Recensione Rio

Un tuffo colorato nel mondo di Rio

Recensione Rio
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Dopo anni passati a battere i denti per il freddo di tempi sconosciuti con la trilogia de L'era glaciale, i Blue Sky Studios in collaborazione con 20th Century Fox si spostano in territori decisamente più colorati e luminosi, crogiolandosi sotto il festoso e caldo sole di Rio.

Un pappagallo per bene

Blu è un ara macao nato a Rio ma, dopo essere stato allontanato dalla sua terra natia dai bracconieri, è stato accudito da Linda, una dolce ragazzina di Moose Lake, una cittadina del Minnesota. Cresciuti insieme i due sono diventati inseparabili: Blu conduce una vita comoda, agiata e al riparo da ogni tipo di pericolo, dividendo le proprie giornate tra la casa e la libreria di Linda. Abituato alla sveglia, a lavarsi i denti e bere cioccolata calda leggendo libri, Blu è talmente addomesticato da essere più simile a un umano che non a un volatile. Quello che non sa fare, però, è quello che la maggior parte dei volatili invece sa fare di natura: volare. Ma chi sente la necessità di volare quando ci sono tanti altri modi di spostarsi? All'improvviso la sua amata routine viene interrotta dall'arrivo di Tullio, un ornitologo desideroso di portare Blu a Rio de Janeiro, dove vive l'unico esemplare femminile della sua stessa specie, l'irrequieta Gioiel. Riluttanti all'idea di abbandonare il proprio nido, i due amici partono alla volta di Rio, ma poco dopo essere arrivati, i due pappagalli vengono rapiti da un gruppo di trafficanti. Blu dovrà ricorrere a tutta la sua astuzia e contare sull'appoggio dei suoi nuovi amici per tornare da Linda e riscoprire il suo naturale spirito primordiale.

Compagni di penna

Rio nasce dal desiderio del regista Carlos Saldanha di muoversi su un territorio più congeniale alle sue origini e di omaggiare la sua città natale attraverso una storia che ne esaltasse il vibrane spirito. Così dopo anni passati a lavorare con gli strampalati personaggi de L'era glaciale, il regista ha iniziato a lavorare al background di questo grande pappagallo addomesticato e saputello, apparentemente indifferente alle bellezze ritmiche della terra carioca. "Blu vive una vita protetta", racconta Jesse Eisenberg, sua voce nella versione originale, "È in gamba, legge di tutto ed è un tipo riflessivo. Ma niente di tutto ciò può aiutarlo a volare". Nonostante ciò cerca di utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione per riuscire nel compito: ha studiato si migliori libri di fisica della libreria, ha disegnato complessi schemi e promemoria, eseguito sofisticato calcoli... senza alcun non ridicolo risultato. Nessun libro può insegnare al pappagallo tutto quello che la luminosa Rio può svelare. Come spesso accade in storie di questo genere, per portare il personaggio allo step successivo, si capovolge completamente con un pretesto la sua situazione di stallo iniziale. Niente più gabbia, niente più marshmallow e vetro che lo protegga dagli attacchi esterni. Appena arrivato a Rio, Blu è un insicuro e altezzoso pappagallo tutto gaffe e discorsi strambi, che i suoi nuovi amici tendono continuamente a sottolineare con aria interrogatoria. Primi fra tutti Nico e Pedro che, con il loro innato ritmo musicale (non a caso nella versione americana sono due artisti come Jamie Foxx e Will.I.Am a dare voce e spirito ai due volatili), vedono in Blu una sorta di bizzarro turista, sicuro di sé e capace di conquistare Gioiel con il suo fascino e la sua parlantina... beh, mai idea iniziale fu più sbagliata. Insieme a Rafael, il tucano ex re del carnevale, e Luiz, l'unico cane di Rio capace di trattenersi dall'istinto di mordere gli uccelli che lo circondano, lo strampalato gruppo cerca di rivaleggiare con quello dei precedenti lavori del regista. Una sfida che purtroppo i volatili di Rio, nonostante tutte le loro buone qualità, non riescono a vincere, apparendo spesso troppo semplicistici e scontati, sottomessi a una sceneggiatura priva di grandi originalità e che richiama fin troppo i classici dell'animazione. Come nel comparto musicale: indispensabile per una qualsiasi storia ambientata a Rio, ma velatamente forzata e volutamente condiscendente che, mescolando ritmi hip hop con il merengue e testi dall'impatto facile, penetrano agilmente nella mente dello spettatore più giovane, risultando però fastidiosamente stucchevoli per le menti meno semplicistiche. Il paragone con Sid, Manfred e Diego e purtroppo inevitabile, soprattutto quando si pensa l'appeal che i personaggi de L'era glaciale erano riusciti ad avere su un pubblico molto vasto e variegato. Il personaggio che più spicca nel variopinto gruppo di personaggi di Rio è Miguel, il divertente e teatrale cattivo della storia. "Miguel è una ex star delle telenovelas ed è ancora arrabbiato perché, anni prima, non ha ottenuto un ruolo assegnato a un uccello più giovane e carino", spiega Saldanha, "Ha un approccio molto drammatico, molto secco e molto divertente". Ed è proprio nei suoi atteggiamenti che risiedono alcuni dei momenti più divertenti della pellicola: tutte le volte che ne ha l'occasione fa qualcosa di male... "Mangia perfino il pollo! Che razza di uccello mangia il pollo?".

Leggeri come piume

Se da una parte Rio si distacca dai suoi predecessori per la sceneggiatura meno incisiva e i personaggi meno caratterizzati, dall'altra parte segna un altro risultato positivo per i Blue Sky Studios che dimostrano di essere in grado di evolversi e migliorarsi costantemente. Al loro secondo lavoro in 3D, dimostrano di avere una grandissima dimestichezza con il mondo dell'animazione e di riuscire a generare anche dei perfetti esseri umani, fino ad ora completamente estranei al loro portfolio classico. Il lavoro tecnico svolto su Rio è impeccabile, grazie anche a un nuovo strumento di rendering per le piume, chiamato Ruffle Deformer, che ha permesso agli animatori di posare e dare forma alle piume dei protagonisti con un grande controllo e una dettagliata resa dei personaggi. Gli uccelli di Rio, secondo volontà stessa del regista, somigliano a specie realmente presenti nella fauna brasiliana e hanno delle ali ben riconoscibili, ma anche una leggere forma stilizzata di mano, in modo da poter accentuare la loro espressività. Blu e Gioiel si muovono liberamente nelle profondità dello schermo, rese maggiormente stratificate dalla stereoscopia, con la leggerezza tipica della loro specie, planando e arrampicandosi, amalgamandosi sia con gli ambienti più bui della foresta che con le luci della città del carnevale, componendo così un quadro visivo cromaticamente affascinante e ammaliante, che riecheggia di tutta la vitalità tipica di Rio.

Rio Il nuovo film di Carlos Saldanha è un prodotto che, nonostante il suo altissimo livello tecnico di animazione, sembra essere stato confezionato per un target piuttosto basso, capace di lasciarsi affascinare dai colori e dalle sonorità tipiche del posto. Rio soffre però di una pressante sensazione di già visto e già sperimentato, regalando allo spettatore un intrattenimento piacevole ma non molto originale, ricco di stereotipi classici montati all'interno di una trama semplice e da personaggi simpatici ma per nulla accattivanti come i glaciali predecessori.

5.5

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