Recensione Oltre i confini del male - Insidious 2

Tornano gli spettri di James Wan nel seguito del grande successo del 2010

Recensione Oltre i confini del male - Insidious 2
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Prima di farci vedere cosa tirerà fuori tramite il settimo capitolo della saga a tutta velocità Fast & furious, sembra proprio che il cineasta di origini malesi James Wan - ovvero colui che diresse quel Saw - L'enigmista (2004) che ha provveduto a far nascere la fortunata serie cui si deve il successo riscosso dal sadico sottogenere dell'horror meglio conosciuto come torture porn - abbia deciso di tormentare in più occasioni lo spettatore tramite ghost story e vicende riguardanti spiriti maligni.
Infatti, sebbene si sia recentemente dedicato a L'evocazione - The conjuring (2013), a quanto pare ispirato a fatti realmente accaduti e riguardante due investigatori del paranormale di fama mondiale chiamati ad aiutare una famiglia terrorizzata da una presenza maligna all'interno della isolata fattoria in cui vive, torna sul grande schermo con questa continuazione del suo Insidious (2010), che vide i due coniugi Josh e Renai Lambert, rispettivamente incarnati da Patrick"Young adult"Wilson e Rose"Come un tuono"Byrne, alle prese con lo stato comatoso in cui cadeva uno dei loro piccoli figli dopo essersi trasferiti in una villetta di periferia, dove non esitavano a verificarsi strani fenomeni.

Par(Wan)ormal activity

Continuazione che vede ancora una volta l'Oren Peli artefice della fortunata saga Paranormal activity nelle vesti di produttore e della quale il regista osserva: "Eravamo entusiasti della possibilità di poter continuare a raccontare la storia che avevamo iniziato con il nostro primo film. Adoro i personaggi che abbiamo creato nel primo film ed è fantastico poter lavorare con lo stesso cast e la stessa troupe. E' come ritornare a casa, in famiglia. Ma ci spaventava un po' perché il successo del primo film ci aveva colto completamente di sorpresa".
Continuazione che, introdotta da un prologo ambientato nel 1986, riporta in scena i già citati personaggi con le fattezze di Wilson e della Byrne, ancora impegnati a cercare di scoprire il segreto che li ha pericolosamente collegati al mondo degli spiriti; mentre Leigh Whannell - sceneggiatore sia di questo secondo capitolo che del precedente - torna a vestire i panni dell'acchiappafantasmi Specs, affiancato dal collega Tucker alias Angus Sampson, e Lin Shaye quelli dell'esperta in ipnosi e nel soprannaturale Elise Rainier, deceduta nel capostipite.

Ghostbasta!

Già, perché è grazie a un parallelismo tra il mondo degli esseri umani e l'aldilà che tanto ricorda quello effettuato all'interno della serie Nightmare che è stato possibile riportare in scena la donna, nel corso di uno spettacolo atto a fornire maggiori spiegazioni per quanto riguarda il personaggio della sposa in nero e non privo, tra l'altro, di demoniache immagini degne del miglior cinema horror degli anni Ottanta.
Del resto, già la parte finale di Insidious - che Wan dichiarò di aver realizzato ispirandosi a classici e cult del calibro di Suspense di Jack Clayton e Carnival of souls di Herk Harvey - presentava similitudini con il settimo massacro su celluloide attuato dall'unghiato Freddy Krueger, non ci sarebbe quindi da stupirsi se si venisse a sapere che Wan e soci hanno attinto proprio dalla saga creata da Wes Craven.
Come pure non ci sarebbe da rimanere stupiti se si venisse a scoprire che Amityville horror e Amityville possession fossero rientrati tra i modelli ispiratori per i due film, considerando che li ricordano non poco anche le sequenze in cui il posseduto Josh, in maniera piuttosto simile al Jack Nicholson di Shining, attacca qui in maniera violenta i propri familiari.
In realtà, però, complice con ogni probabilità lo zampino del succitato Peli, l'elaborato in questione non fatica ad apparire sempre più vicino a un Paranormal activity fortunatamente privato della tecnica di ripresa proto-documentario atta a sfruttare esclusivamente le soggettive della camera.
E bisogna dire che il risultato finale, costruito su lenti ritmi di narrazione, non dispiace neppure; ma, se da un lato alcune situazioni sembrano già pronte per essere prese in giro in un ipotetico, nuovo Scary movie, dall'altro le apparizioni improvvise e l'immancabile ricorso alle variazioni del sonoro per far balzare lo spettatore dalla poltrona dai primissimi minuti di visione finiscono, ormai, per riuscire a spaventare esclusivamente coloro che soltanto ora cominciano ad avvicinarsi al cinema della paura.

Oltre i confini del male - Insidious 2 “Non molti sequel lo fanno, ma a noi è piaciuta molto l’idea di creare storie che si susseguono; si potrebbero addirittura guardare come un film unico o come capitoli della stessa storia. Vediamo Josh che uccide Elise, ma Renai non lo vede e non è sicura di quello che accade. Il secondo film inizia con tutto l’insieme che appare normale, ma poco dopo ci si accorge che c’è qualcosa di terribilmente sbagliato”. Con queste parole lo sceneggiatore Leigh Whannell sintetizza il sequel di Insidious (2010), diretto come il capostipite dal James Wan tornato recentemente su fantasmagorici argomenti in vecchio stile anche tramite il riuscito L’evocazione - The conjuring (2013). Un sequel probabilmente non inferiore alla pellicola precedente, ma che, in ogni caso, si costruisce ancora una volta sulla consueta sequela di apparizioni improvvise e corpi posseduti, aggiungendo pochissimo al genere e nulla alla filmografia del regista, che sarebbe ora cominciasse a dedicarsi ad altre tematiche.

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