Recensione P.O.V. - A Cursed Film

Il P.O.V. (Point of View) è, dall'uscita di The Blair Witch Project, una delle tecniche più utilizzate nel cinema horror. I motivi sono molteplici, ma i due principali sono il costo assai esiguo (basta dotarsi di una buona videocamera) e i guadagni assai superiori al budget impiegato. Paranormal Activity negli ultimi anni ha sicuramente fatto scuola, almeno dal punto di vista del botteghino, ma neanche il mondo dei j-horror, capace di appassionare milioni di appassionati in tutto il mondo, è esente da questa furba pratica. Basti pensare negli anni passati alla realizzazione di pellicole veramente terrorizzanti come Noroi (2005) o il più recente Occult (2009), entrambi ad opera di Kôji Shiraishi, per comprendere come l'unione dell'orrore nipponico e il P.O.V. ottengano insieme risultati di tutto rispetto. E' anche questo il caso di P.O.V. - A cursed film, dal titolo sin troppo esplicativo, diretto da Norio Tsuruta (un passato di tutto rispetto, suoi Ring 0: Birthday e Premonition) uscito nelle sale del Sol Levante lo scorso aprile.

Ghost

Mirai Shida è una giovane idol che conduce un piccolo programma televisivo. Ospite dell'ultima puntata del suo show è la coetanea Haruna Kawaguchi, anch'essa idol appartenente alla sua stessa agenzia. Il tema della trasmissione vira sui fantasmi, e le due ragazze cominciano a guardare dei video inviati alla redazione. Ben presto però il regista si accorge che i filmati non sono quelli preparati in precedenza, ma rappresentano inquietanti eventi all'interno di una scuola, che Haruna riconosce come il suo ex-liceo. Nel suo vecchio istituto circolavano infatti delle leggende sullo spettro di una ragazza suicida che si aggirava tra i corridoi durante le ore notturne, e che ora pare essere ritornata per perseguitarla. Mirai e la sua troupe decideranno di visitare la scuola per liberare l'amica dalla maledizione, ignari delle conseguenze...

Una scuola da incubo

Dopo la, classica, breve introduzione che tiene a spiegarci come sia tutto accaduto realmente, vi è un inizio spiazzante, anche per un P.O.V., che ci mostra le riprese di un programma televisivo attraverso gli occhi di un'ulteriore videocamera, finendo per spiazzare in parte lo spettatore poco avvezzo al genere. Ma dopo i primi dieci minuti, con le prime inquietanti apparizioni filmate su video, il terrore inizia lentamente a carburare, raggiungendo l'apice nell'ultima mezzora, nella quale la troupe si trova imprigionata all'interno delle mura scolastiche, claustrofobicamente oscure e capaci di generare una genuina inquietudine anche per chi divora horror dal mattino alla sera. Gli interpreti, tutti nei panni di loro stessi, offrono prove più che dignitose, con una menzione particolare per le due protagoniste, tra le poche idol in grado di offrire qualcosa di più oltre che qualche urla sparse. La narrazione è ovviamente pregna di luoghi comuni sulla visione da parte della cultura nipponica del mondo degli spettri, e alcuni colpi di scena se non addirittura telefonati, sono quantomeno prevedibili, ma inaspettatamente non si sente la mancanza di originalità, tale è il "divertimento" orrorifico che P.O.V. - A cursed film riesce a generare, giocando sui luoghi comuni e adattandolo alla perfezione ai "trucchi" del point of view. Non si raggiungono le vette di un Noroi, ma l'operazione può dirsi ottimamente riuscita, e gli amanti dei j-horror possono ritenersi più che soddisfatti. Un piccolo avviso: non fermatevi ai titoli di coda, per ben due volte infatti la pellicola inganna, continuando invece col proseguio della storia, nel primo caso con ben quindici minuti aggiuntivi che raccontano il vero finale.