Recensione Nottetempo

L'opera prima di Francesco Prisco resta vittima dell'imperfezione dei raccordi di una sofisticata struttura a incastri

Recensione Nottetempo
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In una piovosa notte nel napoletano, una corriera precipita accidentalmente in una scarpata. Del gruppo di passeggeri a bordo non si salva nessuno, eccetto Assia (Nina Torresi), giovane ragazza alla ricerca dell'amore e perdutamente infatuata di Matteo (Giorgio Pasotti), il poliziotto introverso e misterioso che per un caso del destino le salverà la vita. Da quel momento in poi le vite dei due cominceranno a correre parallele, destinate (forse, o forse no) a incrociarsi definitivamente e ancora nel buio di una notte. Nel tragitto di ‘inseguimenti' che porterà i due da Napoli a Bolzano (luogo dove Matteo nove anni prima aveva lasciato ‘pezzi' salienti della propria vita che ora vuole tentare di ritrovare) s'inserirà anche Enrico (Gianfelice Imparato), ex cabarettista di successo finito oramai nel dimenticatoio. Tre esistenze incompiute che ‘scortandosi' in questo viaggio on the road verso il nord proveranno a far chiarezza sulle loro vite. Amori spezzati, vite interrotte, identità da riconquistare si alternano così all'interno di un triangolo umano che cerca il compimento nei suoi punti di fuga. Eppure, per uno o per tutti i protagonisti in gioco, potrebbe trattarsi di un compimento assai diverso da quello immaginato.

Il delicato equilibrio della struttura a incastri

Francesco Prisco (classe 1976) debutta alla regia con Nottetempo, un thriller con una venatura esistenzialista per certi versi interessante, che insegue quella struttura narrativa a incastri prediletta (ad esempio) dal messicano Inarritu, e vero cuore portante di film come Crash di Paul Haggis. Non è un caso infatti che sia proprio un crash (incidente, deflagrazione) a scatenare in Nottetempo quella girandola di destini incrociati che sarà poi anche il motore per indagare rispettive delusioni, speranze, fallimenti di questo trio di esistenze finite (per caso o per necessità) a compiere un tratto di strada insieme. Un'idea con un ottimo potenziale ma che nonostante le ottime intenzioni e lo sguardo senza dubbio ispirato di Prisco alla regia appare (suo malgrado) vittima di una costruzione (o ricostruzione) narrativa che non rende giustizia alla sottile geometria della struttura a incastri. Colpa forse di una sceneggiatura non troppo precisa o di un montaggio frettoloso, Nottetempo lascia infatti spazio a buchi di significato e incongruenze narrative troppo grossolane per non rovinare (quando non addirittura annullare) la valenza espressiva dell'opera. Di gran lunga più confuso che intrigante, il film finisce a lungo andare per causare nello spettatore la classica reazione di estraniamento tipica di quelle opere sostanzialmente incompiute, in cui si attende vanamente una quadratura del cerchio (che è altra cosa da un finale chiuso) che non arriverà mai. Si perde in questo disordine espressivo anche il valore metaforico nella reiterazione di alcune immagini (il vetro che si appanna al contatto con il calore umano, il rugby inteso come forma di lotta e di vita), che risultano così quasi posticce anziché necessarie a tracciare il sottotesto simbolico della storia. Un vero peccato perché Francesco Prisco dimostra in questa sua opera prima di possedere un certo intuito registico, specie nella rievocazione di un immaginario e di atmosfere intimiste che avrebbero potuto (se ben sfruttate) rappresentare lo stile precipuo di un'opera interessante anziché una serie slegata di elementi degni di nota.

Nottetempo Francesco Prisco debutta alla regia con Nottetempo, film incentrato su una struttura a incastri e inserito in un’atmosfera da thriller purtroppo non sostenute da una solidità narrativa che renda il film coinvolgente anziché confuso. Sono purtroppo le ellissi narrative (così marcate da risultare veri e propri buchi nel filo logico del racconto) e la mancanza di un solido background esplicativo a inficiare la riuscita di quest’opera che aveva invece nello sguardo raffinato del regista un ottimo potenziale artistico.

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