Recensione Sand Dollars

Due donne e generazioni a confronto in una storia amara e delicata di desolazione femminile

Recensione Sand Dollars
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Nel contesto esteticamente paradisiaco delle spiagge de Las Terranas, dove lo scandire del tempo è segnato dai tramonti sul mare e dalla vitalità delle musiche, la giovane Noelì (Yanet Mojica) e il suo ragazzo vivono la loro storia d'amore, dovendo nello stesso tempo arrabattarsi per vivere, trovare ‘i loro dollari di sabbia' (concetto che sostanzialmente traduce il Dolarés de Arena del titolo). E tra i tanti turisti che affollano le spiagge la fonte di sussistenza più a portata di mano appare per la bella ragazza quella della mercificazione del proprio esuberante corpo. Noelì, una domenicana giovane e bella, dal fisico ancora acerbo ma già estremamente sensuale troverà infatti da guadagnare accompagnando una signora in là con gli anni (una bravissima e profondamente malinconica Geraldine Chaplin) che pare profondamente apprezzare la ‘compagnia' della ragazza e che vorrebbe, un giorno, condurla a Parigi con sé. Ma in quell'ambiguo rapporto caratterizzato inoltre dalla enorme differenza di età e dalla reciproca convenienza, si nasconde non solo la necessità di Noelì (e del compagno) di trovare un modo per ‘sopravvivere', ma anche il confronto tra due stati esistenziali femminili diversi e ugualmente attraversati da una profonda desolazione. Un rapporto che rimarrà nel suo stato di equilibrio fin quando non entreranno in gioco scelte di vita più importanti come la reale possibilità per Noelì di trasferirsi in Europa lasciandosi alle spalle quello che di fatto è il suo mondo.

Femminilità interrotte

La dominicana Laura Amelia Guzman Conde e il messicano Israel Cardenas raccontano con Sand dollars il contesto sociale di povertà e necessario spirito di sopravvivenza legato allo stato di generale indigenza dei paesi dell'America Latina (il film è una coproduzione tra Argentina, Messico e Repubblica Dominicana). Il contrasto tra mondo povero (Repubblica Dominicana) e mondo ricco (Europa) è qui incarnato dal rapporto tra la giovane Noelì e la sua più che matura amante. Ma si tratta di un contrasto superficiale che in realtà scivola e si immerge in una desolazione e in un'amarezza condivisa tra chi non riesce a immaginare un proprio futuro ed è costretto a svendersi per campare (Noelì) e chi invece è rimasto aggrappato con le unghie al proprio passato e non accetta lo scorrere del tempo (la donna francese interpretata dalla Chaplin). Tra la freschezza del corpo e dello sguardo di Noelì e la decadenza del corpo, le rughe evidenti della propria amante c'è infatti la condivisione di un dramma femminile che attraversa trasversalmente due generazioni e due diversi contesti sociali. I due registi puntano a contrapporre questa lancinante desolazione (lo dicono anche i versi del brano ricorrente nell'opera ("Vivo nella desolazione... tu mi riempi d'illusione") alla musicalità trascinante, al ritmo e alla bellezza all'interno della quale va in scena la storia. Negli splendidi tramonti sul mare e in quella fotografia abbagliata dal sole si specchiano queste due esistenze di donne che sono espressione accorata di una diversa disperazione. Una narrazione non particolarmente incisiva che ha però una sua generale fluidità e che trova una diretta traduzione nella bravura delle due protagoniste, capaci di comunicare con uno sguardo il senso della loro lacerante afflizione.

Sand Dollars La regista dominicana Laura Amelia Guzman Conde e il regista messicano Israel Cardenas presentano nella sezione Cinema d’Oggi della nona edizione del festival del cinema capitolino la loro opera Dolarés de Arena, un ritratto tutto al femminile di esistenze accomunate nel loro stato di desolazione (pratica, emotiva o entrambe). Un film che segue le orme di quella ricerca di realismo tipica del cinema sudamericano e che (nonostante la mancanza di una struttura narrativa capaci di entrare nel merito reale della storia) trova una sua funzione nell'espressione desolata delle due protagoniste e che si contrappone alla pura bellezza dei luoghi che fanno da cornice alla storia.

6

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