Recensione The Call Up

Un gruppo di gamer invitati ad un gioco di realtà virtuale dovrà lottare per la sopravvivenza (reale) in The Call Up, action sci-fi di Charles Barker.

Recensione The Call Up
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Un gruppo di esperti gamer, di ogni etnia e provenienza, ha ricevuto l'invito per partecipare ad un avveniristico progetto di realtà virtuale nel quale il vincitore avrà diritto a portarsi a casa la somma di 100.000 dollari. Il gioco, che ha luogo in un gigantesco grattacielo apparentemente disabitato, impone ai contendenti di indossare delle tute bianche ed un casco includente un visore trasmettente le immagini del mondo fittizio; ognuno dei membri del team ha inoltre un medikit da usare in caso di danni subiti. Ma ciò che sembrava essere inizialmente un semplice fps da interpretare in prima persona, collaborando insieme al proprio team, si trasforma in un incubo; le ferite subite durante le sparatorie infatti provocano dolore reale e se non curate in tempo possono condurre alla morte. Qualsiasi tentativo di fuga dalla struttura inoltre è reso impossibile dalle apparecchiature di sicurezza, trasformando l'odissea di questi soldati per gioco in una vera e propria lotta per la sopravvivenza.

Play or die

Il mondo della realtà virtuale bazzica da diversi anni il cinema di genere: recente è l'imbarazzante incursione italiana con l'impresentabile Game Therapy. Proprio nella genesi narrativa si avvicina alla produzione nostrana The Call-Up, produzione britannica uscita alla fine di maggio. Qui si opta però maggiormente su atmosfere più tese e drammatiche, dopo un breve inizio atto a presentarci brevemente il gruppo di questi inconsapevoli partecipanti del gioco al massacro che avrà ben presto luogo, includenti anche un personaggio dalle chiare origini italiche dallo stereotipato nome di Marco Rossi. Il regista Charles Barker, al suo esordio dietro la macchina da presa, cerca di nascondere i limiti di budget con un utilizzo ragionato degli effetti speciali, con il passaggio dalla realtà vera e propria a quella virtuale a sottolineare alcuni dei momenti più importanti della visione, ma ben presto la monotonia ambientale finisce per stancare, con i Nostri impegnati ad affrontare livello dopo livello tra i diversi piani del palazzo adibito alla partita. Per la serie "ne resterà soltanto uno", la lista di morti si fa sempre più copiosa mentre dubbi e incertezze si palesano nel gruppo, con tanto di insospettabili tradimenti e gesta di eroico altruismo, fino ad un colpo di scena finale non del tutto imprevedibile ma comunque discretamente efficace. Il problema vera è proprio riguarda l'eccessivo minutaggio giacché le idee sono già esaurite dopo la prima mezzora: con una struttura da mediometraggio il film avrebbe goduto di maggior immediatezza senza scadere in tempi morti che si rivelano ben presto il punto debole dell'operazione, per altro incapace di cogliere la potenziale chiave di lettura alla Dieci piccoli indiani in chiave action videoludica, qui del tutto svuotata di contenuti per via di una caratterizzazione sin troppo approssimativa dei vari giocatori.

The Call Up La realtà virtuale adibita a spazio di gioco in una sorta di classico T/FPS online si trasforma ben presto in un incubo dannatamente reale in The Call Up, action "sci-fi" britannico a basso budget. Un'operazione che ricicla banalmente risvolti e sviluppi interpersonali visti e rivisti strizzando non poco l'occhio al mondo videoludico (con tanto di medikit e punti di ristoro / ricarica munizioni) e soffre di una monotonia ambientale che toglie ben presto ogni spunto d'interesse. Pur offrendosi a diverse chiavi di lettura il film non riesce mai a coinvolgere del tutto, e i novanta minuti di visione lasciano perlopiù indifferenti, nonostante una narrazione che si fan presto più tesa e drammatica del previsto.

5

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