Recensione Revolutionary Road

Dopo Titanic torna la coppia Winslet-DiCaprio

Recensione Revolutionary Road
Articolo a cura di

Torna la coppia che ha incantato sul Titanic diverse generazioni...
Torna si, ma come? Non più adolescenti, Leonardo DiCaprio e Kate Winslet affrontano il matrimonio nell'America conservatrice degli anni 50. Il romanticismo adolescenziale cede il posto alla complessità del rapporto di coppia, nella scissione emancipata tra unione e individualismo. Al timone di questa nave portatrice di ricordi non poi così lontani, Sam Mendes - Oscar rivelazione nel 1999 per il meraviglioso American Beauty. Finito di trasformare Tom Hanks in un killer mafioso in Era mio padre e portato Jake Gyllenhaal in Iraq durante la Guerra nel Golfo, dirige la moglie (Kate) in un dramma esistenziale, tratto dal romanzo di Richard Yates - scovato e pubblicato postumo in Italia da Minimum fax.

Tra Parigi e Connecticut

Frank (Leonardo DiCaprio) ed April (Kate Winslet) sono due giovani americani desiderosi di condurre una vita ispirata ad alti ideali. Si scambiano i loro sguardi ad una festa, ancora adolescenti, e continuano fino a quando, nel pieno del loro amore, decidono di sposarsi. Il passo seguente è il trasferimento nella nuova casa di Revolutionary Road, che, di fatto, proclama con orgoglio l'indipendenza della coppia dalla monotona vita della provincia, alla quale erano precedentemente legati.
Nonostante la simpatia, la bellezza e il fascino anticonformista che li contraddistingue, i Wheelers si ritrovano ben presto a ricalcare proprio i modelli che disprezzavano: Frank diventa un impiegato prigioniero di una routine quotidiana che gli ha tolto qualsiasi velleità; April dal canto suo, assume il ruolo di casalinga infelice, in cerca di realizzazioni e assetata di passione. Una famiglia americana come tante altre, che ha perso i suoi sogni. Decisa a cambiare il proprio destino, April escogita un piano alquanto audace per ricominciare a vivere: abbandonare le comodità del Connecticut e trasferirsi a Parigi, verso un futuro incerto ma più stimolante. Tuttavia, proprio quando questo progetto sta per realizzarsi, ognuno dei due coniugi si spinge in direzioni opposte, allontanandoli fino a un punto di non ritorno...

Una coppia fantastica. Lo dicono tutti.

Un'escalation emotiva. Revolutionary road si muove tra sogno americano e realtà, passione e tormento lungo quei valori ormai sviliti da fragili dubbi esistenziali. La fotografia di Roger Deakins (Non è un paese per vecchi) è perfetta nel patinare il conformismo Americano, sia negli interni che negli esterni, come se tutto lo Stato del Connecticut fosse dominato da una tenue pennellata bianca. Ecco perché sognano Parigi: una vetrina piena di colori, romantica che, pur conservando il proprio individualismo, permetterebbe a entrambi di coltivare il proprio amore. Ma qualcosa col tempo si perde e, da persone meravigliose invidiate da tutto il vicinato, si trasformano in acide pedine aizzate dal continuo divenire. Fingono di star bene, di andare d'accordo, ma basta una scintilla per portarli all'esasperazione. Ci pensa la pazzia irrequieta di un malato di mente, mr John Givings (un esilarante Michael Shannon) a metterli all'erta. I suoi modi diretti ridicolizzano loro e divertono il pubblico... e insieme riflettiamo sull'incedere della crisi.
Come una serpe curiosa, la narrazione striscia attorno ai personaggi mentre la regia ne smorza il movimento con attenti piani sequenza e inquadrature mirate: prima distanti e meravigliosi, poi violenti e indeboliti. Frank ed April finiscono per diventare meccanismi di un circuito sociale dal quale hanno sempre preso le distanze, sin da giovani.
Una raccolta piuttosto variegata di sensazioni ed emozioni contrastanti: si mescolano e si avvinghiano, si avvicinano e poi si annullano, mentre la colonna sonora di Thomas Newman non tenta di soprassedere, bensì accompagnare con delicatezza il racconto.
Togliendo la classe e lo stile con cui il regista pone al centro del dramma l'ideale sconfitto, i pilastri che reggono la storia sono due: Kate Winslet (meritatamente vincitrice del Golden Globe) e Leonardo DiCaprio (immeritatamente dimenticato dai membri dell'Accademy). Eccezionali.
Mendes conclude la sua opera con intelligenza, lanciando un'importante riflessione sull'ascolto: poiché nel torpore della vecchiaia le nevrosi e le rughe segnano di noia la propria esistenza, la sola possibilità che abbiamo per conservare un briciolo di integrità è fissare consapevolmente chi parla diminuendo gradualmente il livello d'ascolto, fino ad annullarlo.
Se non è un capolavoro, poco ci manca.

Revolutionary Road Tra sociologia e psicologia, Sam Mendes dal capolavoro di Richard Yates prende spunto per puntare il dito sulla società (e soprattutto sui suoi prodotti), oggi più che mai identica a 50 anni fa. Una critica pungente, drammatica, violenta ed esteticamente impeccabile. L'alchimia accresciuta tra DiCaprio e la Winslet dopo Titanic non può che far venire i brividi; vederli nello stato in cui cadono, poi, ne rafforza il messaggio. Da Mendes, non ci aspettavamo nulla di meno. Da vedere.

8

Che voto dai a: Revolutionary Road

Media Voto Utenti
Voti: 11
7
nd

Altri contenuti per Revolutionary Road