Offline - La vita non è un videogioco, la recensione del film su Netflix

In Offline - La vita non è un videogioco un appassionato di MMORPG vive assieme ad una bella coetanea un'incredibile avventura tra reale e virtuale.

Offline - La vita non è un videogioco, la recensione del film su Netflix
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Jan è un adolescente tedesco che trascorre la maggior parte del suo tempo davanti un videogioco online, per lui diventato come una droga al punto da spingerlo a non dormire la notte. Mentre si sta allenando per un imminente torneo il suo profilo viene hackerato da un altro giocatore, conosciuto con il nick Sorcerer Loki. Per cercare di ottenere nuovamente l'accesso il ragazzo decide di recarsi direttamente alla sede dell'azienda produttrice, imbattendosi in loco in Karo, una coetanea vittima anch'essa del suo stesso problema. Ben presto i due ragazzi rimangono coinvolti in un'incredibile avventura dove realtà e virtuale collidono più del previsto, scoprendo come la vita valga la pena essere vissuta anche al di fuori dello schermo di un PC.

L'ultima sfida

Non è certo il primo, e non sarà l'ultimo, titolo che tratta l'argomento videoludico sfruttando lo stile della commedia adolescenziale questo film tedesco che vede per protagonisti due appassionati giocatori online. Come spesso in queste occasioni il tema fa da sottofondo ad un percorso di crescita e di formazione, qui programmato su un percorso banalotto e privo di reali colpi di scena, con tanto di scontata love-story in divenire tra i due personaggi principali. Laddove Offline - La vita non è un videogioco (disponibile su Netflix) trova un minimo di verve di stampo fan-service è nelle numerose situazioni in cui il MMORPG (le cui sequenze in game sono state realizzata da Piranha Games) si mescola con la vita reale nell'immaginazione di Jan, pronto a studiare diverse situazioni tramite dettagli in sovrimpressione assai noti al mondo nerd: da finestre di dialogo tra cui scegliere all'inventario ad hoc, fino alla mappa con tanto di punti di domanda annessi, l'immaginario ruolistico è rispettato in pieno, garantendo un minimo di divertimento citazionista chiaramente indirizzato al suddetto tipo di pubblico. Il problema principale dell'operazione risiede in una narrazione eccessivamente forzata e caotica che osserva senza esprimere un giudizio sulla potenziale dipendenza dai videogame e procede per eventi sempre più improbabili che traghettano stancamente verso il prevedibile epilogo; gli stessi interpreti, tolta la fresca e spumeggiante performance della bella Mala Emde, navigano in un fitto anonimato che impedisce una reale affezione verso il cuore della vicenda.

Offline - La vita non è un videogioco Un appassionato giocatore di MMORPG si trova a vivere un'incredibile avventura insieme ad una bella coetanea in questa pellicola tedesca, che si adagia sul versante videoludico per raccontare una banale storia di formazione adolescenziale. Commedia e avventura in un mix mal calibrato e privo di soluzioni originali in cui a funzionare di più è paradossalmente la componente virtuale che si alterna alla risoluzione degli eventi reali. Offline - La vita non è un videogioco nasce e muore come un film di poche pretese chiaramente rivolto ad un certo tipo di pubblico, ma aspettarsi una maggior cura realizzativa e narrativa era più che lecito.

4.5

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