Recensione Piume di struzzo

Mike Nichols dirige Robin Williams, Gene Hackman e Nathan Lane in Piume di struzzo, riuscito remake a stelle e strisce del cult Il vizietto che vedeva protagonisti Ugo Tognazzi e Michel Serrault.

Recensione Piume di struzzo
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C'era una volta Il vizietto, cult italo-francese del 1978 diretto da Edouard Molinaro e con protagonisti due straordinari Ugo Tognazzi e Michel Serrault. Titolo dal successo internazionale e "coraggioso" per l'epoca, visto che in quegli anni il tema dell'omosessualità non era certo tollerato come al giorno d'oggi. Il film era tratto dalla commedia teatrale La cage aux folles di Jean Poiret , opera alla base anche di Piume di struzzo, fortunato remake a stelle e strisce diretto nel 1996 dal grande Mike Nichols de Il laureato. Per sostituire i due immensi interpreti dell'originale il regista ha assoldato ad ogni modo un cast di star e caratteristi talentuosi come Robin Williams, Gene Hackman, Nathan Lane (gay anche nella realtà), Dianne West, Hank Azaria e una giovane Calista Flockhart pre-Ally McBeal.

The Birdcage

Armand e Albert sono una coppia omosessuale che da molti anni gestisce un rinomato locale dove si esibiscono drag-queen: il primo è il vero proprio boss dell'attività, mentre il secondo è la star più acclamata dello show. Ma Armand ha anche un figlio, nato nel suo unico rapporto etero avuto vent'anni prima. Il ragazzo informa il padre del suo imminente matrimonio con la giovane Barbara, figlia di un senatore repubblicano nel pieno di uno scandalo che ha colpito uno dei suoi più stretti collaboratori. Per cercare di risanare la sua immagine pubblica, il politico pensa che proprio il matrimonio della figlia possa essere la giusta occasione per riottenere consensi, ignaro della situazione familiare del futuro genero.

Vizietto 2.0?

Era quasi impossibile raggiungere i fasti dell'originale, ma Piume di struzzo si difende comunque assai bene. Commedia pura degli equivoci e degli inganni, dalla chiara derivazione teatrale, il film di Nichols è se vogliamo più ammorbidito e meno scandaloso (fatto dovuto in parte anche ai rispettivi periodi d'uscita) di quello di Molinaro, giocando le sue carte sulla scatenata gestione del ritmo e un irresistibile numero di gag che, soprattutto dopo il via della "cena per farli conoscere", finisce per assumere toni esilaranti. In una sorta di Indovina chi viene a cena? al contrario e con la componente gender a sostituire la tematica razziale, l'ultima parte di visione è un vero e proprio susseguirsi di risate a scena aperta, con il travestimento finale di Hackman che varca le soglie del culto. Un Hackman che, pur in secondo piano a livello di minutaggio rispetto alle trascinanti e onnipresenti performance di Williams e Lane (senza dimenticare un Azaria perfetto corpo filmico) , ruba la scena nelle numerose sequenze in cui è presente, andando a sublimare un cast già di per sé impeccabile. Battute e scenette che, in mezzo ad una contagiosa euforia comica, lanciano qualche frecciatina (mai troppo feroce comunque) ad un certo moralismo tipico degli States e non disdegnano messaggi più profondi che agiscono sottotraccia tra i fili della storia.

Piume di struzzo Robin Williams e Nathan Lane al posto di Ugo Tognazzi e Michel Serrault non sfigurano in questo riuscito remake di un grande classico come Il vizietto. Piume di struzzo si erge su una vis tragicomica a tratti irresistibile che strappa risate a scena aperta nonostante qualche ingenuità di fondo che comunque non va ad intaccare la dose di sano divertimento che le due ore di visione offrono in gran quantità. E con la tematica omosessuale trattata con un'intelligente leggerezza priva di retorica, il film può appoggiarsi sulla solidità di una regia in grado dii cogliere al meglio l'ispirata alchimia tra l'efficace gruppo di interpreti, protagonisti di dialoghi e gag ad alto tasso di evasione.

7

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