Recensione Shadowhunters: Città di Ossa

Gli Shadowhunters aprono le porte del loro mondo segreto

Recensione Shadowhunters: Città di Ossa
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La saga cinematografica di Twilight ha creato uno di quei fenomeni che tutti vogliono eguagliare e così ogni casa di produzione, ormai da un paio d'anni, è partita alla febbricitante ricerca del progetto che avrebbe potuto tenere testa ai vampiri di casa Cullen. I cartelloni cinematografici pullulano di esempi, talmente tanti, e molti così fallimentari, che sembra totalmente inutile starli a elencare. Il materiale di origine, come spesso accade, deriva direttamente dal mondo della letteratura, soprattutto da quei young adult che tanto stanno riscuotendo successo in tutto il mondo, soprattutto quando il genere si sposta verso lo urban fantasy, dove i fenomeni sono ormai diventati brulicanti piccole nicchie portate avanti da fan sempre più partecipi.
Tra questi troviamo l'universo creato nel 2007 da Cassandra Clare nei suoi libri dedicati agli Shadowhunters, misteriosi e coraggiosi cacciatori di demoni che, pur nascondendosi ai nostri occhi, si aggirano per le città annientando il male. "Sono sempre stata una grande fan di racconti epici e fantasy sul bene e il male. Volevo scrivere un romanzo di formazione incentrato su una ragazza, di quelli che non se ne vedono spesso in giro; volevo ambientarlo a New York, dove mi ero appunta trasferita, innamorandomi della sua meravigliosa e strabiliante storia". E con la sua serie di romanzi la scrittrice è riuscita ad ammaliare tantissimi lettori e a trasformare il mondo segreto degli Shadowhunters in una realtà, tangibile almeno nell'immaginario comune. Il passo per arrivare al cinema, ormai, era breve e inevitabile: "Quando leggi un romanzo, scopri un mondo nuovo. Ho scoperto di voler conoscere meglio questi personaggi nel loro incredibile viaggio di scoperta. Molte sono le sorprese di questo mondo e in questo film abbiamo intenzione di ricreare la stessa sorpresa", dichiara orgoglioso il produttore Robert Kulzer, che in questo modo presenta Shadowhunters - Città di Ossa, il film tratto dal primo libro della saga di Cassandra Clare... e una cosa è certa, le sorprese promesse da queste parole ci sono davvero tutte!

Ricordi nascosti

Che cosa si nasconde dietro i molteplici conflitti del passato? Nonostante quello che molti pensano, la verità è che nel nostro mondo agiscono forze demoniache impegnate a distruggere l'umanità e assumere il controllo del mondo. Nel timore che il male potesse trionfare sul bene, l'Angelo Raziel mischiò il suo sangue con quello degli umani, utilizzando un calice chiamato Coppa Mortale, creando così i primi Nefilim, una razza ibrida per metà umana e per metà angelo, più comunemente conosciuti come Shadowhunters. Tutto questo mondo è però completamente nascosto agli occhi degli umani, che non si accorgono della continua e costante lotta tra questi cacciatori e i demoni, nonostante questa avvenga proprio davanti ai loro occhi.
Clary Fray (Lily Collins) è convinta di essere un'adolescente come tutte le altre, fino a quando non comincia a vedere degli strani simboli che la conducono, una sera, in un locale dove assiste a un terribile evento: tre ragazzi ne uccidono a sangue freddo un quarto. Ma Clary sembra l'unica ad aver visto l'accaduto. Nemmeno il suo migliore amico Simon (Robert Sheehan), sempre con lei, sembra essersi accorto di nulla. La situazione si complica quando sua madre viene aggredita e rapita e Clary, cercandola disperatamente, si imbatte nel mondo nascosto dei demoni e degli Shadowhunters. Dovrà fidarsi di loro, e soprattutto di Jace (Jamie Campbell Bower), per capire cosa è successo e riscoprire un misterioso passato dai risvolti complessi e del tutto inattesi.

