Recensione Solomon Kane

Dalla penna di Robert E. Howard, la storia di un antieroe dannato

Recensione Solomon Kane
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"C'era un tempo in cui il mondo era immerso nell'oscurità, un'epoca di magia e stregoneria in cui nessuno contrastava il male". Tratto dal personaggio di Robert E. Howard, il leggendario autore delle avventure di Conan il barbaro, Solomon Kane ha visto la luce, nelle intenzioni, come primo capitolo di una trilogia dedicata a questo antieroe redento. Da anni le voci su una trasposizione cinematografica si rincorrevano, ma per qualche motivo il progetto non andò mai in porto. E' grazie alla volontà di Michael J. Bassett, regista di Deathwach e Wilderness, che finalmente Solomon ha trovato vita anche sul grande schermo. Ancora ignari se questo primo episodio avrà un seguito, visto lo sconfortante dato degli incassi, labili di fronte ai circa 50 milioni di dollari di budget, non si può comunque rimanere indifferenti a un film senza dubbio imperfetto, ma da un fascino non disprezzabile, grazie anche soprattutto al carisma del protagonista. Questa produzione a tre tutta europea (Francia, Gran Bretagna e Repubblica Ceca) sbarcherà sui lidi del Belpaese nell'afoso periodo estivo, condannandola probabilmente a un crudele destino di miope fallimento al botteghino. Ed è un peccato, perchè per gli appassionati del genere fantasy e d'azione, Solomon Kane regala qualche gradita soddisfazione.

Vendetta

Millecinquecento. Solomon Kane (James Purefoy) è un capitano dell'esercito inglese, spietato e crudele coi nemici, ma anche con i suoi sottoposti. Durante una scorribanda in una città del Nord Africa, Kane assalta una fortezza, con lo scopo di appropiarsi di un lauto tesoro. Ma nella sala del trono dimora il male puro, e dopo aver perso i suoi uomini uccisi da demoniache creature, deve vedersela nientemeno con il Mietitore del Diavolo, pronto a prendere la sua anima come richiesto dall'Oscuro Padrone. Kane riesce a sfuggire alla morte, e lo ritroviamo un anno dopo, tornato in madrepatria, all'interno di un convento dove si è rifugiato per espiare i suoi peccati e nascondersi dalle mire del Male. Ma ora per lui è tempo di andarsene e trovare la propria strada. Durante il suo cammino incontra una famiglia puritana, i Crowthorn, che lo accolgono come un amico, ignari del suo passato. Kane instaura un ottimo rapporto con i suoi compagni di viaggio, in particolare col capofamiglia William (Pete Postlethwaite) e sua figlia Meredith (Rachel Hurd-Wood). Ma un nuovo tiranno spadroneggia nelle terre inglesi, e i suoi spietati soldati uccidono chi vi si oppone. Un cavaliere senza volto, a capo di questo esercito sanguinario, possiede inoltre il potere di convertire nuove anime alla sua causa col solo tocco della mano. Ora che Solomon vorrebbe vivere in pace, per evitare le fiamme dell'Inferno, è invece costretto a ribellarsi alle angherie della tirannia, dovendo anche salvare Meredith, rapita proprio dal misterioso cavaliere. Basterà per garantire la salvezza della sua Anima?

Luci e ombre

Un racconto di sword & sorcery dalle influezze gotiche e dark. Solomon Kane non delude le attese, e, pur non ergendosi a classico del suo genere, ne diviene un tassello più che rispettabile. Grande merito va senza dubbio alla storia, il cui plot è affascinante, ponendo quasi tutto il suo magnetismo sulla figura di Solomon, in un percorso di redenzione e vendetta alquanto classico nello svolgimento, ma non per questo meno appassionante. L'uso di sporadici flashback, che narranno delll'infanzia del protagonista, hanno più che un ruolo secondario, ma si rivelano fondamentali ai fini delle trama, i cui percorsi sono in parte prevedibili. Bassett dirige come se fosse "innamorato" del protagonista, lasciando poco spazio alla figure di contorno, e facendo di Solomon il centro emotivo di tutto il film. Non mancano intensi momenti ricchi di pathos, drammatici nella loro ricerca costante di un'epica più volte sfiorata ma mai completamente raggiunta. Le scene d'azione sono invece ineccepibili, violente al punto giusto, e con una rozzezza stilistica poco inclina ai virtuosismi coreografici e più dirette alle motivazioni tragiche che spingono i personaggi. L'atmosfera oscura è ben caratterizzata per buona parte del minutaggio, complice anche una fotografia di ottimo livello che immerge i luoghi e gli uomini in un mondo plumbeo, sulfureo, dove il grigio del cielo è soltanto lo specchio di quanto accade in terra. La crudeltà non è edulcorata, e alcune scene vanno senza dubbio ricordate come cult del genere. Vi è ogni tanto una sorta di perdita dell'insieme, che trasforma (soprattutto nell'affrettato finale) la costante e gotica visione in una sorta di vuoto baraccone, ma per fortuna senza ledere eccessivamente la qualità complessiva della pellicola. L'interprete di Kane contribuisce a far dimenticare queste piccole lacune con una prova intensa e profonda, rendendo un personaggio potenzialmente macchiettistico in vesti altrui, una figura dark di tutto rispetto. James Purefoy, attore di pellicole non certo memorabili, si dimostra qui un attore di talento, e si trova in buona compagnia vista la presenza, in brevi ma fondamentali ruoli, di Pete Postlethwaite e del grande Max von Sydow. Sperando di poter vederlo calcare ancora una volta il grande schermo, Solomon Kane si propone come una sorta di introduzione spirituale e fisica del personaggio, condita da una realizzazione tecnica dignitosa (buoni gli effetti speciali, i costumi e le scenografie) e un certo trasporto emotivo. Per gli amanti del fantasy e degli antieroi dannati, una visione più che consigliata.

Solomon Kane Il personaggio di Howard riceve una trasposizione cinematografica onesta, che nonostante sia limitata da un budget non certo esorbitante, per intenti ed emozioni raggiunge il suo obiettivo. Solomon Kane è una figura affascinante, cui ha dato giustizia l'ottima prova di James Purefoy, e che speriamo di poter conoscere meglio nei possibili seguiti, come inizialmente concepito. Perchè quando il Male scende sul mondo, un eroe è sempre pronto a combatterlo.

6.5

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