Recensione Possession

Nuovi orrori di derivazione orientale per Miss Buffy

Recensione Possession
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In non pochi, con ogni probabilità, si saranno chiesti che fine abbia fatto Sarah Michelle Gellar, la bella ammazzavampiri Buffy del piccolo schermo che, terminata la gettonatissima serie, non ha fatto altro che balzare da una partecipazione televisiva all'altra e prendere parte a più o meno noti lungometraggi cinematografici; tra i quali, al di là del The grudge a stelle e strisce, al massimo, qualcuno potrà ricordare il corale The air I breathe, diretto nel 2007 da Jieho Lee con un cast all star comprendente nel mucchio Kevin Bacon, Andy Garcia, Brendan Fraser e Forest Whitaker.
A fornirci una risposta è Minerva pictures, la quale rende disponibile su supporto dvd italiano questo thriller a tinte horror risalente anch'esso al 2007, sebbene diverse fonti lo ritengano più recente, in quanto penalizzato da una lavorazione travagliata che, alla fine, lo ha fatto relegare direttamente al mercato dell'home video perfino in patria.
Un thriller a tinte horror che, diretto a quattro mani da Joel Bergvall e Simon Sandquist, altro non è che il rifacimento di Jungdok, realizzato nel 2002 dal coreano Park Young-hoo, allora esordiente, e internazionalmente circolato con il titolo Addicted.

Il dvd

Nell'originale avevamo un appassionato di gare automobilistiche che, in seguito a un incidente, si risvegliava dal coma manifestando un comportamento molto simile a quello del fratello, anch'esso finito in coma per un'analoga sciagura avvenuta nello stesso istante.
E la trama, con qualche variazione, viene bene o male rispettata, in quanto la Gellar veste i panni di Jess, affermata professionista felicemente sposata con Ryan alias Michael"Final destination 2"Landes, fratello del poco di buono Roman che, con le fattezze del Lee Pace di The resident, vive insieme a loro per ordinanza del tribunale; fino al momento in cui, sempre per ingiunzione del giudice, scopre di dover andarsene in una casa d'accoglienza.
In questo caso, quindi, abbiamo Roman che, fuggito via dopo essere andato su tutte le furie, viene inseguito in macchina da Ryan, il quale finisce in coma a causa di un incidente che li vede coinvolti entrambi, per poi, a quanto pare, ritrovare la sua anima trasferita nel corpo del fratello, uscito del tutto illeso.
Un soggetto piuttosto esile e, se vogliamo, neanche troppo originale, come del resto era già il plot del capostipite, che viene qui sviluppato in fase di sceneggiatura da Michael Petroni, responsabile, in fatto di horror, degli script de La regina dei dannati e Il rito.
Con indizi disseminati man mano che i fotogrammi avanzano, mentre risulta piuttosto chiaro che i lenti ritmi di narrazione contribuiscano non poco a tentare di rievocare lo spirito di stampo orientale alla base del film di Park Young-hoo.
Senza infamia e senza lode proprio come questo remake che, individuando la sua parte più riuscita nella fase finale, quando avviene lo scioglimento della matassa, non può fare a meno di individuare il suo maggiore pregio nella cupa atmosfera, ulteriormente impreziosita dalla buona fotografia di Gregory Middleton (Slither e Cuori estranei nel lungo curriculum).
Ma anche nella breve durata (siamo sull'ora e venti circa).

Possession the movie Senza alcun contenuto extra, Minerva pictures rende disponibile per il mercato dell’home video italiano un dramma a tinte soprannaturali che, diretto a quattro mani da Bergvall e Simon Sandquist, altro non è che il remake di produzione americana di Addicted, firmato nel 2002 dal coreano Park Young-hoo. Con Sarah Michelle Gellar quale nome di punta del cast, circa 82 minuti di visione (non 99, come erroneamente riportato sulla fascetta) che puntano in maniera principale sull’atmosfera, senza fare ricorso a effettacci o altri stratagemmi volti al sensazionalismo. Circa 82 minuti adatti, di sicuro, più agli amanti dei lenti ritmi di narrazione tipici della celluloide dagli occhi a mandorla, che a quelli del cinema di genere a stelle e strisce.

6

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