Recensione Sinister Squad

Un gruppo di criminali dotati di superpoteri viene arruolato per sconfiggere l'entità di un altro mondo in Sinister Squad, ennesimo mockbuster Asylum.

Recensione Sinister Squad
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Per salvare la Terra dall'invasione di un'entità demoniaca conosciuta come Morte, che ha intenzione di portare nel nostro mondo calamità e malattie di ogni sorta, un'organizzazione segreta capitanata dalle tenace Alice decide di reclutare un gruppo di criminali dotati di superpoteri. Tra i membri di questo improbabile team figurano lo psicolabile Rumpelstiltskin e la sua compagna Zelda, il feroce assassino e stupratore Barbablù, il licantropo Big Bad Wolf, il dj dedito ad allucinazioni profetiche conosciuto come il Cappellaio e l'incontrollabile strega vampiro Carabosse. Quando Morte attacca però la struttura dove gli elementi, non tutti propensi ad unire le forze, stavano organizzando un piano di contrattacco, gelosie ed inaspettati tradimenti complicano ancora di più la già ardua missione.

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Pochi giorni prima dell'uscita nelle sale d'Oltreoceano dell'attesissimo Sucide Squad (2016) la Asylum ha come di consueto dato alla luce l'ennesimo mockbuster a tema, z-movie parodia del ben più rinomato e altisonante film d'ispirazione. Popolati da un nugolo di personaggi che riprende più o meno a grandi linee figure classiche dell'universo supereroistico e horror, con tanto di principale protagonista che altri non è che uno sprezzante clone del Joker batmaniano, i novanta minuti di visione regalano qualche sorpresa agli estimatori e ai detrattori degli scult-trash partoriti ormai da anni dalla casa di produzione americana, denotando una cura leggermente maggiore sia in fase registica che attoriale. Ci troviamo naturalmente di fronte a livelli ben sotto i limiti della decenza cinematografica, ma alcuni interpreti come Johnny Rey Diaz (che veste i panni del folle Rumpelstiltskin) offrono performance parzialmente insperate, coadiuvati da un trucco che nel suo istinto a basso budget ma dannatamente sopra le righe delinea caratterizzazioni esteriori non del tutto imbarazzanti. I limiti di cash vengono però ben presto alla luce e la sceneggiatura curata dallo stesso regista Jeremy M. Inman (paradossalmente migliore dietro la macchina da presa che in fase di script) deve attenersi praticamente ad un'unica ambientazione fino ai titoli di coda: la monotonia fa così ben presto capolino tra le quattro mura della struttura, luogo di improbabili scontri a mani nude o con armi da fuoco che si affida assai poco ai presunti poteri del gruppo di mostri e criminali reclutati. Con un uso ai minimi storici degli effetti speciali, includenti anche una spoglia riproposizione dell'Underworld (luogo di provenienza del villain) che cita chiaramente l'occhio di Mordor di tolkeniana memoria, e un continuo alternarsi di tradimenti e doppigiochi ad intarsiare l'esigua narrazione, Sinister Squad si trascina senza colpi di coda all'epilogo, pur divertendo (in)volontariamente più del previsto.

Sinister Squad Non siamo certo dalle parti dell'irrefrenabile e gustosa follia trash della saga di Sharknado, ma Sinister Squad si rivela comunque sopra la media della maggioranza dei titoli Asylum. Questo mockbuster dell'attesissimo titolo supereroistico con protagonisti i villain DC comics palesa ovviamente tutti i suoi limiti di budget e di sceneggiatura, ben presto sin troppo ripetitiva dopo l'inaspettatamente frizzante prima mezzora, ma ha dalla sua delle interpretazioni discretamente riuscite (con un Johnny Rey Diaz convincente nei panni del clone del prossimo Joker) e un'accettabile caratterizzazione esteriore dei criminali - mostri reclutati dall'agenzia. Pur trovandoci di fronte all'ennesimo z-movie in serie della casa di produzione americana, ci si diverte più del solito.

4

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