Recensione Qualunquemente

Antonio Albanese porta al cinema il suo qualunquista uomo del sud: Cetto La Qualunque.

Recensione Qualunquemente
Articolo a cura di

In un'Italia ingrigita dal cemento dell'edilizia selvaggia e governata dalla ‘legge del pilu' (nota alle cronache come mignottocrazia), Cetto La Qualunque (personaggio televisivo di Antonio Albanese nato nel 2003 e portato al successo con le trasmissioni della Gialappa's band e Che tempo che fa) sembra abbracciare con inquietante realismo l'infima amoralità, la mancanza di regole e civiltà, e la fisionomia di un universo femminile sempre più sboccato, cui sembra indissolubilmente legata l'Italia del ‘Bunga-bunga' di oggi. La pregnante attualità di questo personaggio ignorante, zotico e incivile che vive alle spalle della società, porta inesorabilmente a domandarsi se l'inventiva filmica non sia, in questo caso, il più sobrio riflesso di una inverosimile realtà...

I have no dream, ma mi piace u pilu!

Dopo anni di esilio ‘coatto' all'estero, il calabrese Cetto La Qualunque torna nella sua cittadina natia Marina di Sopra (una distesa di cemento macabramente gemellata con la città di Weimar), scortato dalla sua nuova famiglia, che include una ‘bonazza' compagna di colore (invariabilmente chiamata ‘cosa') e una figlia di cui non ricorda bene il nome. Accolto dalla sua originaria famiglia calabrese (l'isterica moglie Carmen e lo sfigatello figlio Melo) e dai suoi amici di sempre, Cetto apprenderà a malincuore che qualcosa nella sua cittadina sta cambiando: un inopinato avvento di legalità rischia infatti di distruggere tutto ciò che lui ha creato con anni di disonesto impegno (ristoranti e campeggi abusivi in primis). Parole come ‘tasse' (creano dipendenza quanto una droga), ‘ricevute fiscali' (cosa diavolo sono?), e impegno sociale, stanno pian piano contaminando il suo mondo di abusivismi e illegalità allo stato brado, e la situazione rischia di inasprirsi con la possibile nomina a sindaco del rettissimo (e anche un po' bolso) concittadino De Santis. Per sventare un simile pericolo, ed evitare che i Caini (gente disposta a tutto pur di rispettare la legge) s'impadroniscano della città, c'è solo un modo: Cetto deve ‘salire' in politica e sbaragliare l'avversario. Così, forte dello slogan "I have no dream, ma mi piace u pilu", e di uno spin doctor d'eccezione (il pugliese Jerry naturalizzato milanese, interpretato da Sergio Rubini), Cetto inizierà la sua corsa elettorale verso la nomina a sindaco, con la solenne promessa di più pilu e cemento per tutti. Ovviamente, per raggiungere il suddetto machiavellico fine, si considera ammesso ogni mezzo.

Esorcizzando l’attualità...

Qualunquista, buzzurro, immorale e profondamente maschilista, Cetto La Qualunque (o la qualsiasi come finirà per chiamarlo qualcuno) rappresenta lo spaccato di una società che assomiglia inquietantemente alla nostra. Un personaggio che, a detta dello stesso Albanese, non è il frutto estemporaneo della comicità coeva, ma bensì un condensato satirico di anni di ‘evoluzione' sociale e politica, durante i quali si sono andati esasperando consumismo e ‘bulimia dell'avere', narcisismo mediatico e sociale, denudazione fisica e morale della donna. Dunque, in un contesto quanto mai attuale (in un profluvio di corpi da assessoresse e denari sempre pronti a ricucire le magagne legali), il personaggio di Cetto La Qualunque debutta sul grande schermo più che per rappresentare, per esorcizzare la realtà, facendo satira senza fare caricature, ma ricreando un mondo parallelo di gente gretta e disonestà dilagante che è (per caso e per sfortuna) terribilmente simile al nostro Belpaese, e in modo particolare al nostro sud. In questo senso il lavoro del regista Giulio Manfredonia (Si può fare), dello sceneggiatore Piero Guerrera e dello stesso Antonio Albanese è stato quello di ricostruire un mondo a sé stante, animato da un personaggio tanto eccentrico quanto scorretto, immerso in un cosmo capovolto in cui regole e principi esistono solo per essere infranti. Un marito e padre assolutamente sconsiderato che tiene la moglie come un animale in gabbia e insegna al figlio a superare la sua inammissibile timidezza, imponendogli tra le altre cose di girare senza casco e di mollare la sua ragazza sprovvista di ‘zinne e culo', e che contrasterà il suo avversario politico con gli stessi amorali precetti che scandiscono la sua vita quotidiana.

