Recensione The Grudge 2

Il rancore è più forte che mai

Recensione The Grudge 2
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La paura viene dall’oriente

Il filone dei remake dei film horror giapponesi è più che mai sfruttato. Gli spettri orientali, così diversi dai nostri, sono riusciti a insidiarsi rapidamente nel nostro immaginario collettivo, contribuendo a delineare una nuova concezione della paura, se non degli stessi fantasmi. I vecchi spiriti, fatti di ululati e catene, sembrano ormai un ricordo di fonte a questa "nuova generazione" in cui i fantasmi, oltre ad essere corporei, sono anche dannatamente paurosi. Anche in questo caso, il cinema ha dato un aiuto importante alla creazione di questa nuova "superstar". Infatti, è grazie al film The Ring (2002) che l'occidente ha iniziato a concentrarsi su questo genere, per raggiungere negli utlimi anni le dimensioni che tutti noi conosciamo. Il primo film della serie The Grudge uscì sfruttando proprio la popolarità del filone inaugurato dall'opera di Gore Verbinski, ottenendo un discreto successo nonostante non si potesse onestamente definire un capolavoro. Due anni dopo, ecco comparire ai botteghini l'immancabile seguito. Che cosa è cambiato questa volta?

Kayako is back

Dopo aver bruciato la casa in cui ebbe origine la maledizione di Kayako, Karin è ricoverata in ospedale e accusata di incendio doloso. Aubrey, sorella minore di Karin, la raggiunge immediatamente in ospedale, nonostante tra di loro non scorra buon sangue. Ma, una volta arrivata nella stanza della sorella, Aubrey si trova davanti un scena che la fa rabbrividire: Karin è visibilmente scossa e subito si avventa su Aubrey, intimandole di non entrare assolutamente nella casa che lei stessa ha incendiato. Qualche minuto dopo, Karin sembra essersi tranquillizzata, ma d'improvviso le luci iniziano ad oscillare ed un gorgoglio sinistro si diffonde per tutta la stanza. Non ci sono più dubbi, l'incendio non ha per nulla placato Kayako, che anzi ora più che mai è decisa a prendere la vita di Karin, che però miracolosamente riesce a sciogliere le cinghie ed a scappare. La fuga di Karin non è comunque delle più semplici: lo spirito di Kayako si dimostra più vendicativo che mai e pronto a farle pagare l'incendio con la sua stessa vita. L'inseguimento ha infatti come conclusione inevitabile la morte di Karin, che precipita dal tetto dell'ospedale atterrando proprio vicino alla sorella.
Dopo questa esperienza, Aubrey sembra cedere allo sconforto e decide di ripartire per l'America, ma un reporter giapponese, amico della sorella, la mette al corrente della maledizione che aleggia sulla casa da quando Kayako e suo figlio furono uccise dal marito geloso. Impaurita, ma stranamente determinata, Aubrey decide di seguire il reporter per far luce sulle circostanze che hanno portato al "suicidio" della sorella. Ma per indagare a fondo dovrà entrare nella casa, ed una volta entrata la maledizione di Kayako calerà su di lei, per non arrendersi fino a soggiogarla completamente.

Una maledizione che convince

Il primo film della saga, nonostante fosse di discreta fattura, soffriva di una cattiva distribuzione della tensione: i momenti di paura venivano infatti alternati a lunghi intermezzi, per poi sfociare sbrigativamente in un finale dall'esagerata componente orrorifica.
Questo modo di dirigere i film horror difficilmente incontra, però, il consenso degli spettatori occidentali: il nostro modo di concepire e interiorizzare la paura, infatti, necessita di un ritmo costante, in maniera tale da "incollare" lo spettatore in una sorta di tensione impalpabile ma sempre presente (si pensi allo Shining di Kubrick).
The Grudge 2 riesce dove il suo predecessore ha fallito, e risulta in grado di creare l'atmosfera giusta affinché il film risulti inquietante e profondo, senza tuttavia annoiare. Durante tutta la visione, infatti, non viene concesso un solo attimo di tregua ai nervi dello spettatore, continuamente bombardato da apparizioni improvvise, alternate a scene all'apparenza inoffensive per il nostro sistema nervoso, ma che repentinamente ci sorprendono con immagini di impressionante crudezza (ne è un esempio eminente la scena iniziale). Il risultato finale è quello di un film piacevole da guardare anche per i fan dell' horror più sfrenato, che potranno ritenersi soddisfatti dei numerosi salti dalla sedia.
Qualche piccola pecca si riscontra nella psicologia dei personaggi (che a volte sfiora i classici cliché horror) e nella banalità di alcune scene (come ad esempio quella della doccia), talmente sfruttate in passato da risultare estremamente prevedibili e scontate.
Trattandosi di un film diretto da un regista giapponese, sembrerebbe logico aspettarsi una recitazione lenta e compassata, magari ripresa dallo stile delle pellicole di Shyamalan. Tuttavia, a dispetto dei pregiudizi, la recitazione risulta tipicamente occidentale, decisamente più familiare all'audience e con l'indubbio pregio di rendere la narrazione scorrevole e facilmente comprensibile. Menzione speciale per l'attore che interpreta il marito di Kayako, che riesce a rendere alla perfezione la gelosia destinata a sfociare in un folle istinto omicida, e per il vecchietto giocherellone che tramite un gesto all'apparenza semplice ed infantile riesce a far raggelare il sangue.
Le musiche non spiccano per la loro bellezza, ma una nota di merito va attribuita agli effetti sonori, che riescono a creare un evidente senso di disturbo. In particolare, i gorgoglii prodotti da Kayako (che con il prosieguo della narrazione diventano via via sempre più macabri) e il celeberrimo "bambino miagolante", ormai entrato nell'immaginario collettivo (grazie anche alla sua parodia in Scary Movie 4).
La fotografia, decisamente particolare, predilige l'utilizzo del verde oliva nelle scene ambientate all'interno della casa di Kayako, mentre le sequenze che si svolgono di giorno risultano parecchio illuminate. Questa scelta originale sfata il classico mito del "sole che uccide i mostri": Kayako, infatti, non è minimamente intimorita dalla luce solare, e spesso attacca in pieno giorno se non addirittura in presenza di persone.

The Grudge 2 The Grudge 2 rappresenta un film horror che, grazie a delle trovate semplici ma efficaci, riesce a regalare dei momenti di effettiva inquietudine anche a chi conosce il genere. Nonostante la regia giapponese, il film non risulta lento e privo di mordente, ma riesce ad interessare lo spettatore fino alla fine senza annoiarlo. Consigliato sia agli spettatori più smaliziati del filone, sia a coloro i quali vogliano passare un po’ di ore in compagnia senza impegnarsi troppo. Sconsigliato a chi è particolarmente sensibile agli spaventi improvvisi, in quanto il film, secondo la propria natura, ne fa un uso piuttosto abbondante.

7

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