Recensione The Human Centipede

Recensione del tanto discusso film di Tom Six

Recensione The Human Centipede
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Il titolo, così particolare e già cult, potrebbe erroneamente spingere a pensare che il lungometraggio in questione sia un bizzarro fanta-movie degli anni Cinquanta basato su un'invasione di pericolosi uomini lombrico, oppure su una di quelle gigantesche creature nipponiche protagoniste di tanti kaiju eiga (i film incentrati su Godzilla e derivati, per intenderci). Scritto e diretto da Tom Six, originario dei Paesi Bassi, The human centipede, invece, è stato di sicuro il film più discusso degli ultimi due anni, in fatto di trasgressione, insieme allo shockante A serbian film di Srdjan Spasojevic, il quale, però, affronta un argomento del tutto diverso.
Infatti, mentre in quest'ultimo abbiamo un famoso attore hard decaduto alle prese con una vicenda di sesso e violenza estrema, il film di Six si propone di portare sullo schermo uno degli esperimenti più assurdi mostrati dall'universo della celluloide.

Le folli notti del dottor Heiter

Il punto di partenza di quello che il regista dichiara essere solo il primo tassello di una trilogia, costato circa 1500000 euro, rientra tra i più classici sfruttati all'interno del filone horror: due ragazze con l'automobile in panne che cercano aiuto. In questo caso, Jenny (Ashlynn Yennie) e Lindsay (Ashley C. Williams), turiste americane in vacanza in Germania che, dopo aver forato una ruota su una strada circondata dal bosco, finiscono per ritrovarsi nella lussuosa villa del dottor Heiter (Dieter Laser), chirurgo di fama internazionale ormai da tempo in pensione.
Purtroppo per le due, però, l'uomo, dopo aver trascorso tanti anni a separare gemelli siamesi, è intento a portare a termine un progetto decisamente folle: la creazione di una specie di millepiedi umano dotato di un unico apparato digestivo unendole, tramite bocca e ano, al turista giapponese Katsuro (Akihiro Kitamura), anch'egli ritrovatosi nell'insospettabile casa degli orrori, su cui cade presto l'occhio dei poliziotti Kranz (Andreas Leupold) e Voller (Peter Blankenstein).

Six and violence

Quindi, tenendo in considerazione la tematica legata ad una forma di orrore volta a sfruttare modifiche del corpo dell'essere umano, sulla carta l'idea potrebbe spingere tranquillamente a pensare che il film di Six sarebbe stato perfetto per David"Inseparabili"Cronenberg. In realtà, invece, siamo con ogni probabilità più dalle parti dell'infinità di pellicole trash con mad doctor, tra le quali tornano in mente quelle firmate dallo spagnolo Jess Franco, tanto che, nei panni del folle Heiter, non avrebbero di sicuro sfigurato né l'Howard Vernon de Il diabolico dottor Satana (1962), né l'Helmut Berger de I violentatori della notte (1987).
Ma il regista, attraverso una messa in scena piuttosto rozza, anziché puntare immediatamente all'effetto splatter e allo shock visivo conferisce ai primi tre quarti d'ora di visione l'aspetto di un thriller, anche se, tra lentezza narrativa e qualche silenzio, la tensione, in fin dei conti, non si avverte quasi per niente.
Ed anche nel corso della seconda parte, quando ci si aspetterebbe un'esplosione di violenza e frattaglie varie, la pellicola non sembra spingere poi molto sul pedale dell'esagerazione, forse per mancanza di coraggio, forse, anzi, probabilmente, per una scelta puramente stilistica.
Quindi, con i diversi protagonisti che, caratterizzati da un profilo psicologico appena abbozzato, non rappresentano altro che il campionario di corpi da sfruttare ai fini dell'exploitation, ci troviamo dinanzi a circa novanta minuti di montaggio capaci di scandalizzare veramente poco, nonostante le tante voci circolate dopo il passaggio del film nei vari festival.
Anche se il risultato finale si lascia tranquillamente guardare, proprio come tanta trasgressiva spazzatura cinematografica degli anni Settanta (comprendente pure il citato Franco) che oggi piace tanto rivalutare, spesso senza alcun preciso criterio.
Mentre ci si chiede se voglia incarnare le fattezze di un vero e proprio messaggio politico l'immagine dell'orientale con l'ano collegato alla bocca della ragazza americana, a sua volta attaccata nella stessa maniera alla sua amica.
D'altra parte, come in Hostel (2005) di Eli Roth, abbiamo degli abitanti del paese degli yankee che si ritrovano nelle mani di tutt'altro che raccomandabili europei.

The Human Centipede (First sequence) A quanto pare primo capitolo di una trilogia di cui, per il 2011, è già stato annunciato The human centipede 2 (Full sequence), il film di Tom Six ricorda nell’idea generale i tanti prodotti trash che hanno per protagonisti scienziati pazzi intenti a portare a termine folli esperimenti da novelli dottor Frankenstein. Il risultato finale, però, scandalizza più per l’assurdo argomento trattato (un millepiedi umano realizzato assemblando più persone collegate tramite bocca e ano) che per il modo in cui viene portato sullo schermo, attraverso circa novanta minuti di visione tutt’altro che infarciti di violenza grafica ed immagini impressionanti. Quindi, siamo dinanzi all’ennesima incarnazione di celluloide del famoso detto “Molto rumore per nulla”.

6

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