Recensione Red Eye

Rachel McAdams, manager di un hotel, viene ricattata dal terrorista Cillian Murphy, intenzionato ad uccidere un noto politico, in Red Eye, incalzante e originale thriller di Wes Craven.

Recensione Red Eye
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La giovane e bella Lisa, manager del Lux Atlantic Hotel, si trova all'aeroporto di Dallas in procinto di prendere un volo per far ritorno a Miami. Date le avverse condizioni meteo il check-in viene però ritardato e durante l'attesa la ragazza conosce casualmente il coetaneo Jackson Rippner, anch'egli passeggero sul suo stesso aereo, con il quale accetta di prendere un drink prima della partenza. Giunta sul velivolo Lisa scopre che il suo vicino di posto è proprio Jackson, pensando che sia una pura coincidenza; ben presto però questi le rivela che il loro incontro è stato tutto fuorché casuale. L'uomo infatti fa parte di un gruppo terroristico che ha intenzione di uccidere il Segretario della Sicurezza Nazionale, solito soggiornare spesso con la sua famiglia proprio al Lux Atlantic Hotel, e ricatta Lisa affinché faccia cambiare il numero di stanza del politico; se lei non accetterà la richiesta, suo padre verrà ucciso.

Paura in volo

Terzultimo film del compianto Wes Craven, Red Eye evolve il concetto dei thriller girati a bordo di un aeroplano verso nuovi e inaspettati lidi narrativi, trasformando l'originale sceneggiatura di Carl Ellsworth in un'incalzante macchina ad orologeria capace di regalare un buon numero di avvincenti colpi di scena a dispetto della limitata ambientazione in cui si svolge la maggior parte di visione. Tolto l'inizio avente luogo nell'aeroporto e lo spezzone finale, quello in cui emergono le più palesi (ma non fastidiose) forzature di genere, il cuore del racconto è quello in cui Lisa e Jackson si trovano seduti fianco a fianco sul velivolo, spesso scosso da turbolenze dovute alle estreme condizioni climatiche che ben si fanno metafore di quelle emotive vissute dalla protagonista, catapultata in un incubo da un perfetto sconosciuto. Craven riesce con grande bravura a rendere duttili gli spazi limitati, creando situazioni coinvolgenti in un crescendo di tensione che, dopo i minuti iniziali, sale inesorabilmente, merito anche delle convincenti prove di preda e predatore: Rachel McAdams si adatta con naturalezza ad un ruolo per nulla semplice, nei quali i rischi di strafare in un senso o nell'altro era molto alti, mentre Cillian Murphy si dimostra un villain perfetto e magnetico, capace di passare da un'angelica innocenza a una cattiveria beffarda e spietata. Con una discreta, ma nulla più poiché manco necessaria ai fini degli eventi, caratterizzazione dedicata agli altri passeggeri, la lunga tranche volante lascia poi spazio a logiche più banali ma non per questo meno divertenti, con tanto di conclusione che guarda e non poco al filone home-invasion di cui Craven è stato non a caso indiscusso maestro con la saga di Scream.

Red Eye Con una sceneggiatura ricca di spunti interessanti e originali e una regia incalzante capace di suscitare alte dosi di suspense, mancavano soltanto due attori convincenti per realizzare un ottimo titolo di genere, e mai scelta di casting fu più azzeccata che quella di affidare a Rachel McAdams e Cillian Murphy il ruolo dei due protagonisti, vittima e villain assolutamente perfetti. Con Red Eye Wes Craven rivitalizza il sottofilone dei thriller ambientati a bordo di un aereo, riuscendo a sorprendere in più occasioni e a mantenere una certa soglia di verosimiglianza drammatica, snaturata solo parzialmente da una parte finale più ingenua e improbabile ma non per questo meno appassionante e divertente. Un titolo troppo spesso messo in secondo piano nella filmografia del compianto cineasta, ma in grado di regalare numerose soddisfazioni negli ottanta minuti di visione.

7.5

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