Nelle note di produzione di Single Ma Non Troppo, la sceneggiatrice Dana Fox afferma: "le commedie romantiche sono sempre incentrate su una storia d'amore, mentre questa è una commedia che verte sul tempo tra le relazioni, quando in quest'epoca folle si va in giro a passare il tempo attaccati al cellulare, intrattenendo intere conversazioni con più o meno 140 caratteri e incontrando gente in rete". Ed effettivamente questo film decide di concentrarsi non sul racconto di una storia d'amore, ma sugli intermezzi tra una relazione e l'altra, quei periodi in cui tecnicamente dovremmo essere soli e concentrarci su noi stessi... ma sarà davvero così? A porre le basi di questa storia è il libro di Liz Tuccillo, scrittrice che ha sempre subito il fascino della vita da single, con tutte le sue implicazioni, che questa volta decide di staccarsi dal desiderio impellente e apparentemente intrinseco in ogni essere di sesso femminile di trovare a tutti i costi l'anima gemelle. Eppure, nonostante tutte le premesse e le buone intenzioni, Single Ma Non Troppo racconta la solita stessa storia... solo prova a farlo in modo diverso, con la gentilezza registica di Christian Ditter e l'euforia devastante di Rebel Wilson.
Welcome to New York - cit. Taylor Swift
Non è un caso che la vita da single di Alice (Dakota Johnson) abbia come colonna sonora il noto brano di Taylor Swift, conosciuta nel mondo del gossip proprio per le sue tormentate e mai troppo durature storie d'amore, la sua forte indipendenza e lo sviscerato amore per New York. Alice è completamente diversa da lei e non è mai stata davvero da sola: lasciata la casa dei genitori si è trasferita al college, dove ha conosciuto Josh, si sono innamorati e sono andati subito a vivere insieme. Quattro anni dopo Alice non è più molto convinta della loro relazione e decide di prendersi una pausa, per cercare di capire chi è davvero. E nella Grande Mela trova un lavoro e una nuova eccentrica amica: Robin (Rebel Wilson) è una single incallita e conosce tutti i "trucchi del mestiere", ad esempio come uscire a bere e far festa senza mai pagare un drink e non tornare mai a dormire a casa propria. Sarà lei a cercare di insegnare ad Alice come si fa ad essere single, anche se le vecchie abitudini sono difficili da perdere...
Originale, ma non troppo
C'è qualcosa di profondamente vero e allo stesso tempo altamente ingenuo in Single Ma Non Troppo: in un'era in cui le relazioni sentimentali sono sempre più asettiche, trasformate in una sequenza di messaggi e like sui social network, la vita di una ragazza single non è certo semplice. Soprattutto se, come la protagonista, è sempre stata abituata ad avere qualcuno accanto, che le sistemasse la sincronizzazione dei canali delle televisione e l'aiutasse a tirare giù la famosa zip dei vestiti. Essere single oggi consiste fondamentalmente nel passare da un incontro fortuito all'altro, tra mille serate con le amiche e notti dimenticate: situazione che può essere vista contemporaneamente in modo stupendo e atroce. Come in qualsiasi contesto, il giudizio dipende dall'indole del soggetto. È questa contrapposizione che il film cerca di mettere in scena facendo interagire i personaggi di Alice e Robin, due ragazze con lo stesso desiderio ma un modo diametralmente opposto di cercare di realizzarlo. Alice non è consapevole del suo modo di essere e di annullarsi con l'altro sesso allo stesso modo in cui Robin è invece perfettamente a conoscenza di tutti i meccanismi del suo modo di vivere. Due opposti che si attraggono e si completano? Forse, anzi sulla carta sì, ma la resa sullo schermo è ben diversa. L'energia di Rebel Wilson oscura e sotterra completamente la quasi apatia di Dakota Johnson, la cui apparente ingenuità può anche funzionare all'inizio della storia, ma perde totalmente di credibilità man mano che il suo personaggio cresce e si evolve. E così la protagonista finisce per essere messa completamente in ombra dai personaggi secondari che, seppur ben chiusi nel loro essere stereotipati e spigolosi, riescono a comunicare con il pubblico, a raccontare se stessi.
Single Ma Non Troppo alterna dei geniali momenti di comicità, per la maggior parte merito di quella colonna portante che risponde al nome di Rebel Wilson, a degli intoppi temporali in cui sembra non succedere niente, dovuti all'accartocciarsi della protagonista su se stessa. E così non si riesce mai davvero a capire il registro stilistico del film, una commedia che ogni tanto cerca di prendersi sul serio... perdendosi. Sta allo spettatore ritrovare, in questa dicotomia, palesi somiglianze con gli alti e i bassi della vita di tutti i giorni, a volte assolutamente delirante e divertente e altre volte più monotona e riflessiva. Nel bene e nel male, un merito va riconosciuto a Single Ma Non Troppo: è un film che prova a essere "vero".