Recensione Snatch - Lo strappo

Riscopriamo insieme il film cult di Guy Ritchie che vede protagonisti Brad Pitt e Jason Statham al servizio di una sceneggiatura strabordante popolata di personaggi e gag irresistibili.

Recensione Snatch - Lo strappo
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Un parco giochi pulp che ha definitivamente lanciato la carriera di Guy Ritchie, regista britannico assai caro agli amanti del gossip per via della sua tormentata relazione con Madonna. Dopo il convincente esordio di Lock & Stock - Pazzi scatenati e prima del flop di Travolti dal destino e dei successi dei due Sherlock Holmes con Robert Downey Jr.,, il cineasta di Hatfield agli albori del nuovo millennio torna in sala con Snatch - Lo strappo, altro gangster movie sulla scia dell'opera prima ma in grado, grazie anche ad un cast di stelle già famose (Brad Pitt) e future (Jason Statham) e un numeroso nugolo di più o meno noti caratteristi, di arrivare ad un pubblico più ampio e ad aggiudicarsi il meritato achievement di cult.

Ruba che ti passa

Il trafficante di diamanti Frankie Quattro dita si reca a Londra per rivendere un preziosissimo diamante da 84 carati, bottino di una recente rapina. Giunto nella capitale inglese però si fa "fregare" dal trafficante d'armi Boris Lametta che, con l'inganno, lo convince a partecipare ad alcune scommesse su incontri clandestini di boxe gestiti dallo spietato boss Testarossa.
Per una serie di vicissitudini, la gemma finisce nelle mani di una scalcinata banda di rapinatori afroamericani, ignari del reale valore del prezioso. Nel frattempo Turco e Tommy, due allibratori e collaboratori saltuari di Testarossa, stanno organizzando proprio con il gangster un nuovo incontro: purtroppo per i due il loro pugile viene steso dallo zingaro Mickey, che viene così assoldato per combattere. E il cugino Avi, gangster americano, è in volo verso l'Inghilterra per recuperare il diamante rubato da Frankie...

Crazy train

Non è impresa semplice condensare in poche righe la vulcanica narrazione, tante sono le situazioni e i personaggi in gioco che si intrecciano nella ricerca del prezioso diamante. In una fiera degli eccessi giocata sul sottile ma robusto filo di una forzata imprevedibilità, i cento minuti di visione si sorreggono su un ritmo forsennato che non lascia un attimo di tregua, incessante gioco del grottesco a più mani tra decine di personaggi di diversa estrazione sociale ed etnica gettati in campo allo sbaraglio: zingari, russi, neri, ebrei, americani, a cui si aggiunge un cagnolino parecchio esuberante. Tutti i numerosi personaggi sono introdotti nel prologo con tanto di nome testuale al fianco, scelta che sottolinea ancor più la vena macchiettista che Ritchie, anche autore dello script, voleva infondere a loro e alla vicenda. Gag cattive ma mai gratuite si susseguono senza sosta, con morti più o meno attese e altre più inaspettate, concedendo una discreta varierà ad un plot piacevolmente ripetitivo, che vede incastrarsi le due storyline parallele, quella del Turco (uno Statham alle prime armi ma in uno dei ruoli più memorabili della sua carriera) che ci accompagna col suo voice-over, e quella riguardante la caccia al diamante. Con un Brad Pitt irresistibilmente istrionico nei panni dello zingaro (e non penalizzato eccessivamente dal doppiaggio nostrano) e volti iconici di genere quali Dennis Farina e Vinnie Jones, viene facile affezionarsi bonariamente a queste figure completamente fuori di testa, figlie di un intelligente senso del grottesco . A tutto il resto ci pensa l'adrenalinica messa in scena di Guy Ritchie, capace di creare inquadrature originali e soluzioni registiche mai banali che ben rispecchiano la folle, contagiosa, pazzia dell'operazione.

Snatch - Lo strappo "Ogni azione genera una reazione. E la reazione di uno zingaro...è una faccenda cazzuta." E cazzuto è sicuramente l'aggettivo migliore per definire Snatch - Lo strappo, secondo film di Guy Ritchie e sorta di versione 2.0 del suo esordio Lock & Stock. In un luna park del grottesco, intriso di pulp e ironia nera, il regista britannico si muove con invidiabile disinvoltura mettendo in campo su opposti versanti una marea di personaggi caratterizzati volutamente all'eccesso, figli di una sceneggiatura piacevolmente assordante.

7.5

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