Pulse, Kristen Bell e Ian Somerhalder insieme su grande schermo

I fantasmi corrono su internet... la recensione di Pulse, horror con Kristen Bell e Ian Somerhalder.

Pulse, Kristen Bell e Ian Somerhalder insieme su grande schermo
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La ciclicità della paura

In questi ultimi anni il cinema horror è stato pesantemente "influenzato" da altri film di successo. Negli anni '80, il successo di film come venerdì 13 e Nightmare ha portato a tutta una serie di pellicole fotocopia, identiche tra loro sia nelle metodiche che, soprattutto, nella trama: un gruppo di studenti massacrati dal serial killer di turno è il tema che più volte ci è stato ripresentato.

Uno dei padri di questo genere è senza ombra di dubbio Wes Craven, a cui si deve la paternità della serie Scream, la "bibbia" del genere horror. Lo stesso Craven poi, riscrivendo la sceneggiatura di un film horror giapponese ha dato alla luce a Pulse, film oggetto di questa recensione.

Non ho più voglia di vivere

Campus universitario di una tranquilla cittadina americana: un ragazzo, dall’aria visivamente provata, entra nella biblioteca fissando continuamente l’ambiente circostante. È qui per una appuntamento, ma la persona interessata non arriva, aumentando l’apprensione del ragazzo che non esita a darsela a gambe non appena scopre che qualcun altro sa del loro incontro. Nel bel mezzo della fuga, improvvisamente una figura pallida e inquietante si avvicina a lui e con movimenti lenti e scoordinati inizia ad aspirare qualcosa dalla sua bocca...

Nei tre giorni che seguono, il ragazzo sembra essere svanito, preoccupando seriamente la sua fidanzata Mattie, che decide di fare una visita al suo appartamento.
La stanza è in condizioni pessime: resti di cibo sono sparsi un po’ dovunque e tutt’ intorno brulicano vermi e scarafaggi.
Ma il peggio arriva quando il ragazzo, quasi senza proferir parola, prende il cavo del telefono e si impicca.
Da questo momento in poi, partiranno una serie di eventi che porteranno alla scoperta di un particolare tipo di virus informatico capace di trasmettersi alle persone ed a indurli al suicidio.

Quale mistero si nasconde dietro a questo virus? Ma soprattutto chi sono quei misteriosi individui pallidi che dopo avere attaccato una persona la portano al suicidio? Questi non sono altro che i temi sul quale è basata l'intera trama di Pulse.

Si poteva evitare

Dopo il successo di The Ring la moda dell’ horror made in Japan importato in occidente è ormai diventata una consuetudine. In questo caso il film è tratto dall'originale Kairo di Kurosawa, che elimina i classici momenti lunghi (tipici del filone j-horror) in favore di un azione frenetica e senza respiro. Il risultato è un film abbastanza insipido, che oltre a perdere parecchio dalla trasposizione, risulta essere banale e scontato fin dalle prime scene.La banalità è talmente evidente che è possibile indovinare l’ordine delle uccisioni e l’evolversi della trama (i tipici luoghi comuni ci sono tutti).

La mano di Wes Craven si fa sentire pesantemente sul film, trasformandolo in un teen-movie dove i classici adolescenti vengono fatti a fette dal killer/mostro di turno.

Come al solito, la paura in questo genere di film non è tanto quella psicologica, quanto quella data dalle continue apparizioni coatte di mostri - invero ben fatti - che spesso arrivano al momento meno opportuno, generando il tipico spavento che ti fa sobbalzare sulla sedia. Per il resto la sensazione tipica è quella di assistere ad un film simil-nightmare senza arte né parte, che punta sulla solita minestra riscaldata, senza valorizzare l’aspetto psicologico legato al suicidio, né tanto meno quello legato alla dipendenza dalla tecnologia (che al contrario venivano valorizzati da Kurosawa).

Il film originale è stato letteralmente svuotato di ogni contenuto in questo remake, ed è stato ridotto a non più di un ignobile pretesto per riversare sullo schermo dei mostri a metà tra The Ring e Freddy Kruger.
I protagonisti sono i tipici adolescenti da teen-horror: hanno una caratterizzazione standard, come se fossero dei cloni. Non manca infatti la tipica ragazza coraggiosa, unita al ragazzo sbruffone ed all’amica di facili costumi...

L’intepretazione degli attori è nella media e Kristen Bell (conosciuta in Italia per il telefilm Veronica Mars) se la cava abbastanza bene nel ruolo della ragazza coraggiosa pronta a tutto pur di scoprire il mistero legato ai suicidi.

La fotografia è volutamente gelida e dovunque abbondano l’uso di filtri verdi e blu, che danno la sensazione vaga di essere in un mondo freddo e finto proprio come quello di internet.

Pulse Un film inutile nel suo genere, che nulla aggiunge a quanto, nel corso della nostra storia, abbiamo avuto modo di vedere su grande schermo: tutto sa troppo di già visto e per giunta Pulse snatura impunemente l’originale, trasformando il tutto in una pellicola da adolescenti patinata e piena di spaventi, ma senza un minimo di spessore. Da evitare assolutamente per chi ha visto l’originale, così come per i fan del vero genere horror.

3

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