Il mondo (sur)reale di Cetto La Qualunque

Portare sul grande schermo un personaggio nato e cresciuto in televisione, costruito su singoli sketch, non è un'impresa priva di rischi. In questo caso è stato fondamentale l'ottimo lavoro di rifiniture cromatiche ed esistenziali. Eccentrico e buzzurro come il suo principale abitante, l'universo di Cetto è un pastiche di colori sgargianti, famigliari esagerati, amici corrotti e avversari impotenti. Cetto vive in una villa-museo arredata con sue gigantografie, mezzi busti romani, e altri ammennicoli dal gusto a dir poco kitsch. Il suo guardaroba è (ottimo il lavoro del costumista Roberto Chiocchi), al pari di quello della moglie, un tripudio di viola e oro, inframmezzato da gessati ‘in tema elettorale' le cui righe riportano la scritta: votacettolaqualunque. Ville stratosferiche, piscine imperiali con idromassaggio, e donne discinte disposte a soddisfare i suoi ‘momenti' di riflessione rappresentano la summa del mondo dissipato di questo 'uomo qualunque' che Albanese traspone dalla tv al cinema mantenendo intatte le caratteristiche alla base del successo della Maschera Comica, conferendo al personaggio continuità e rotondità. Supportato tra l'altro da un manipolo di comprimari (da Lorenza Indovina nei panni della moglie Carmen, passando per Nicola Rignanese in quelli del suo amico Pino, fino a Sergio Rubini in quelli dello spin-doctor New Age Jerry), dalle calzanti musiche della Banda Osiris e dall'ottimo lavoro di scenografie e costumi, Qualunquemente riesce a tratteggiare un mondo surreale ma neanche troppo, che risulta comico per i suoi toni sopra le righe, ma che smorza il sorriso sulle labbra nella forte affinità con la realtà coeva, in descrizioni e dialoghi che sembrano inquietantemente estrapolati dalle cronache mondane. In questo, forse, sta un po' il limite di un film che rischia a tratti di essere scavalcato dalla ben più cruda realtà, dove le piscine, i soldi, la corruzione e l'immoralità sembrano essere di gran lunga più abbondanti, e più dolorose. Tanto che, se nella fase di presentazione, alcuni scampoli di quel mondo esasperatamente degradato ci fanno sorridere, verso l'epilogo è l'amarezza il sentimento più consistente. Tutto, in fin dei conti, sembra già scritto sulle pagine dei nostri tremebondi quotidiani. Concludendo, se dal punto di vista contenutistico il film offre numerosi spunti di riflessione, ridicolizzando a più riprese tante pagine della triste attualità italiana, dal punto di vista filmico il lavoro di Manfredonia parte arzillo per poi farsi a poco a poco sempre più fiacco, forse asciugato di significato da alcuni personaggi troppo stereotipati (il figlio Melo di un buonismo esagerato) o da snodi narrativi un po’ troppo scontati (uno fra tutti il fiacco epilogo). L’estrema caratterizzazione di Cetto, inoltre, tende a lungo andare a fagocitare i personaggi e da un certo punto in poi anche la trama, che non solo sulle ultime battute pare spegnersi di comicità, ma che sembra anche mancare di una sua degna conclusione.

Qualunquemente A otto anni di distanza dalla sua creazione, Antonio Albanese porta sul grande schermo uno dei suoi personaggi più celebri e apprezzati: il qualunquista, zotico e immorale Cetto La Qualunque. Specchio del nostro Paese in crescente declino, popolato da un’umanità corrotta e sempre più degradata, Qualunquemente gode del buon lavoro fatto nella dettagliata ricostruzione del mondo di Cetto, curato in tutti i suoi linceziosi personaggi e dettagli. Un mondo che fa ridere o sorridere fin quando non assume connotati troppo simili alla realtà (e di conseguenza scontati), rimanendone per certi aspetti addirittura sotto, ma che fornisce senza dubbio un utile spunto di riflessione.

6.5

Che voto dai a: Qualunquemente

Media Voto Utenti
Voti: 52
6.8
nd