Recensione Professione giustiziere

La violenta vendetta di Bronson in dvd!

Recensione Professione giustiziere
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E' inutile negare che, a partire da quel lontano 1974, anno in cui ricoprì il ruolo di protagonista nel Death wish di Michael Winner che - tratto dall'omonimo romanzo di Brian Garfield - circolò dalle nostre parti con il mitico titolo Il giustiziere della notte, un po' tutti ci siamo abituati ad attribuire all'indimenticabile Charles Bronson la figura del comune cittadino propenso ad agire di sua iniziativa per ripulire le metropoli dai poco di buono interessati a portare scompiglio e terrore per le strade.
Probabilmente, non solo perché l'attore interpretò, inoltre, i quattro sequel succeduti a quello che si trasformò prestissimo in un vero e proprio classico, ma anche perché non perdette occasione di incarnare in altre pellicole personaggi simili, sempre pronti a schierarsi dalla parte dei buoni e a fare giustizia.
Come accade anche in questo The evil that men do, che, datato 1984 e a firma del Jack Lee Thompson che lo diresse in più occasioni (citiamo soltanto Sfida a White Buffalo e 10 minuti a mezzanotte), ha avuto dalle nostre parti un titolo volto a miscelare Il giustiziere della notte con Professione assassino, altra fatica bronsoniana facente parte della filmografia di Winner.

Il dvd

Del resto, anche il plot sembra richiamare alla memoria entrambi i film, in quanto il mitico Charlie veste i panni di un ex killer che, lasciato il suo sanguinoso mestiere e deciso a riposarsi lontano dal mondo civile, in un'isola del Pacifico, viene incaricato di punire le atrocità commesse da Moloch alias Joseph Maher: medico torturatore al servizio di un corrotto regime dell'America latina, il quale sembra aver provveduto a far morire tra orribili sevizie, inoltre, un suo amico giornalista.
Ed è proprio per quest'ultimo motivo che accetta la pericolosa missione, accendendo la miccia di circa novanta minuti di visione da un lato a base di liberatoria vendetta, come voleva la tradizione del cinema d'azione sfornato nell'era reaganiana, ma dall'altro non poco influenzati dall'esagerata violenza che nell'horror ha fatto la fortuna del filone slasher, esploso proprio negli anni Ottanta con le saghe di Venerdì 13 e Halloween.
Infatti, come nelle pellicole i cui protagonisti non fanno altro che da carne da macello da destinare al serial killer o alla creatura mostruosa di turno, i personaggi sono qui appena abbozzati per ritrovarsi presto trasformati in vittime massacrate nei modi più fantasiosi.
Mentre, tra utilizzo di coltelli e immancabili armi da fuoco, abbiamo un tizio strangolato e un altro impiccato per mezzo della pompa di un idrante; fino all'epilogo dal forte retrogusto politico (torna in un certo senso alla memoria Freaks di Tod Browning) di quello che, caratterizzato da un ritmo narrativo a tratti discontinuo, rappresenta, in ogni caso, un vero e proprio cult movie per i fan dell'eroe baffuto dal grilletto facile.
E' Koch Media a renderlo disponibile su supporto dvd tricolore.

Professione giustiziere “I criminali devono rispondere alla legge, il più crudele carnefice al mondo dovrà rispondere a Bronson” recita la locandina di questo violento lungometraggio drammatico che, a partire dal titolo italiano, sembra fondere i metodi del Paul Kersey incarnato dall’indimenticabile attore americano ne Il giustiziere della notte (1974) e seguiti con quelli dell’Arthur Bishop interpretato dallo stesso in Professione assassino (1972), in tempi recenti oggetto di un remake con protagonista Jason Statham. Con il compianto Jack Lee Thompson alla regia, niente di particolarmente memorabile, ma circa novanta minuti di visione che, consigliati soprattutto ai seguaci irriducibili del mitico Charlie, sfruttano l’esile trama a base di vendetta per sfoggiare una sequela di liberatorie sequenze di uccisione... proprio come avveniva negli anni Ottanta del filone slasher e di Ronald Reagan.

6

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