Recensione The Last Face

Sean Penn porta in concorso al Festival di Cannes 2016 The Last Face, un melodramma dal super cast (Javier Bardem, Charlize Theron, Jean Reno) che mischia (malamente) il fronte orrore e stragi umane ai capricci emotivi di due medici 'senza frontiere'.

Recensione The Last Face
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Miguel Leon (Javier Bardem), di origine spagnola, lavora nell'equipe di Medicins du monde (ovvero un corrispondente dei Medici senza frontiere) in Liberia, territorio dell'Africa nordoccidentale per lungo tempo interessato da una martirizzante guerra civile. Un luogo dove lo stato di belligeranza nella sua condizione costante si affianca a quello dell'indigenza, rendendo il lavoro del medico un'impresa ai limiti del possibile, costantemente gravata dal sangue delle perdite, dalla mancanza di medicine e attrezzature sufficienti, dall'immagine di uomini e bambini che muoiono a grappoli, e di fronte ai quali nulla può esser fatto. Quegli stati esistenziali che determinano la consapevolezza di un'impotenza dolorosa e reale ma che, al tempo stesso, rendono l'uomo di vocazione determinato, come Miguel, a farsi in quattro per dare il proprio supporto. Vanno 'in onda' ogni giorno scene spaventose che il buon dottore ha imparato a metabolizzare e gestire con la sua incrollabile determinazione, la consapevolezza di essere nel posto giusto, e nell'unico ruolo al mondo che sente suo. Ma in spazi del genere dove la quotidianità è sempre un'emergenza, non c'è spazio quasi per nient'altro, incluso l'amore che resta spesso confinato a un'idea platonica di vicinanza emotiva o all'incontro estemporaneo di due corpi bisognosi di contatto. Con l'arrivo nel campo di Wren Petersen (Charlize Theron), però, avvenente figlia di un importante medico fondatore dell'ONG per cui tutti lavorano, lo sguardo di Miguel verrà catturato senza riserve da quel volto angelico che gli infiammerà il cuore e la mente senza riserve, divenendo l'ultima immagine possibile da sognare e rievocare ("The Last Face"). Tra i due medici inizierà una relazione forte ma conflittuale, subordinata allo stato frenetico del mondo in cui vivono e al diverso sguardo su quello stesso mono che nell'arco delle loro vite i due medici hanno maturato.

La disfatta di Sean Penn

Sean Penn porta a in concorso Cannes 2016 The Last face, e la scelta non poteva essere più azzardata perché, al di là dei limiti strutturali, palesi e ingombranti che l'opera del regista - fischiata alla proiezione stampa della kermesse francese - mostra, quest'ultimo lavoro di Penn sembra non rientrare affatto nel filone di cinema autoriale di norma in transito per la vetrina di Cannes, ma piuttosto appartenere a quel gruppo pseudo educativo dai toni ‘commerciali' mosso dall'idea (erronea) di portare al pubblico drammatiche storie attuali innestate in uno sguardo più diretto, leggero. Sean Penn mischia dunque e sostanzialmente sacro (la tragicità della morte, della sofferenza, dell'umana follia fratricida) e profano (l'amore oscillante tra due protagonisti liberi, che sono lì per scelta ma hanno in qualsiasi momento la possibilità di lasciare la nave che affonda). Il turbinio amoroso dei due protagonisti e il dilemma legato alle domande (e risposte) sulla loro missione, entra così a gamba tesa nel sangue, nei corpi mutilati e straziati della gente che invece lì è nata e vi morirà precocemente e senza colpa, prendendo a prestito la Liberia che diventa un non-luogo sfruttato solo nella sua connotazione di 'sangue'. Piani narrativi paralleli che non si incontrano e non si mescolano, sostenuti dalla ricerca di un lirismo registico che cozza con l'inadeguatezza della struttura della narrazione, inciampata spesso in dialoghi fuori posto e in un'insistenza sulla spettacolarizzazione del dolore (il bambino costretto a scegliere tra la propria vita e quella del padre) che supera il limite del ‘funzionale' del racconto ed entra nel terreno controverso del ‘ricatto' morale e nella ‘predica' moralizzatrice fine a sé stessa. Davvero un passo falso per un regista ( e celebre attore) che in passato ha saputo regalare opere interessanti e capaci di denotare uno sguardo decisamente più 'sensibile' come Lupo solitario o Into the Wild.

The Last Face L’attore e regista Sean Penn presenta in concorso al Festival di Cannes 2016 The Last Face, melò 'fuori traccia' che mischia l’orrore della guerra civile in Liberia al dramma sentimentale di due medici (dalle visioni opposte) impegnati a dare il loro contributo alla causa umanitaria. Inseguendo ogni elemento di spettacolarizzazione e sfruttamento non etico del dramma, Sean Penn costringe un cast di attori di livello (nello specifico Javier Bardem, Charlize Theron, Jean Renò ed Adèle Exarchopoulos - gli ultimi due in parti marginali e ancor più futili) a incarnare i burattini di un mix ridondante di dramma e sentimento. Un’opera che calpesta il sentiero minato dei temi del martirio dei popoli associato a quello delle ‘figure’ di salvataggio, e che smarrisce lungo la via ogni senso e ragione d'esistere.

4

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