Recensione S. Darko

Il seguito apocrifo del cult di Richard Kelly

Recensione S. Darko
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Quella di Donnie Darko è una delle vicende più interessanti del cinema degli ultimi anni. Prodotto nel 2001 dall'allora pressoché esordiente Richard Kelly, il film si fece strada negli ambienti underground americani riscuotendo un successo sempre crescente, fino al 2004 quando una versione Director's Cut con venti minuti di scene inedite fu portata nella "grande distribuzione" da Moviemax.Mischiando intelligentemente fantascienza, filosofia postmoderna e un tocco di esoterismo, Donnie Darko ci accompagnava in una discesa negli abissi più profondi della mente umana, dove raziocinio, sentimento e scienza empirica si fondono in un abisso indistinto fatto di paure ancestrali. La magistrale interpretazione di Jake e Maggie Gyllenhaal, poi, dava al film un ulteriore tocco magico, grazie al loro stile recitativo pacato, ma al tempo stesso a tratti morboso e inquietante. Milioni di fan in tutto il mondo hanno speculato per anni sui significati più nascosti della vicenda e il terrificante coniglio antropomorfo che accompagna Donnie per buona parte delle sue peregrinazioni fa ormai parte di diritto della cultura pop (nonostante sia, a sua volta, un omaggio al cinema ultrasperimentale di David Lynch).Intorno al 2005 si è cominciato a parlare, sempre più insistentemente, di un eventuale sequel del film, che approfondisse le teorie sul viaggio nel tempo e concludesse, in un certo senso, la saga familiare dei Darko; tuttavia lo sciopero degli sceneggiatori e la mancata partecipazione dei Gyllenhaal hanno costretto la produzione a riscrivere diverse volte la sceneggiatura, affidandola a diversi autori. Per questo motivo Richard Kelly, che pure sulle prime voleva dirigere il film, si è ritirato dal progetto e così la direzione è passata all'esordiente Chris Fisher. Come se non bastasse Kelly ha addirittura chiesto che il suo nome fosse tolto dai titoli di coda, causando diversi malumori fra i fan che, per un certo periodo, arrivarono addirittura a boicottare il film.All'uscita americana, dunque, S. Darko non fu accolto con grande entusiasmo, e per questo motivo il suo esordio sugli schermi Europei è stato più volte posticipato, fino a minacciare addirittura un passaggio diretto in home video, proprio come accaduto in patria.All'ultimo però Moviemax ha deciso di far uscire lo stesso il film al cinema durante l'ultima settimana di Agosto, probabilmente per riempire una stagione già di per se molto difficoltosa a causa dei postumi dello sciopero degli sceneggiatori (che ha colpito praticamente tutti i film in uscita fra il 2009 e il 2010).

In cerca di un Autore

Samantha Darko è la sorella più piccola di Donnie, tragicamente morto dopo che il motore di un aereo s'era schiantato nella sua stanza. Ossessionata dagli stessi incubi del fratello e convinta che la fine del mondo sia ormai prossima, decide di partire in auto con un'amica per raggiungere la costa Ovest e cercare, una volta a Los Angeles, la propria strada nel dorato mondo dello show business. A causa di un guasto, però, le due amiche saranno costrette a fermarsi in un paesello dello Utah, abitato da personaggi quantomeno strani. C'è un reduce della prima guerra del Golfo traumatizzato dall'aver ammazzato dei bambini, un sacerdote non troppo ligio al dovere e alcuni misteriosi ragazzi che sembrano voler fare di tutto per evitare che Samantha e la sua amica se ne vadano.Con il passare dei giorni, gli incubi della protagonista si fanno sempre più vividi e comincia a soffrire di sonnambulismo fino a quando realtà e sogno non si sovrapporranno definitivamente, fra meteoriti che cadono e chiese che bruciano.Diciamolo subito, S. Darko non ha assolutamente un compito facile: riuscire bene dopo un capolavoro non è cosa da tutti, soprattutto quando il padre dell'idea originale ha deciso di abbandonarla al suo destino. Purtroppo Fisher palesa fin da subito la sua ingenuità e manca totalmente della visione onirica di Kelly. Il fascino oscuro di Donnie Darko, con le sue ambientazioni da provincia americana degli anni '80 pieno di ammiccamenti alle atmosfere malsane di David Lynch e Stephen King, si perde completamente, sostituito da una fotografia ultrasatura che spara gli aridi paesaggi dell'America profonda negli occhi dello spettatore, soverchiando la recitazione. Per metà Thelma & Louise e per metà teen horror, S. Darko è un film in cerca d'autore, incapace di avere una personalità propria che lo distingua dal suo ingombrante genitore. Gli espendienti visivi che in Donnie Darko apparivano innovativi e geniali ormai sono logori, i muri d'acqua, il coniglio, le piume fosforescenti sanno di muffa e non di citazione colta, anche il libro della Sparrow (citato in ogni modo possibile) viene menzionato un paio di volte più per manieristico dovere che per effettiva importanza nella vicenda.Concepito per soddisfare sia i fan, che volevano una nuova storia visionaria almeno quanto la precedente, sia la produzione, in cerca dell'ennesimo colpo al botteghino, S. Darko finisce per non accontentare nessuno finendo nel limbo dei film né belli né brutti, semplicemente da dimenticare, buoni, forse, per un passaggio televisivo in qualche torrida serata estiva.

S. Darko S. Darko non è un film riuscito. La sceneggiatura che oscilla pericolosamente fra l’omaggio e il tentativo di copia carbone non è per nulla chiara mentre la vicenda tende ad accartocciarsi su se stessa. Colpire il centro del bersaglio dopo uno sleeper cult come il film di Richard Kelly non era un gioco da ragazzi. E infatti S. Darko è una delusione, in tutti i sensi.

5

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