Recensione Sleeping Beauty

Emily Browning, da Sucker Punch all'erotismo d'autore

Recensione Sleeping Beauty
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Lucy (Emily Browning) è una giovane studentessa universitaria che non si fa remore nel donare il proprio corpo, sia per denaro che per piacere. Vittima di un'infanzia infelice, essendo cresciuta con una madre alcolista, ha come unico amico un ex compagno di scuola dalle tendenze suicide. Per ottenere qualche soldo in più si rivolge ad un'agenzia che offre servizi per uomini facoltosi. Inizialmente Lucy si limita a servire come cameriera, in lingerie, all'interno di una solitaria magione, in seguito decide di divenire una "bella addormentata". Narcotizzata, con il suo beneplacito, con un potente sonnifero, giacerà con ricchi clienti il cui unico obbligo sarà quello di non penetrarla. Finché...Non certo una storia semplice per l'esordio cinematografico di Julia Leigh, anche sceneggiatrice. Questa produzione australiana, presentata allo scorso festival di Cannes, non ha mancato di suscitare un certo scalpore, senza dubbio previsto (e probabilmente voluto) viste le forti tematiche trattate. Sleeping Beauty, titolo amaro che cita la classica fiaba, era anche l'occasione per vedere Emily Browning, la giovane eroina di Sucker Punch, alle prese con un cinema più socialmente impegnato. Ma il film si può davvero inserire tra le nuove vette del filone sociale o è soltanto un'operazione di cattivo gusto?

Sucker Beauty

Difficile da decifrare nella sua minimale autorialità, Sleeping Beauty è ancor più arduo in un giudizio post-visione. I circa 90 minuti di durata infatti difficilmente rimangono impressi, se si escludono alcune sequenze estreme nella loro compiaciuta morbosità. La Leigh punta a criticare la pornografia silente che è annidata nella società attraverso la decomposizione dell'ego maschile, che pur in apparenza all'opposto si mostra invece in tutta la sua fragile passività, mostrando come la donna oggetto sia divenuta un ossessione sempre più comune al giorno d'oggi. Nella segretezza più totale così il maschio si ritrova libero di dare sfogo ai suoi istinti più bassi, risultando infine egli il perdente di questo confronto impari, con una Bella Addormentata, nella sua violenta, e forse inconsapevole, leggerezza verso sé stessa. Ma se c'è chi perde, non vi sono neanche vincitori. Lucy, personaggio amaro e instabile, che non regala praticamente mai un sorriso durante tutta la visione, è una figura emblematica, a suo modo forte nelle sue debolezze, capace nonostante tutto di proseguire in un percorso, autodistruttivo ma comunque fattivo, e superarne in qualche modo ogni ostacolo, fino all'agghiacciante finale. Protagonista assoluta di questa fiaba oscura di etica infranta e valori spezzati è un'ottima Emily Browning, senza paura nel mostrarsi in nudi integrali e in scene sessualmente disturbanti, e il cui corpo, pallido e fragile ma in ogni modo assai suadente, è l'emblema migliore di cui il film si potesse fregiare. La Leigh mostra uno stile dalle interessanti potenzialità, silente e quasi nell'ombra, ma capace di emergere in tumulti impetuosi, nonostante alcuni limiti che permangono in alcuni tratti, soprattutto a livello di ritmo. Un'opera di difficile fruibilità, in grado di allontanare sia gli appassionati dell'eros che i più bigotti divoratori del cinema d'essai, ma che nonostante tutto ha un suo motivo d'essere.

Sleeping Beauty L'erotismo come forma di critica sociale. Julia Leigh ci racconta una storia cruda, dalle tematiche morbose e disturbanti, che mette in mostra l'ossessione per il sesso oggi vigente senza fare sconti allo spettatore. Avvalendosi di una splendida "bella addormentata" come Emily Browning, pronta per un Cinema più alto, ci conduce in un vortice di dolore e depravazioni, non adatto a chi forse si aspettava qualche seno svolazzante o l'eros soft da televisione regionale.

6.5

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