Recensione Tex e il Signore degli abissi

Everyeye ricorda Giuliano Gemma con il film tratto dal classico fumetto Bonelli

Recensione Tex e il Signore degli abissi
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"Dicono che venisse dal nord, come il vento gelido che spazza durante l'inverno le pianure della grande prateria. Tex Willer, dalle estreme regioni delle montagne d'argento, dalle azzurre acque del fiume, dalle lunghe canoe il suo nome era pronunciato con timore. La morte gli cavalcava al fianco pronta a ghermire chiunque violasse la legge dell'uomo bianco. Ma il suo spirito correva libero, oltre ogni frontiera. Così anche le genti indiane impararono presto a conoscerlo e a rispettarlo chiamandolo Aquila della Notte. Poi venne il giorno in cui egli unì il suo sangue al sangue guerriero dei navajos e dopo poche lune la sua fronte si cinse della fascia del comando, il sacro wampun. La storia si confonde nella leggenda, in un tempo perduto tra magia e realtà. Lasciate che vi narri di quest'uomo e dei giorni avventurosi che lo resero immortale."E' con questo lungo discorso pronunciato da un capo indiano (interpretato proprio dallo stesso Bonelli), seduto intorno al fuoco, che comincia Tex e il signore degli abissi, film (s)cult con il quale Everyeye ha scelto di ricordare Giuliano Gemma, scomparso nella serata del 1 ottobre in seguito ad un incidente in auto. Sicuramente non la sua opera più meritevole, e nemmeno tra le più acclamate del pubblico, ma sopravvissuta al peso del tempo grazie proprio al suo alone di "oggetto non precisamente identificato", operazione ambiziosa tratta dallo storico fumetto creato dalla famiglia Bonelli, e tutt'ora ancora in formissima nelle pagini del mensile a lui dedicato. Una figura come quella di Tex Willer, entrata letteralmente nell'immaginario collettivo di diverse generazioni di lettori, che nel 1985 vide per l'appunto la sua unica incarnazione cinematografica per la regia di un onesto e produttivo artigiano del nostro cinema di genere come Duccio Tessari, già alle prese col western proprio nelle due pellicole che lanciarono Giuliano Gemma, Una pistola per Ringo e Il ritorno di Ringo.

Dalla carta allo schermo

Le potenzialità per creare un titolo di sicuro interesse vi erano tutte: la partecipazione in fase di sceneggiatura di Gian Luigi e Giorgio Bonelli, un regista che aveva già detto la sua nel western all'italiana con due titoli dal buon successo, un cast che oltre al citato Gemma vedeva anche un nome di rilievo come quello di William Berger (...Se incontri Sartana prega per la tua morte, Keoma). Ma il problema più grande, paradossalmente, risale proprio nella scelta della storia da raccontare. Con tutte le avventure del leggendario ranger da cui ispirarsi, Tessari e la sua squadra hanno scelto di infilare nella pellicola troppi elementi: trafficanti di armi messicani, ribellioni di indiani, un antico culto facente capo ad una misteriosa sacerdotessa, con incursioni nella magia che cercano di variare la trama finendo però per renderla ancora più confusa. L'essenza di Tex Willer, invece di venir tramutata su celluloide, che ha tempi e modi ovviamente diversi rispetto al fumetto, rimane invece fin troppo ancorata alla sua origine cartacea, con dialoghi e situazioni che in più di un'occasione sfiorano il ridicolo involontario, in primis negli effetti speciali dei cadaveri in rapida decomposizione dopo esser stati vittima di un sortilegio. Ciò nonostante, proprio anche per questi suoi elementi vagamente kitsch, Tex e il Signore degli abissi può anche garantire dei momenti di divertimento, complice una narrazione che punta soprattutto con l'azione, con sparatorie e acrobazie che vedono impegnati i protagonisti, intenti ad impedire una nuova possibile guerra tra gli indiani e l'uomo bianco. Criticato all'uscita, anche e soprattutto dai fan del fumetto, il film è oggi, meritatamente o meno, nell'olimpo dei (s)cult del nostro cinema di genere, e a dispetto di tutti i difetti merita, soprattutto da parte dei cinefili più giovani e curiosi, una riscoperta.

Tex e il signore degli abissi Improbabile ma divertente, Tex e il Signore degli abissi è stato uno dei primi esempi di live-action tratti da un fumetto tutto italiano. Non rende giustizia al mitico ranger creato da Gian Luigi Bonelli (qui anche autore della sceneggiatura e presente in un breve cameo), con una storia e un susseguirsi di situazioni che scadono più volte nel ridicolo involontario, ma non è comunque privo di un certo fascino vintage. Un cast di buon livello, con una star come Giuliano Gemma e un efficace William Berger ,in parte sprecato, per un film che pensa troppo ad essere fumetto e poco pellicola. A suo modo un titolo di culto che oggi, dopo la recente e tragica scomparsa dell'attore italiano, meriterebbe una nuova vita.

5.5

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