Recensione Sex and Zen 3D

Arriva da Oriente il sesso in tre dimensioni

Recensione Sex and Zen 3D
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Se nella castissima Cina non ha ancora visto la luce a causa delle ferree regole di censura, ad Hong Kong ha incassato nel giorno d'apertura addirittura più di Avatar. Stiamo parlando di Sex and Zen 3D, quarto capitolo di una saga erotica di grande successo in Oriente e primo in tre dimensioni. Questo nuovo capitolo può a tutti gli effetti considerarsi come l'apripista del genere erotico nel campo della nuova tecnologia cinematografica, e questo ha contribuito a generare una certa curiosità un po' ovunque, spingendo Lucky Red a distribuirlo anche nelle sale italiane, solitamente non avvezze e generose verso le opere del lontano est. La precedente trilogia aveva, a suo modo, diversificato i generi ibridi con i quali si integrava la componente sessuale: se nel '91 si puntava su una comicità di bassa lega, a tratti comunque divertente, il secondo (e migliore) film del 1996 aveva trovato una vena fantasy / surreale che prendeva a piene mani da classici come Storia di fantasmi cinesi, per poi concludere con l'ultimo capitolo nel 1998 verso sentieri perversi e con spunti da torture porn. A tredici anni dall'ultima incarnazione sul grande schermo sarà riuscito Cristopher Sun Lap Key, al suo battesimo in cabina di regia, a infondere nuova linfa a una storia vista e rivista che, rivisitazioni più o meno marcate escluse, prende sempre ispirazione dal classico erotico della letteratura cinese, conosciuto in Italia come Il tappeto da preghiera di carne? E quanto la terza dimensione influisce sulla resa finale della pellicola? Scopriamolo insieme.

La caverna dei "pugnali" volanti

Wei Yangshang (Hiro Hayama) è un facoltoso studioso della dinastia Ming che sostiene come l'uomo, per raggiungere la beatitudine, debba praticare il piacere in ogni forma e con quante più donne possibili. Quando conosce la figlia del nobile Tie Fei, la bella Tie Yuxiang (Leni Lan), si innamora a prima vista, ricambiato, e decide di convolare a nozze con la fanciulla. Wei Yangshang ha però un problema sessuale che impedisce ai suoi rapporti di durare più di pochi istanti. Un giorno Wei si reca insieme all'amico Lin alla torre delle Rarità, un enorme complesso cavernoso nascosto sotto la montagna, dove risiede con i suoi soldati e le sue concubine il principe di Ning (Tony Ho). Qui Wei, assunto dal principe come esperto di reperti artistici, finisce per entrare in un circolo vizioso di orgie con bellissime donne, finendo per incrinare irremidiabilmente il rapporto con la moglie. E quando alla "corte" di Ning arriva anche un'ambigua ragazza, Wei scoprirà che a repentaglio non è solo il suo matrimonio, ma anche la sua stessa vita...

Tra sesso e azione

Sex and Zen 3D ha indubbiamente due tipi assai diversi di pubblico: coloro che in un film erotico badano soltanto alle sensualità e alla bellezza delle protagoniste e chi invece, anche in un prodotto del genere, ricerca comunque una qualità intrinseca che lo elevi dalla semplice pellicola di genere. Indubbiamente i primi rimarranno assai soddisfatti, vista la folta rosa di giovani e ignude fanciulle che popolano lo schermo per buona parte della visione, concedendo la visione delle loro grazie senza riserva alcuna. La maggior parte degli interpreti, di ambo i sessi, è per altro di nazionalità giapponese, proprio ad evitare rigidi ed estremi attacchi mediatici verso attori natii della "casta Cina", come avvenuto anni fa nei confronti della brava Wei Tang, Musa di Ang Lee in Lussuria, seduzione e tradimento (2007), poi Leone d'Oro al Festival di Venezia. Chi invece, impassibile al fascino delle svestite donzelle, cerca un'opera dalle più ampie interpretazioni, si troverà di fronte a un prodotto controverso, che passa dal versante prettamente erotico a spunti sadomaso e sanguinolenti fino a un'inaspettata deriva semi-wu xia. Ricco di citazioni dai precedenti episodi, dall'incipit iniziale che porta alla memoria quello del primo capitolo, sino al trapianto di membra equine ai "danni" di Wei e alle influenze torture porn, il regista sembra aver assimilato la lezione della passata trilogia, creando una narrazione a tratti confusa e forzata ma comunque in grado di regalare momenti intensi, sia comici che disturbanti. Il peggior difetto che si può imputare alla messa in scena è l'eccessiva grossolanità dei dialoghi (penalizzati da un discutibile doppiaggio italiano) e di certe situazioni, a tratti estremamente forzate anche poiché atte a rendere l'effetto tridimensionale che giustifichi il titolo (e il prezzo maggiore del biglietto). Tra pugnali volanti, seni ballonzolanti e quant'altro, la nuova tecnologia risulta perlopiù superflua come di sovente in questi casi, riveladosi una mera trovata commerciale invece che un valore aggiunto. Tralasciando quasi del tutto la componente filosofica / zen, escluso un breve "excursus" della trama, e concentrandosi per buona parte sul sesso nel senso più profondo del termine, Sex and Zen 3D non raggiunge i fasti del secondo capitolo, ancor'oggi il migliore, ma complice un finale dal sapore romantico e alcune, rare ma felici, intuizioni, si rivela assai più riuscito di quanto il trailer promettesse. Naturalmente, a patto di esser maggiorenni e vaccinati.

Sex and Zen 3D Sex and Zen 3D, pur assai ricco di incongruenze e volgarità più o meno assortite, si rivela in ogni caso un prodotto guardabile, ricco di citazioni dai precedenti capitoli e con una narrazione, spesso incostante, che si muove tra film erotico, torture porn e wu-xia-pian vecchio stile. Niente di trascendentale, e anzi spesso il cattivo gusto fa capolino, ma la bellezza delle interpreti, sensuali e disinibite, riesce in parte a giustificare la visione per gli appassionati del genere, consci che il famigerato 3D del titolo si rivela più che altro un furbo escamotage pubblicitario.

6

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