Recensione Saw III

Non c'è due senza tre per Jigsaw

Recensione Saw III
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Il fascino dell’ enigmista

La saga dell’enigmista (altrimenti conosciuta come Saw) è stata come una manna dal cielo per gli appassionati del genere thriller ed horror, per come è riuscita ad ampliare gli orizzonti di un filone da sempre afflitto dalla ripetitività. Un uso sapiente dell'espediente dello “shock”, unito a scene molto forti (che spesso fanno leva sul dolore fisico), riesce a coinvolgere pienamente lo spettatore, che spesso rimane impietrito di fronte al sadismo di certe "prove" che, sebbene crudeli, sono sempre impregnate da uno strano senso di giustizia (un po’ come accadeva nel famosissimo fumetto americano Tales from the Crypt). La figura dell’enigmista, di conseguenza, è sempre permeata da una duplice natura: se da un lato emerge un vendicatore spietato che sottopone le sue vittime a prove terribili, dall’altra Jigsaw è anche una persona molto sola e fragile, che ha scoperto quanto sia importante vivere solo dopo una diagnosi di cancro al cervello.
Nel 2006, l'epilogo del secondo episodio lasciava presagire un seguito, che, puntualmente, è apparso nelle sale un anno dopo, accontentando le attese dei fan e facendo risuonare per la terza volta l’ormai famosissima frase "vivere o morire, a te la scelta".
Riuscirà questo terzo capitolo ad essere all’altezza dei primi due, nonostante sia già abbondantemente esaurito l’effetto novità?

Il gioco è finito.... game over

Jigsaw, dopo un sanguinoso confronto con l’agente Mathius, è riuscito ancora una volta a fuggire e, insieme alla giovane apprendista Amanda, sua vittima in passato, è svanito nel nulla. La voglia di giocare si rianima presto quando una sera, alla fine del turno, la dottoressa Lynn Denlon viene rapita e portata al suo cospetto: Jigsaw è a letto, sospeso tra la vita e la morte, quasi stroncato dal cancro che lo sta consumando da anni.
La donna si trova costretta a fare di tutto per tenerlo in vita, mentre parallelamente Jeff, padre desideroso di vendetta nei confronti dell'uomo che causò la morte del figlio, viene introdotto in un percorso da affrontare attraverso un intricato labirinto disseminato di diaboliche trappole a sfondo, come sempre, enigmistico.
Per i due, ma non solo, è appena cominciata la corsa contro i battiti del cuore del maniaco, sempre più fiacchi e decelerati.

Alla fine?

Tutti sanno che un sequel non è sempre garanzia di qualità, e molto spesso ci si trova ad assistere ad un film mediocre, che sfrutta malamente i potenziali sviluppi in favore dell’incasso garantito. Nel caso di Saw 3, fortunatamente, questo non avviene, già dai primi minuti emerge infatti intatta la natura "enigmatica" del film, che anche stavolta si rivela essere molto interessante, nonostante la meccanica sia conosciuta (risultando più facilmente prevedibile).
Le novità principali che riguardano questo nuovo episodio sono innanzitutto quelle a livello di narrazione. Il primo film, infatti, imperniava la vicenda principale attorno ad una decisione estrema, mentre nel secondo si è optato per una scelta più "classica" che vedeva tutte le vittime inizialmente radunate e poi uccise a turno. In questo terzo film si ha una notevole svolta, in quanto la vicenda viene nettamente divisa in due situazioni distinte, che descrivono sapientemente vittime (Lynn e Jeff) e carnefici (Jigsaw e Amanda), svelando, di volta in volta, i tasselli di un puzzle che verrà completato solo nel finale. Questo escamotage si rivela particolarmente azzeccato, poiché oltre a permettere un'approfondita caratterizzazione dei protagonisti (già vero marchio di fabbrica della serie), riesce a rendere la trama piuttosto imprevedibile assicurando l’effetto sorpresa che aveva contraddistinto i suoi predecessori. Se a tutto ciò, poi, aggiungiamo vaste sequenze di flashback che svelano svariati retroscena dei primi due episodi, il tutto risulta molto interessante, riuscendo perfettamente a non annoiare.
Trattandosi di una saga resa famosa per la crudeltà delle "prove" che i protagonisti sono chiamati a superare, anche questo capitolo non sfugge alla regola, e, nel corso della proiezione, il povero Jeff è sottoposto ad enigmi crudeli e debilitanti per la sua psiche. Tuttavia, tali ostacoli risultano decisamente più "sobri" e meno scioccanti dei loro predecessori (la scena delle siringhe del secondo episodio è di sicuro il picco più alto per quanto concerne la violenza visiva), in quanto questa volta il film fa leva più sulla tematica del "saper perdonare qualcuno" che non sull'apprezzare la vita come dono. Questa decisione stilistica potrebbe non accontentare i fan dello splatter più cruento, ma non danneggia minimamente i risvolti psicologici del film, che, come in un gioco di pesi, compensano ampiamente la diminuzione delle scene violente.
La fotografia è caratterizzata dalla stessa impronta vista nel secondo episodio, e per tutta la durata del film i protagonisti si muovono in una scenografia piuttosto sporca e con una scarsa illuminazione. In questa atmosfera, che ben si adatta al film, sono stati reintrodotti i cambi di inquadratura improvvisi e accelerati (specie nei flashback), che accentuano ulteriormente la sensazione di disturbo generale del film.
Il cast è rimasto pressoché invariato, ed anche stavolta il ben noto Tobin Bell riesce perfettamente a rendere reale e tangibile la figura di Jigsaw che, in questo episodio, ci viene descritta nei suoi aspetti più deboli e umani, ma comunque sempre incapace di abbandonare l'ossessione dalla propria "missione".

Saw III La formula di Saw è ormai conosciuta, ed il terzo episodio parte con lo svantaggio non indifferente di trovare il pubblico preparato. Tuttavia, un leggero cambio di direzione, unito ad un intreccio che, si spera, chiuderà definitivamente la saga, riesce ancora a rendere il film interessante e ricco di particolari che possono essere notati solo dopo una seconda visione. Se siete dei fan della serie, sarete di sicuro ampiamente soddisfatti, mentre è sconsigliata la visione a chi non abbia avuto modo di vedere i due precedenti capitoli, in questo caso indispensabili alla comprensione delle vicende narrate.

7.5

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