Recensione Notte folle a Manhattan

Recensione della commedia interpretata da Steve Carell e Tina Fey

Recensione Notte folle a Manhattan
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Attivo in particolar modo in televisione fin dall'inizio degli anni Novanta, l'attore comico americano Steve Carell ha raggiunto la notorietà soprattutto dopo aver fatto da protagonista per Judd Apatow nel suo 40 anni vergine (2005), rivelatosi un grosso successo al botteghino.
Titolo che gli ha consentito poi di tornare al servizio della risata su celluloide, tra l'altro, in commedie come L'amore secondo Dan (2007) di Peter Hedges, Agente Smart-Casino totale (2008) di Peter Segal e Un'impresa da Dio (2007) di Tom Shadyac, sequel di Una settimana da Dio (2003) con Jim Carrey.
Affiancato da Tina Fey, interprete di Baby mama (2008) di Michael McCullers e di Mean girls (2004) di Mark Waters, del quale curò anche la sceneggiatura, lo troviamo qui al servizio di Shawn Levy - regista di Una notte al museo (2006) e del suo sequel Una notte al museo 2-La fuga (2009) - per una pellicola che, inizialmente pensata come storia incentrata sulla vita dei sobborghi che ruotasse attorno a una serata d'incontro genitori-insegnanti e che si sarebbe dovuta rapidamente evolvere con un classico scambio di persona alla Intrigo internazionale (1959) di Alfred Hitchcock, ha poi finito per trasformarsi in una commedia sul rapporto di coppia estesa dal tramonto all'alba.

Metti una sera a cena...

Carell veste infatti i panni di Phil Foster, padre di due bambini sposato con Claire, interpretata dalla Fey, il quale vive nella provincia del New Jersey e, insieme alla moglie, va ogni settimana a passare la serata alla Teanack Tavern, nel tentativo di far rivivere l'emozione degli appuntamenti del tempo che fu.
Però, visto che i loro appuntamenti raramente si concludono con un gioco romantico di un qualunque genere, nel tentativo di togliere il pilota automatico alla loro serata speciale e nella speranza di rimettere un po' di pepe nelle loro vite, Phil decide che è arrivato il momento di cambiare le carte in tavola e porta Claire a Manhattan, nel ristorante più alla moda della città; ma, non avendo una prenotazione, rubano il tavolo a una coppia che corrisponde al nome dei Tripplehorn, la quale non si è ancora presentata sul posto e, a loro insaputa, è costituita da due ladri e braccata da due poliziotti corrotti per aver derubato persone molto pericolose. Quindi, per Phil e Claire, ora identificati come Tripplehorn, ha inizio una lunga fuga notturna alle prese con una selvaggia serie di allucinanti situazioni, con il fine di portare in salvo le loro vite e il loro matrimonio, mentre fa la sua apparizione il gangster Joe Miletto, con le fattezze di Ray"Quei bravi ragazzi"Liotta.

Tutto in una notte

Soltanto uno dei nomi noti che popolano il cast, comprendente anche il Mark Ruffalo di Zodiac (2007) e la Kristen Wing di Molto incinta (2007) nei panni dei coniugi Sullivan, amici dei Foster prossimi alla separazione, e James"Spider-man"Franco e Mila"Codice: Genesi"Kunis in quelli dei veri Tripplehorn.
Senza contare Taraji P. Henson, candidata al premio Oscar per Il curioso caso di Benjamin Button (2008), qui impegnata nel ruolo della detective Arroyo del NYPD, e, soprattutto, il Mark Wahlberg di Max Payne (2008), il quale, perennemente a busto nudo nella parte di Holbrooke, vecchio cliente dell'agenzia immobiliare di Claire, finisce per fare da azzeccato comprimario per alcune delle situazioni più divertenti della pellicola, dal momento in cui i due protagonisti vanno a chiedergli aiuto nel cuore della notte.
Pellicola che, a differenza dei precedenti lavori di Levy, tra i quali ricordiamo anche Una scatenata dozzina (2003) con Steve Martin, non affronta il rapporto tra genitori e figli, ma si concentra su ciò che accade quando i bambini vanno a dormire e, in particolare, sull'obiettivo da parte di una coppia sposata di rinvigorire la propria relazione e di ritrovare l'amore e l'eccitazione iniziale.
Quindi, un'operazione sulla evidente scia di titoli come Tutto in una notte (1985) di John Landis e Fuori orario (1985) di Martin Scorsese, oppure, come lo stesso regista osserva: "Una commedia d'azione nello spirito di quei film che ricordo con affetto, come Beverly Hills cop-Un piedipiatti a Beverly Hills o 48 ore. Notte folle a Manhattan ha un'atmosfera ibrida, perché è prima di tutto una commedia, ma ha anche una massiccia dose d'azione, così come tanto sentimento, perché parla di cose con cui la gente ha a che fare all'interno delle loro relazioni".
Infatti, uno dei momenti migliori del lungometraggio, comprendente anche un'escursione in un locale sexy, va di certo individuato nella lunga sequenza d'inseguimento eseguito con un Audi R8 frontalmente combinata con un taxi.
Alla fine, però, il maggiore pregio è rappresentato proprio dai mai disprezzabili Carell e Fey, in quanto, giunti a fine visione, si prova la netta sensazione di aver appena assistito ad un film eccessivamente corto e costruito soltanto su una manciata di trovate capaci di suscitare sorrisi.

Date Night Entrambi noti soprattutto per il televisivo Saturday night live, Steve”40 anni vergine”Carell e Tina”Baby mama”Fey sono i due scatenati protagonisti di questa commedia che, sotto la regia dello Shawn Levy dei due Una notte al museo, si svolge tutta in una notte destinata a trasformarsi nella peggiore della loro vita ma, allo stesso tempo, nella migliore per la loro relazione. L’impressione finale, però, è che, sebbene l’ora e mezza circa di visione scorra via piuttosto velocemente senza annoiare mai lo spettatore, lo script, al servizio dei due protagonisti, si regga in realtà su pochissime situazioni divertenti, lasciando in parte insoddisfatto lo spettatore.

5.5

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