Recensione Space Jam

Il mitico film in tecnica mista con Bill Murray, Michael Jordan e... Bugs Bunny

Recensione Space Jam
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Bugs Bunny, Duffy Duck, Wile E. Coyote, Beep Beep, Silvestro, Taz, Titti e la Nonnina, Taddeo, Porky, Yosemite Sam. E poi Michael Jordan e Bill Murray. E contando anche la versione italiana Sandro Ciotti e Giampiero Galeazzi. Un mix di "casting" veramente unico che la Warner Bros ha pensato bene di assemblare nel 1996 per la realizzazione di Space Jam, pellicola a tecnica mista che unisce animazione e personaggi in carne e ossa. Uno stile non certo nuovo che contava già classici del calibro di Bongo e i tre avventurieri, I tre caballeros, Elliot il drago invisibile e naturalmente il leggendario Chi ha incastrato Rogger Rabbit. La Warner Bros decide così di mettere insieme i suoi iconici protagonisti animati ad una stella del basket come Jordan, imbastendo una storia esile esile che abbia il compito di unire in qualche modo i due universi per un'epica partita a pallacanestro.

Il grande match

Nel mondo dei cartoon, in un pianeta lontanissimo, Swackhammer, proprietario di un parco divertimenti, è alla ricerca di una nuova attrazione, e pensa di averla individuata nei Looney Tunes. Decide così di spedire sulla terra cinque suoi emissari affinché rapiscano Bugs Bunny & Co... Ma quando l'astuto coniglio si accorge delle losche intenzioni dei nuovi arrivati, pensando di poter sfruttare le loro dimensioni ridotte, li sfida ad una partita di pallacanestro che deciderà il loro destino. Gli alieni però rubano le abilità di cinque famosi giocatori dell'NBA, crescendo a dismisura in muscoli e dimensioni. Trovandosi di fronte ad avversari ora apparentemente imbattibili, i Looney Tunes decidono di portare nel loro universo Michael Jordan affinché diventi la punta di diamante della loro squadra e garantire loro qualche speranza di vittoria.

Space Jam

Caso più unico che raro di film che nasce grazie ad uno spot televisivo (che vedeva per protagonisti proprio Bugs Bunny e Michael Jordan intenti a sponsorizzare una nota marca di scarpe), Space Jam è diretto dallo stesso regista delle suddette pubblicità, Joe Pytka, al suo secondo lavoro dietro la macchina da presa dopo il misconosciuto Felice e vincente e in seguito sparito dai radar cinefili. E non si tarda molto a capirne il perché: abilissimo nelle sequenze dove interagiscono i cartoon e i personaggi reali (i venti minuti finali della partita strappano risate in serie), Pytka è totalmente a disagio nelle sequenze, fortunatamente limitate, in "carne e ossa", certamente non aiutato da una sceneggiatura flebile come un filo d'erba, pronta a spezzarsi al primo alito di vento. Gioia incontenibile ai tempi per chi in quegli anni è stato bambino e adolescente, il film rivisto con gli occhi velati di nostalgia è ancor oggi una visione piacevole dalla quale, al contempo, ne emergono però anche tutti i limiti. In fondo Space Jam è una storiella divertente tipicamente Looney Tunes style, e gli umani sembrano più estranei capitati lì per caso, nonostante la presenza di Bill Murray (protagonista di una manciata di dialoghi azzeccati, uno dei quali purtroppo rovinato dal doppiaggio italiano) che compensa in parte quella di Michael Jordan, grandissimo atleta ma attore manco per finta. Per fare un tuffo nel passato la simpatia di Bugs e soci è comunque sempre contagiosa e capace di rendere il breve minutaggio della visione ancora piacevole.

Space Jam Bugs Bunny, Bill Murray e Michael Jordan formano l'inedito trio principale di Space Jam, film del 1996 cult per bambini e (pre)adolescenti. Una trama irrisoria costruita su misura per unire i personaggi dei cartoni a quelli reali e offrire gag divertenti e citazioniste (gustosissima la breve "parodia" di Pulp Fiction). Il livello di risate si fa però inversamente proporzionale all'aumentare dell'età, ma guardata con occhi nostalgici la pellicola regala ancora discrete emozioni.

6.5

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