Recensione Nightmare - Nuovo Incubo

Il ritorno metacinematografico di Wes Craven alla sua creatura horror

Recensione Nightmare - Nuovo Incubo
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In una saga filologicamente morta, sia dal punto di vista narrativo che da quello qualitativo, chi poteva riportare in auge il franchise di Nightmare, dopo l'orrore (purtroppo non nel senso voluto) del sesto capitolo, se non il suo stesso creatore? Nel 1994 è infatti proprio Wes Craven a rimettere mano alla sua creatura con Nightmare - Nuovo incubo, un'opera intelligente e metacinematografica, non premiata dal botteghino (con soli 18 milioni di dollari l'incasso è il più basso di sempre) e capace di dividere pubblico e critica tra fan e detrattori. Scontato il ritorno di Robert Englund nei panni di Freddy Krueger: questa volta la vittima designata è Heather Langenkamp, già protagonista del primo e del terzo episodio, nei panni di Nancy Thompson. Ma questa volta nessun personaggio fittizio: tutti gli attori infatti interpretano loro stessi in una curiosa operazione di film nel film.

Freddy is back!

Heather Langenkamp, storica interprete di Nightmare, dieci anni dopo le riprese del primo film è felicemente sposata e ha un figlio piccolo, Dylan. Negli ultimi tempi la donna è perseguitata da un molestatore che telefona più volte a casa simulando la voce di Freddy Krueger. Conseguentemente alle chiamate anonime, la donna comincia a soffrire nuovamente di strani incubi, scoprendo che anche lo stesso Wes Craven, che la vorrebbe nuovamente sul set per un nuovo film della saga in fase di scrittura, ha dei sogni inquietanti. Quando il marito di Heather muore in un incidente stradale, e Dylan, che soffre di sonnambulismo, inizia a pronunciare strane frasi, lei comprende come la minaccia di Freddy sia divenuta reale: ma questa volta il killer dell'incubo ha sembianze ancora più mostruose e una crudeltà maggiore rispetto al personaggio cinematografico.

New Nightmare

Wes Craven si diverte eccome in questa lettura metafilmica della sua opera di maggior successo, riuscendo a coniugare originalità e auto-citazionismo in maniera convincente e riportando alla giusta, gloriosa, cattiveria la figura di Freddy, troppo smitizzata sino a renderla macchiettistica negli ultimi capitoli. E la narrazione, seppur non priva di impercettibili cadute (che fine fa il vero Robert Englund, scomparso dalla sua casa dopo aver lasciato un messaggio in segreteria che annunciava il suo allontanamento?), si rivela efficace mescolando realtà e fantasia e giocando, tramite il cinema, col cinema stesso. Il regista trasporta l'icona horror in un contesto metafisico, incarnandolo in una sorta di antico demone ispiratore anche delle precedenti pellicole che, dopo aver visto la sua fine su grande schermo (nel pessimo Nightmare 6 - La fine) e libero dalle passate briglie delle sceneggiature, è ora pronto a portare paura e terrore nel mondo reale, prendendosela con i personaggi già vittime nella finzione del suo alter-ego di celluloide. In una scia narrativa parzialmente ripresa nella quadrilogia di Scream, Craven gioca col genere horror non dimenticandosi però i punti cardini del filone. Ed ecco che così, grazie anche ad effetti speciali tra i più riusciti della serie, le scene squisitamente d'orrore hanno il loro giusto spazio suscitando il giusto mix di divertimento e spaventi. E il cast si cala con perfetta armonia nelle auto-interpretazioni, con una Langenkamp più in forma che mai.

Nightmare - Nuovo Incubo Wes Craven torna alla sua creatura prediletta con un'opera di metacinema intelligente e gustosa, capace di giocare su citazioni passate reinventate con una certa originalità e rendendo degnamente giustizia al personaggio di Freddy Krueger, più inquietante e cattivo che mai. Nota di merito per i convincenti effetti speciali che riportano il mito horror alla grandezza che gli compete.

7

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