Un adattamento complesso

Quando la produzione di Shadowhunters - Città di Ossa ha iniziato a lavorare sul film, la saga era già famosa in moltissimi Paesi e i fan del lavoro di Cassandra Clare hanno subito agito per far sentire la propria voce. Il terrore era quello di vedere la storia distrutta da un adattamento poco fedele, da un casting sbagliato, da una regia che mettesse più in luce il sovrannaturale a discapito dei personaggi. Non è un segreto il pandemonio che si è scatenato quando è stato fatto il nome di Jamie Campbell Bower per il casting di Jace Wayland, dichiarato da molti decisamente non adatto al ruolo. Come proteggere il progetto? Harold Zwart ha chiesto la stretta collaborazione di Cassandra Clare, ma il lavoro di adattamento è stato comunque più complesso del previsto. "Quando si adatta un libro molto famoso è necessario prendere delle decisioni difficili. Devi rinunciare a certe cose, magari un aspetto non funziona per la logica del film o è un ostacolo allo svolgimento della storia o magari ci sono semplicemente problemi di budget. Ci siamo impegnati a fondo per conservare gli aspetti fondamentali e, per fortuna, Cassandra ha supportato le nostre scelte". Che la stesura della sceneggiatura, a cura di Jessica Postigo Paquette, sia stata un lavoro davvero complesso, lo si nota dai primi minuti del film, quando i lettori (famosi per conoscere a memoria ogni singolo svolgimento della vicenda di Clary Fray) si ritrovano davanti a una struttura narrativa totalmente stravolta. Quella di Shadowhunters - Città di Ossa è si la storia di Clary e di come, ripercorrendo il proprio passato, costruirà un futuro fino a quel momento inimmaginabile, ma... si, c'è un ma ed è anche bello grosso. Tutto quello che infatti avviene dopo i primi minuti del film è puro caos disorganizzato: gli eventi narrati nel libro vengono rimescolati, spostati di locazione a creare complicati incastri, plasmati a discrezione della produzione, rimontati in tempi e luoghi così differenti dagli originali. Di base la storia, per grandissime linee, rimane la stessa, ma nello script del film si perdono per strada quelle sfumature che caratterizzano in modo irresistibile i personaggi, le dinamiche divengono piatte, le relazioni interpersonali scialbe e la storia di Shadowhunters si trasforma in qualcosa di quasi banale.
Il paragone tra il libro e il film, in questo caso, diviene un lavoro impossibile da portare a termine. Scene aggiunte ed eliminate, rapporti cancellati, dialoghi spezzati... in alcuni momenti ci si ritrova a chiedersi come sia possibile che quello sia il film tratto dal primo romanzo della saga!
Un consiglio spassionato: correte a vedere il film solo se avete terminato di leggere la prima trilogia o se non avete nessuna intenzione di farlo. Perché la confusione della sceneggiatura è tale che in Shadowhunters - Città di Ossa ci si permette addirittura di fare degli spoiler su avvenimenti, più o meno importanti (di cui uno fondamentale!), di cui lo spettatore dovrebbe essere, a questo punto della storia, completamente all'oscuro.
Quando si dice che il caos è il male supremo.

Cacciatori senza futuro?

Facciamo un passo indietro e dimentichiamoci, per un momento, che si tratta di un adattamento. Dopotutto Shadowhunters - Città di Ossa è un prodotto cinematografico e come tale deve essere osservato. Harold Zwart prende in mano questo gruppo di personaggi complessi e cerca di dare a ognuno di loro il giusto spazio all'interno della pellicola: un lavoro difficile da realizzare, se non altro per la quantità degli stessi. Gli equilibri tra di loro si spostano continuamente e i personaggi di background si ritrovano spesso al centro della scena, pronti a guadagnarsi i famosi 15 minuti di fama: Simon, Jace, Hodge, Valentine... tutti hanno la loro occasione di far vedere quello che valgono, forse, in alcuni momenti, a discapito della costruzione di un arco narrativo lineare, capace di accompagnare lo spettatore in mezzo al caos della battaglia contro i demoni. In parte questa sensazione di mancato equilibrio stabile è da attribuire anche alle capacità degli attori: le performance di Lily Collins, Robert Sheehan e Jonathan Rhys Meyer (per quanto quest'ultimo appaia molto lontano dalla caratterizzazione originale del suo personaggio) appaiono ipnotiche, frizzanti e ironiche, sempre un gradino emozionale al di sopra di quelle di Jamie Cambell Bower e degli altri attori protagonisti. Bisogna ammettere che si vede chiaramente il desiderio di Zwart di lavorare sui suoi personaggi, senza doverli opprimere con la grandiosità di un mondo fatto di battaglie, demoni e magie, elementi che comunque il regista riesce a rendere molto bene sulla pellicola, creando un mondo visivamente piacevole e accattivante. La sua è la New York che vorresti esistesse, con castelli imponenti e cimiteri monumentali nascosti dietro il velo della normale percezione umana.

Shadowhunters - Città di Ossa Dare un giudizio finale a Shadowhunters - Città di Ossa è complicato, perché per farlo nel migliore dei modi bisognerebbe separare il film dal libro. In qualità di adattamento del primo romanzo della saga di Cassandra Clare, il film è quasi un disastro: i cambiamenti apportati alla struttura narrativa ne modificano non solo la costruzione storica, ma soprattutto influenzano la percezione che lo spettatore ha di questa e dei suoi personaggi. Il sarcasmo e l’ironia che tanto caratterizzano i tanto amati dialoghi tra Clary e Jace, si trasformano nel film in flebili macchiette di se stessi e i due ragazzi appaiono riconoscibili solo in pochissime scene. Quell’atmosfera di moderno e metropolitano che si respira per tutto il libro, acquista a tratti un senso di melenso romanticismo senza futuro, plausibile ma palesemente inadatto. Analizzato a se stante, però, Shadowhunters - Città di Ossa è un prodotto discreto, con evidenti buchi di sceneggiatura ma migliore di tanti altri prodotti del genere apparsi di recente al cinema. Una storiella piacevole, ricca di azione, ma alla fine della quale ci si ritrova a chiedersi perché, in tutta onestà, abbia avuto così tanto successo nel mondo. La risposta? Perché la vera storia di Shadowhunters è nascosta dietro un velo, quello che separa la magica complessità della pagina scritta dalla piacevole, ma dall’inconsistente spessore, narrazione cinematografica.

6

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