Recensione Scream

Nel 1996 Wes Craven realizza il primo capitolo della quadrilogia con protagonista il serial killer Ghostface, ancor oggi insuperata opera di reinterpretazione degli slasher e dei teen horror anni '80.

Recensione Scream
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Non è difficile comprendere la portata e l'importanza della quadrilogia di Scream, realizzata dal recentemente compianto maestro Wes Craven nell'arco di quindici anni. Un'opera intelligentemente semi-parodica dell'intero sottobosco horror / slasher (e non solo) capace di dar vita a sua volta ad altre, ovviamente imbarazzanti, caricature di bassa lega quali Shriek - Hai impegni per venerdì 17?. Ma no, il primo film diretto dal creatore di Nightmare, non è un semplice titolo di genere bensì un'acuta e sagace rivisitazione teen di tutti gli archetipi che dalla saga di Halloween a quella di Venerdì 13, passando ovviamente per le oniriche (dis)avventure kruegeriane, hanno regalato emozioni e spaventi a milioni di appassionati di ogni generazione. Nell'anno 1996 il personaggio di Ghostface diventa più di qualcosa di una semplice icona cinefila, ma si addentra nell'immaginario collettivo di adolescenti, e non, anche per la semplicità del suo costume da serial killer, tra i più indossati alle classiche feste di Halloween e Carnevale da allora a quest'oggi.

Drin drin

I corpi della diciassettenne Casey Becker e del suo fidanzato vengono ritrovati orribilmente mutilati: un serial killer che indossa una maschera ricordante vagamente L'urlo di Munch è l'assassino, che ha preannunciato il suo diabolico massacro tramite un'inquietante conversazione telefonica. E proprio nello stesso modo l'omicida comincia a molestare la sera seguente la giovane Sidney Prescott, compagna di scuola di Casey, che già aveva sofferto la morte della madre, stuprata e uccisa, l'anno precedente; solo grazie all'intervento del suo ragazzo, che però è subito erroneamente sospettato, il killer viene messo in fuga. Ma le telefonate continuano a perseguitare Sidney, mentre intorno a lei altri amici e conoscenti vengono ritrovati uccisi sempre dalla stessa diabolica mano.

Maschere e pugnali

Lo chiamavano colpo di scena. Ma in mano a Wes Craven l'espediente sorpresa assume tutto un altro significato: qui si gioca sporco in una serie di continui depistaggi, indizi disseminati ad hoc su ognuno dei personaggi in gioco in modo sì da far salire dubbi e incertezze sino ai minuti finali, nei quali la reale identità di Ghostface viene infine svelata. In un gioco subdolo ed intrigante, che il regista avrebbe esasperato a dismisura nel più recente My soul to take, la narrazione si appoggia su binari che omaggiano il classico mondo dei teen horror con uno sguardo al contempo citazionista ed originale, in grado di regalare una notevole dose di tensione in più occasioni. A cominciare già da un inizio col vero e proprio botto ad altissimo tasso di palpitazioni, nel quale la "guest-star" Drew Barrymore viene molestata e poi orribilmente trucidata dal killer mascherato. Non una semplice rivisitazione degli abusati canovacci del filone, ma una sprezzante reinterpretazione che ripercorre la storia del cinema di genere tra innumerevoli rimandi (visivi, verbali e registici) che divertiranno il cinefilo più esperto ed al contempo incuriosiranno il neofita verso titoli od autori magari ad egli poco conosciuti. Con una scia di omicidi in serie che sprizzano divertimento ed emoglobina in egual misura, le quasi due ore di visione sono calpestate da personaggi assai più sfaccettati rispetto al loro presunto ruolo e tutti in grado di suscitare dubbi sul fatto che potrebbe essere uno di loro il reale assassino. Merito anche di scelte di casting particolarmente azzeccate, dalla protagonista Neve Campbell al boyfriend Skeet Ulrich, da comprimari di lusso come Rose McGowan, Courteney Cox e David Arquette a camei d'eccezione come quello di Henry "Fonzie" Winkler, il roster attoriale è di primissimo piano, sempre abile a muoversi su quel sottile confine tra ironia e paura che Scream cavalca con avvincente naturalezza.

Scream Pim-pum-pam: neanche il tempo di iniziare e in 12 minuti, vero e proprio crescendo di tensione, ha già luogo il brutale omicidio di Drew Barrymore. Partenza al fulmicotone per il cult firmato nel 1996 da Wes Craven, a cui seguiranno tre seguiti tutti di discreta qualità. Ma l'opera cardine è sicuramente lo Scream capostipite, film che reggendosi sui classici binari del teen-horror si pone come furente omaggio al genere tutto, trovando nel personaggio di Ghostface una nuova inaspettata leggenda dell'orrore moderno. Tranelli narrativi che nascondono l'identità del villain sino ai minuti finali accompagnano lo spettatore in una narrazione ricca e intelligente che sfruttando una macabra ironia citazionista non perdono mai il fulcro della tensione pura e genuina che non dovrebbe mai mancare al filone.

8

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