Sole Cuore Amore, Daniele Vicari racconta 'gli ultimi': la recensione

Sole Cuore Amore, il film con Isabella Ragonese, Eva Grieco e Francesco Montanari in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2016.

Sole Cuore Amore, Daniele Vicari racconta 'gli ultimi': la recensione
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"La gente della notte fa lavori strani, certi nascono oggi e finiscono domani" cantava Jovanotti nel lontano 1991. Daniele Vicari, a quattro anni da La Nave Dolce, torna a dirigere con Sole Cuore Amore un lungometraggio di finzione - in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2016 - che mira a raccontare, attraverso la quotidianità di due personaggi femminili uniti da una solidale amicizia, proprio l'esistenza invisibile di chi - mentre il resto del mondo è ancora cullato da un sonno profondo - si sveglia per andare a casa o torna a casa a riposarsi proprio nel momento in cui il sole di un nuovo giorno si erge timido nel cielo.

I due volti della notte

Eli (Isabella Ragonese) e Vale (Eva Grieco) sono amiche da sempre e vivono nello stesso palazzo. Eli è una giovane madre di quattro figli che si sveglia prima dell'alba per andare dall'hinterland romano a lavorare in un bar del centro della città e torna la tarda sera dai suoi figli e da suo marito (Francesco Montanari) disoccupato; Vera, invece, è una performer che si esibisce nei locali e che porta sulla coscienza il peso del senso di colpa per la morte di suo padre e di un'omosessualità latente che tenta di esprimere ma a cui non riesce pienamente a dare sfogo. Le esistenze di queste due, fragilissime, figure femminili vengono raccontate in una danza di immagini che ne sottolineano le differenze, i punti d'incontro e la solitudine di entrambe.

Un film riuscito a metà

Daniele Vicari non è nuovo a dirigere film il cui "movente" principale è quello di raccontare (denunciando con decisione) alcune realtà. Ma stavolta, purtroppo, il regista non è stato in grado di svolgere il compito che si è evidentemente prefissato fino in fondo. Disoccupazione, precarietà, violenza sulle donne, razzismo: queste sono solo alcune delle tematiche che Sole Cuore Amore sfiora senza, però, esaminarle con la dovuta minuzia, così da dare allo spettatore l'idea che nella sua nuova fatica ci sia qualcosa di irrisolto. Nonostante questo, però, grazie allo splendido lavoro fatto dagli attori e al ripetersi perpetuo di alcune azioni, specialmente di Eli, il cineasta riesce a immergere lo spettatore nella soffocante quotidianità della giovane madre, creando una particolare empatia con il personaggio della Raganose. Sole Cuore Amore ha il grande difetto di voler dire troppo e il grande pregio, al contempo, di dipingere un'anti-eroina simbolo di questi precari e feroci tempi, senza sminuirne la veridicità in un finale consolatorio.

Festa del Cinema di Roma 2016 Daniele Vicari con Cuore Sole Amore tenta di raccontare la vita degli ultimi, partendo dalla storia di due donne fragilissime e vittime tanto delle loro scelte quanto della loro paura di scegliere. Un dramma intenso che ha il grande pregio di mostrare le esistenze al margine e il grande difetto di sfiorare solamente tematiche importanti. Un lungometraggio potente e irrisolto, proprio come le due protagoniste.

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