Sausage Party, la recensione: l'apoteosi del food porn

Seth Rogen reinterpreta in chiave dark e scurrile le premesse di film come Toy Story, firmando un cartoon folle ed esilarante.

Sausage Party, la recensione: l'apoteosi del food porn
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A un certo punto in Sausage Party appare una macchina, la cui targa è, da un lato, A113, la sequenza alfanumerica presente in tutti i film d'animazione della Pixar. L'altro lato invece reca la scritta Dixar, il che la dice lunga sugli intenti del primo cartoon scritto da Seth Rogen insieme all'amico Evan Goldberg. Siamo effettivamente in territori alla Pixar, con la logica di Toy Story applicata agli alimenti, ma il tutto è reinterpretato in chiave dark, pecoreccia e scatologica (immaginate la reazione delle salsicce quando scoprono cosa succede in cucina). Già il titolo Sausage Party è, per lo meno in inglese, uno spudorato doppio senso, e la visione di questo film è caldamente sconsigliata ai più piccoli e a chi si offende facilmente. Per tutti gli altri, ammesso che il loro senso dell'umorismo sia compatibile con quello di Rogen e soci, si prospetta un'ora e mezza di risate molto politicamente scorrette.


Orgia culinaria

Un'animazione a tratti molto cruda, come il contenuto, è il veicolo ideale per raccontare una storia che, dall'inizio alla fine, è all'insegna del sesso e del turpiloquio, ma non per questo sottomessa alla stupidità. Dietro ogni battuta scurrile, gesto volgare e immagine (molto) sessualmente esplicita si cela una riflessione tutt'altro che banale sulla fede religiosa, accompagnata da abbondanti dosi di satira che purtroppo rischiano di andare parzialmente perse nel doppiaggio italiano, dato che sarà difficile tradurre in modo efficace certi giochi di parole legati a cibo e razzismo/xenofobia. Consigliamo pertanto a chiunque ne abbia la possibilità di vedere Sausage Party in lingua originale, in parte per godere appieno dei dialoghi molto creativi e deliziosamente sporcaccioni, ma anche e soprattutto per apprezzare il lavoro vocale di un cast eccezionale: Seth Rogen, Jonah Hill, James Franco, Paul Rudd, Bill Hader, Michael Cera, Kristen Wiig, Salma Hayek e Edward Norton (quest'ultimo è particolarmente penalizzato dal doppiaggio, poiché in originale non usa la propria voce ma imita Woody Allen). Una parata di star al servizio di un divertimento inatteso e quasi catartico, che smentisce alla grande il luogo comune sull'animazione come modalità narrativa destinata solo ai bambini. Difficilmente il cartoon vincerà un Oscar, ma ciò non toglie che abbiamo a che fare con uno dei prodotti più stranamente originali e spassosi dell'anno. E il sequel, annunciato nel finale e fortemente voluto da Rogen (e sicuramente fattibile sul piano economico, dati gli incassi), promette di andare oltre...

Sausage Party Spudoratamente crudo e offensivo ma al contempo intelligente e molto, molto spassoso, Sausage Party non è il miglior film d'animazione dell'anno, ma è una divertentissima boccata d'aria fresca per chi è stanco di vedere sempre "i soliti cartoons" al cinema. Da assaporare (!) in lingua originale, senza i bambini e preferibilmente senza mangiare durante la proiezione (fidatevi)...

8

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