Recensione The Human Centipede 3 (Final Sequence)

Tom Six si occupa del terzo capitolo della sua popolare saga horror riguardante il folle progetto di realizzazione di un millepiedi umano e, riprendendo sia il protagonista del primo film che quello del secondo, li porta tra le mura di un carcere.

Recensione The Human Centipede 3 (Final Sequence)
Articolo a cura di

Si ricomincia immediatamente dal finale del precedente The human centipede 2 (Full sequence) (2011), del quale ritroviamo subito in scena il Laurence Harvey che, lì impegnato a concedere anima e corpo al grasso, basso e inquietante Martin, guardiano notturno in un parcheggio talmente ossessionato dal film The human centipede (First sequence) (2009) da decidere di concretizzare il millepiedi umano mostrato in esso, qui veste i panni di Dwight Butler, contabile - fornito di baffetto chiaramente hitleriano - del Bill Boss cui, appunto, mostra le prime due pellicole.
Il Bill Boss che, incarnato dal Dieter Laser che ricoprì nel capostipite il ruolo del chirurgo in pensione interessato ad unire tramite bocca e ano due turiste americane a un tizio giapponese, altro non è che il sadico direttore di un carcere del Texas a rischio di licenziamento da parte del governatore Hughes, insoddisfatto dei suoi metodi, sebbene siano tutt'altro che teneri.
Governatore manifestante le fattezze della star in declino Eric"I migliori"Roberts, il quale rappresenta soltanto uno dei più o meno noti ospiti di questo The human centipede 3 (Final sequence) (2015), comprendente nel cast il Tommy'Tiny'Lister di Jackie Brown (1997) nella parte di un detenuto, la porno-attrice Bree Olsen in quella della segretaria del tanto folle quanto violento protagonista e lo stesso regista Tom Six - autore dell'intero franchise - preso a fare se stesso.

Sixploitation!

Perché, se già il secondo capitolo lasciava intuire una certa spruzzata di metacinema, questo terzo tenta di renderla ancora più evidente coinvolgendo il cineasta in qualità di consulente per l'atroce esperimento volto a generare la creatura caratterizzata da un unico apparato digerente, utilizzando, stavolta, i criminali rinchiusi nella prigione.
Tenta, appunto, in quanto il discorso, in realtà, si limita a questa simpatica parentesi per lasciare spazio alle nefandezze assortite finalizzate, in maniera evidente, a mettere in risalto il clima da exploitation anni Settanta proto-nazi movie alla Lager SSadis Kastrat Kommandatur (1976) di Sergio Garrone e La bestia in calore (1977) di Luigi Batzella.
Del resto, tra ossa rotte e torture a base di acqua bollente sul volto, non mancano neppure un paio di testicoli cucinati dopo una insostenibile, esplicita sequenza di castrazione nel corso della oltre ora e quaranta di visione che, caratterizzata da una confezione tecnica più curata e lussuosa del solito, cerca il suo ingrediente di salvezza nell' accentuazione della venatura grottesca e del ridicolo.
Ma, se il primo lungometraggio è entrato nell'olimpo dei cult dello splatter underground più per la sua bizzarra idea di base che per ciò che mostrò (decisamente poco) e il successivo, al contrario, puntò giustamente sul sensazionalismo visivo rispecchiando in maniera efficace - complice anche la scelta della realizzazione in bianco e nero - la squallida atmosfera di determinati midnight movie del passato, questo episodio conclusivo non si riduce altro che ad una gratuita e noiosa fiera del disgusto e della perversione... tirata un po' troppo per le lunghe ed in cui, oltretutto, il concepimento del "mostro" del titolo occupa soltanto una minima fetta di girato, come se non fosse più l'elemento portante della trilogia.

The Human Centipede 3 (Final Sequence) Ambientato in un durissimo carcere texano diretto dal Dieter Laser del primo film spalleggiato dal Laurence Harvey del secondo, The human centipede 3 (Final sequence) si pone l’assurdo obiettivo di concretizzare il chiacchieratissimo millepiedi umano della serie tramite l’assemblaggio di cinquecento detenuti. Con partecipazioni di Eric Roberts, Tommy’Tiny’Lister e della pornostar Bree Olsen, però, il regista Tom Six sembra stavolta ridursi ad inscenare stancamente una fiacca e noiosa sequela di situazioni tanto violente quanto stomachevoli; cercando inutilmente, oltretutto, di camuffare la pochezza di idee non solo dietro l’esaltazione dell’ironia e del metacinema (vi compare nel ruolo di se stesso), ma anche attraverso l’introduzione di un grottesco attacco agli Stati Uniti che poco interessa dinanzi alla fiacca accozzaglia di disgustosa exploitation in questione, guardante chiaramente all’infame filone dei nazi movie.

5

Che voto dai a: The Human Centipede 3 (Final Sequence)

Media Voto Utenti
Voti: 0
ND.
nd