Recensione Sul mare

Recensione del film di Alessandro D'Alatri

Recensione Sul mare
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"Da molto tempo maturavo l'interesse per le nuove tecnologie digitali e questa mi sembrava l'occasione giusta per sperimentarle" racconta il cineasta romano Alessandro D'Alatri a proposito della scelta di girare con telecamere XDCam Ex-3 della Sony la sua settima regia cinematografica, a quattro anni dal divertente Commediasexi (2006): Sul mare, tratto dal romanzo In bilico sul mare di Anna Pavignano e che non vuole essere solo un prodotto per i giovani, ma, soprattutto, un film sui giovani.
Interpretato dal bravo esordiente su grande schermo Dario Castiglio, ne è infatti protagonista il giovane Salvatore di Ventotene, il quale, quasi ventenne, lavora come muratore sulla terraferma, mentre in estate, quando l'odore delle creme solari delle turiste si porta via tutto l'inverno, accompagna la gente a visitare la sua isola in barca.
Un'esistenza leggera, scanzonata e libera caratterizzata da un lato estivo e uno invernale, come i "materassi", ma che viene sconvolta dall'arrivo della genovese Martina, con le fattezze della Martina Codecasa vista in Io sono l'amore (2009) di Luca Guadagnino, la quale prima lo fa innamorare di lei, tanto da diventare tutta la sua vita e da finire al centro di ogni suo pensiero, poi scompare improvvisamente, rendendosi irreperibile.

Stretti al Vento...tene

24 attori, 103 scene in 28 location, l'equivalente girato di 156000 metri di pellicola e meno di un kilowatt massimo di luce accesa per singola scena, tre postazioni avid sull'isola per il premontaggio quotidiano e dieci settimane di riprese terrestri, marine, subacquee e aeree sono solo alcuni dei numeri che formano i 100 minuti del film.
D'altra parte, con lo spettro delle morti bianche incluso tra le immagini, non sono escursioni negli splendidi fondali marini campani a mancare; mentre il protagonista, oltre a maturare il pensiero che l'amore sia fatto di desiderio, fiducia e sincerità, porta avanti i suoi rapporti di amicizia sia con il collega di colore Atangana, interpretato da Kevin Notsa Mao, che con Capadiciuccio, cui concede anima e corpo un Raffaele Vassallo in possesso di tutte le caratteristiche utili per trasformarsi in un vero e proprio erede del compianto Massimo Troisi, dalla parlata alla mimica.
Ma, tra ironia spesso presente e una citazione televisiva per l'ozpetekiano La finestra di fronte (2003), i difetti della coraggiosa operazione, realizzata a basso budget e con un cast privo di grandi nomi di richiamo, non faticano a superare i pregi, accomunabili soprattutto al buon cast.
Infatti, sebbene la prima parte susciti un certo interesse nei confronti della storia raccontata, una volta giunti al secondo tempo risulta facilmente intuibile la pochezza d'idee su cui è stata costruita l'esile sceneggiatura, che si sarebbe potuta forse sfruttare meglio al servizio di un cortometraggio.
Ed è la voce fuori campo del protagonista, a lungo andare non poco ammorbante, ad accentuare l'eccessiva lentezza attraverso cui si svolge l'insieme, talmente tempestato d'immagini turistiche da assumere le fattezze di un vero e proprio depliant vacanziero su celluloide; illuminato però dalla bella fotografia ad opera di Alessio Gelsini Torresi, il cui curriculum spazia da Il grande Blek (1987) di Giuseppe Piccioni a Di me cosa ne sai (2009) di Valerio Jalongo.

Sul mare Partendo dal testo letterario In bilico sul mare di Anna Pavignano, Alessandro D’Alatri prova a raccontare con spirito libero i comportamenti e le fragilità delle nuove generazioni dell’Italia contemporanea, immersi nelle splendide scenografie naturali dell’isola di Ventotene. Il risultato, però, è una noiosissima storia d’amore che, costruita su uno script tanto esile quanto ripetitivo, oltre che caratterizzato da dialoghi tutt’altro che interessanti, riconferma le discontinue capacità del regista romano, la cui recente filmografia si è evoluta passando dall’ottimo Casomai (2002) al mediocre La febbre (2005), per poi arrivare al divertente Commediasexi (2006) e a questo deludente esperimento girato in digitale.

5

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