevitabilmente i conti con l'eccessiva lentezza narrativa, tipica di determinate produzioni da grande schermo provenienti dall'Europa orientale.
Prendendo ispirazione dal cinema di Jean-Pierre e Luc Dardenne, i bulgari Kristina Grozeva e Petar Valchanov raccontano in The lesson - Scuola di vita la mutazione dei concetti di onestà e giustizia in base all’influenza del temibile spettro della crisi economica. Non mancano piccole occasioni per sorridere (si pensi al dialogo sui Chakra), ma è in modo crudo ed estremamente veritiero che costruiscono il tutto per creare un film volto a narrare una storia amaramente realistica. Con l’unica pecca di far apparire l’insieme tirato un po’ per le lunghe (siamo sull’ora e cinquanta circa), complice il piuttosto lento ritmo generale.